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Al Delle Vittorie, “Spiriti come noi”, il primo lungometraggio di Gaetano Amalfitano 

spiriti loc.

La proiezione è prevista per mercoledì 30 e giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile, spettacoli ore 20,00 e ore 22,00. Biglietto euro 5.

Rosa Di Iorio – Il titolo del primo lungometraggio di Gaetano Amalfitano è tutto da scoprire, perciò abbiamo preso contatto con il nostro amico per intervistarlo e capire di più di questo film interamente girato a Ischia.

Gaetano, “Spiriti come noi” è il tuo primo lungometraggio, come sei arrivato a realizzarlo?

«E’ il mio primo lungometraggio come regista, ed è stata una prima prova importante per molti giovani attori/collaboratori, tra cui alcuni allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Gli attori sono tutti campani, tra cui gli ischitani Antonello Pascale, Leonardo Bilardi, Eduardo Cocciardo, Peppe Di Paola, Maria Pilato. Tra i collaboratori, di Ischia sono Marco Bizzarro che ha curato gli effetti speciali, Giovanni Guarino, aiuto-regista/tuttofare, Andrea De Luciano, segretario di edizione/ciacchista. E poi, soprattutto, il produttore Michele Piricelli, senza il quale il film non si sarebbe potuto girare, che ha finanziato con un low-budget. Le riprese, tra mille fatiche, sono state eseguite in digitale nell’estate del 2008 quindi, dopo una lunga lavorazione al montaggio e alla post-produzione, ho presentato il film in anteprima a Ischia alla pineta Nency Bozzi il 1° luglio 2009 davanti a un pubblico di oltre 250 spettatori, ma era una prima versione non definitiva. Ne sono seguite altre, in cui il film è stato leggermente accorciato, sia di piccole scene sia d’inquadrature, per un totale di 5 minuti, quindi reso più dinamico in alcune sequenze e rifinito in effetti speciali e cose varie. Questa versione che presento al Delle Vittorie dovrebbe essere quella definitiva ed è la prima volta che è proiettata in pubblico».

Chi è Francesco Fredda?

«Come “guest-star” ha partecipato Francesco Freda, classe 1925, uno dei più grandi truccatori italiani che, tra l’altro, collaborava con Mario Bava agli effetti speciali dei primi horror italiani. Su Freda ho appena finito un documentario sulla sua straordinaria carriera, costellata dalle presenze di grandi registi e divi, che qui sarebbe lungo elencare, ma anche da un triplice rapporto con Ischia: nel ’49 con il film “Campane a martello” di Luigi Zampa, nel ’71-72 con “Avanti!” di Billy Wilder e nel 2008, modestamente, con “Spiriti come noi”. Franco, oltre ad essere un maestro del trucco, è un maestro di vita e persona straordinaria sul piano umano, tra lui e i ragazzi della troupe è nato un bel rapporto che ancora continua, oltre che con il sottoscritto».

Qual è la trama del film?

«Apparizioni di fantasmi e sedute spiritiche coinvolgono un gruppo di giovani nell’atmosfera vacanziera dell’isola d’Ischia. Lisa indaga sul Munaciello, tipico folletto di Napoli e dintorni, che qualcuno dice di aver visto, mentre Nando spera in un contatto con l’anima del padre morto quando lui era bambino, ma il cui spirito potrebbe rifarsi vivo attraverso l’anonimo “Munaciello Verde”, che segnala ai Carabinieri reati contro l’ambiente con riscontri effettivi».

Tu parli di “thriller spirituale” perché?

«Vivere con valori spirituali senza arrivare a forme estreme, credere nella vita oltre la morte: intorno a questo tema si intrecciano le vicende di un gruppo di giovani alle prese con fenomeni paranormali. La sceneggiatura presenta tre trame che si fondono intorno a un curioso rapporto ambientalismo-spiritismo. Il film, non facilmente collocabile in un genere preciso, può essere definito thriller “spirituale” piuttosto che “spiritistico”: attraverso la natura esoterica dell’isola d’Ischia, gli eventi paranormali entrano armoniosamente nella dimensione realistica dei personaggi – vacanze, amori, futuro lavorativo – costruendo a un racconto che, pur sviluppando un’intrigante suspense, non mira al sensazionalismo, allo spavento, bensì a una riflessione per ciò che vive oltre la materia, oltre la morte del corpo fisico. Il discorso sullo spiritismo è approfondito con confronti dialettici tra personaggi scettici e non, toccando inevitabilmente la sfera religiosa e scientifica».

Quale sono le cose originali di “Spiriti come noi”?

«Per la prima volta in un film è rappresentato il Munaciello (“piccolo monaco” in napoletano). Questo folletto della casa appartiene all’immaginario collettivo del popolo napoletano perché considerato un personaggio “reale” nel suo essere spiritello generoso e dispettoso, attaccato calorosamente alla casa e a coloro che la abitano. Da quando mi sono occupato del film, ho incontrato diverse persone che lo hanno visto a Napoli e dintorni, come pure a Ischia. Una delle scene è stata girata proprio presso una casa abbandonata, dove è stato riferito della sua presenza in passato. Le riprese hanno avuto come “teatro di posa” lo scenario naturale dell’isola d’Ischia nei suoi luoghi intrisi di storia e di mistero, come il Castello Aragonese, le terme di Cavascura, il bosco del Monte Rotaro, la spiaggia dei Maronti, il borgo di Sant’Angelo, la chiesa del Soccorso, le colline di Chiummano, distese di vegetazione selvaggia, coste rocciose, sentieri, ruderi e altro ancora».

Quali sono le tue attese nei confronti di questo film?

«Spero che questo documentario mi dia anche delle soddisfazioni “commerciali”, poiché il film finora mi ha dato solo quelle artistiche-professionali, perché ancora non ha una distribuzione. E’ vero che il film è stato finito definitivamente poco meno di un anno fa, e che ho cercato i distributori nazionali e su qualche altro fronte, poi mi sono frenato sia perché sfiduciato sia perché non posso dedicarmi a tempo pieno a quest’attività, in primo perché non è proprio il mio campo, e secondo perché mi toglierebbe troppo tempo ed energie per i miei lavori. Tuttavia il film finora è stato visto da oltre 500 persone tra Ischia, Roma (dove ha partecipato al XXIX FantaFestival nel giugno 2009, e poi altre proiezioni nel centro indiano Bibliothé) e Napoli (dove ha partecipato nel settembre scorso alla seconda fase del Napoli Film Festival con una proiezione a Castel S. Elmo). La stragrande maggioranza degli spettatori ha apprezzato il film, l’ho appurato scambiando commenti alla fine delle proiezioni, a molti piace molto, dal professore universitario al giovane 20-25 enne, un mio amico di Roma, scrittore/studioso, l’ha visto a Bibliothé tre volte e ha insistito per pagare il biglietto anche per la terza volta».

Presentarlo a Forio, cosa significa per te?

«Per quanto riguarda la proiezione al Delle Vittorie, sono molto contento di questo evento, che è stato possibile grazie alla simpatica disponibilità di Patrizia Matarese, responsabile del cinema, che subito ha accettato la mia proposta e con cui ho trovato un’ottima intesa sui dettagli e sugli accordi. La ringrazio, anche pubblicamente perché, conoscendo bene la situazione degli esercenti, dei film indipendenti fuori dai grossi circuiti, del pubblico, etc., mi ha dato la possibilità di uscire in una sala cinematografica con un biglietto d’ingresso. Per ora solo per tre giorni, poi vediamo come va il flusso, magari si può ripetere. Credo che sia anche un evento “storico” per Ischia, cioè che a Ischia sia proiettato in un cinema un film interamente girato a Ischia fatto da un regista ischitano».

Allora ci ricordi le date?

«Le date sono mercoledì 30 e giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile, spettacoli ore 20,00 e ore 22,00. Biglietto euro 5. Alla fine della seconda proiezione, quella delle 22,00, io e alcuni tra attori e collaboratori ci intratterremmo con il pubblico per rispondere a domande o scambiare commenti».

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