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Albanelli non ha ragione. Torre di Michelangelo, ovvero storia & leggenda senza pregiudizi 

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TORRE DI MICHELANGELO, IN NOME DEL POPOLO E DEL TURISMO CHE LO FA CAMPARE

Antonio Lubrano |  L’inopportuno intervento dell’amico Nunzio apparso su il Golfo nel giorno di carnevale mi costringe ad alcune puntualizzazioni che spero chiariscano una volta per tutte  perché la Torre debba continuare a chiamarsi Torre di Michelangelo, del resto così conosciuta nell’isola ed in tutto il mondo da sempre, da prim’ancora che Onofrio Buonocore ne divulgò il concetto,da quando cioè si smise in  buona parte di chiamarla Torre di S. Anna.

In proposito ci viene in aiuto il prof. Romeo De Maio che Albanelli conosce bene. Infatti il prof. De Maio in Rime Amorose, il volumetto che raccoglie una serie di poesie di Vittoria Colonna, nella prefazione così scrive: “Con la dimora di Vittoria (sul castello ndr ) la storia culturale dell’isola entra in un evidente mutamento. Il castello, militarmente glorioso, non è più aragonese, bensì della Marchesa di Pescara, così come la torre antistante non si chiamerà più Guevara, ma “di Michelangelo” sospinto dall’amore, secondo la leggenda, a dimorarvi per intravederla almeno”. E ancora, davanti alla cognata principessa Giulia Gonzaga: “ …E le diede l’esempio, prima danzando (Vittoria ndr) invidiabilmente, poi cantando madrigali improvvisati su un liuto : si narrava lo stesso di Michelangelo…”. Queste significative testimonianze, il prof. Romeo De Maio le ha scritte dieci anni fa, nel 2001 e rafforzano ancor di più la convinzione che il sommo Michelangelo, nella vicenda della Torre c’entri più di quanto si immagina. Il prof. Albanelli sostiene che “a più riprese è stato dimostrato che Michelangelo non è mai stato a Ischia e pertanto non ha potuto corteggiare Vittoria Colonna”. Siamo onesti: Albanelli e chi la pensa come lui, non hanno i documenti per dimostrare che Michelangelo non ha mai messo piede a Ischia e né noi possiamo certificare con carte alla mano o per assurdo con fotografie, che Michelangelo  abbia soggiornato a Ischia. Quindi sia noi che Albanelli e C. siamo nella stessa barca, con una sostanziale differenza che noi prendiamo per buone tutte le testimonianze scritte che in certo qual modo accostano Michelangelo a Vittoria Colonna nel luogo degli incontri, ossia Ischia , per il tempo che la stessa  Vittoria Colonna ha vissuto sul castello, fino al 1532. Si racconta che nel periodo di sua maggiore ispirazione poetica e forme di vita intellettuale, Vittoria Colonna nella sua dimora sul castello riceveva  visite di  artisti, poeti, scrittori, politici che affrontavano il viaggio per trovarsi al suo cospetto. Di costoro non si conoscono i nomi, ma si disegna la loro identità. Michelangelo può essere fra questi soprattutto per il dimostrato rapporto di amicizia con la bella e colta Vittoria , epistolare e sentimentale. Albanelli ha le prove tangibili per stabilire il contrario ? Non può averle, al pari di noi. Allora che ci si lasci entrare indisturbati nella storia, e anche nella leggenda, per scoprire esperienze umane consegnateci dal tempo tra la certezza e l’incertezza. Chiunque può scrivere e riscrivere la storia dove l’inganno non è previsto. Quindi. Il prof. Albanelli laddove scrive che “ purtroppo l’ignoranza storica dilaga nell’isola d’Ischia ed è avallata  da giornali” tirando in ballo il collega Massimo Zivelli, lo fa a sproposito. La storia, quella della nostra isola, non è prerogativa del solo Albanelli. La Torre, Michelangelo, Vittoria Colonna, Guevara, il Castello sono argomenti che in questi ultimi anni ci hanno appassionato conducendoci su di un terreno dove sono esplosi dibattiti e polemiche. Vi abbiamo partecipato e vi partecipiamo con interesse e coscienza. Abbiamo dimostrato che la Torre non è stata mai costruita dai Guevara, perché questi quando sono giunti sull’isola verso la fine del  1400,  La Torre già esisteva costruita forse dalla famiglia D’Avalos. I Guevara l’hanno occupata in seguito. La popolazione di Ischia mai l’ha chiamata Torre di Guevara. Il nome  Guevara è comparso in qualche pubblicazione riportato da chi leggendo i fatti storici del tempo, ha accostato il nome Guevara alla Torre, facendola divenire solo per chi ha scritto, Torre di Guevara. Per gli ischitani, per i turisti di tutto il mondo la Torre è stata sempre Torre di Michelangelo. La campagna di stampa in difesa del nome di Michelangelo è scattata quando i soci del  Circolo Sadoul di Ischia, per la verità, operando meritoriamente per le manifestazione artistiche organizzate e per l’attuale impegno nella cura dell’opera di restauro degli antichi affreschi nelle stanze della Torre, con una decisione non concordata con l’ente proprietario della Torre stessa, ossia Il comune d’Ischia, hanno arbitrariamente cambiato il nome dell’antico monumento da Torre di Michelangelo in Torre di Guevara, interpretando così la storia molto frettolosamente. Oggi ci stiamo battendo affinché la Torre ritorni con la sua popolare e tradizionale denominazione. Con noi ha chiesto la medesima cosa il popolo di Facebok. Il sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino richiamato da tanto clamore ha voluto vederci chiaro ed alla fine si è convinto che il nome prestigioso di Michelangelo fosse quello più giusto per la Torre in definitiva fase di rilancio culturale, sociale e turistico. Il prof. Nunzio Albanelli  dovrebbe essere ancor più riconoscente a Mons. Onofrio Buonocore che già precorse i tempi quando poco meno di 60 anni fa, nella Biblioteca Antoniana gli disse riferendosi alla Torre chiamata di Michelangelo:” Figlio mio ha tanto giovato e giova alla causa turistica”. Per tanto, bene fa il sindaco Giosi Ferrandino con voto di Giunta  e del  Consiglio Comunale a ufficializzare il nome Torre di Michelangelo. A nome degli ischitani ed anche del turismo che li fa campare.

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