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Befana e Re Magi… Chi sono davvero? 

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Befana e Re Magi: chi sono “davvero”? Perché si attende il loro arrivo? E perché arrivano in un giorno chiamato Epifania? L’intreccio tra tradizione cristiana e pagana, come spesso accade nel corso delle festività in calendario del mondo occidentale, forniscono le risposte.

Il giorno in cui i tre re Magi arrivarono, seguendo la stella cometa, al cospetto di Gesù Bambino con i loro doni (oro, incenso e mirra), prese il nome di “Epifania” che, in greco antico, vuole dire semplicemente “manifestazione”, “apparizione”, “venuta”. Gesù apparve ai Re Magi, che però non erano dei re e nemmeno dei maghi come oggi intendiamo: erano dei sacerdoti, uomini saggi e colti, scienziati studiosi di astronomia appartenenti a un rango molto importante provenienti, si dice, da una zona dell’Impero Persiano e di cui si hanno reali testimonianza (non di loro tre in particolare, ma della casta alla quale appartenevano). Uomini importanti, dunque, che avevano “previsto scientificamente” l’arrivo di qualcuno di importante, dato il passaggio di una stella particolarmente luminosa, diversamente dalla Sacre Scritture ebraiche che non profetizzavano l’arrivo di nessun Messia. Per questo da allora, l’evento, l’Epifania, è celebrato dalla Chiesa Cattolica come il Natale o la Pasqua.

Ma se furono loro, i Magi, a portare doni al Bambino, perché oggi è la Befana a volare di casa in casa su una scopa la notte tra il 5 e il 6 gennaio, la stessa dell’Epifania del Signore? Ora, nella tradizione pagana succedeva che la dodicesima notte dopo il Solstizio d’Inverno, il che significa circa proprio attorno a questa data, si celebrassero la morte (bruciando qualcosa) e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. Pratica che la Chiesa condannò duramente vedendoci un contatto col Diavolo. Ecco allora che Madre Natura, prima figura bella, prosperosa e gentile, già nel Medioevo aveva assunto le sembianze di una vecchia brutta, dal naso ricurvo e aguzzo, vestita di stracci. Una strega insomma: e voilà, vi presento la Befana. Che, per altro, deve il suo nome proprio per contaminazione col termine di Epifania. In alcune zone d’Italia, soprattutto al Nord, persiste la tradizione di bruciare un fantoccio che le somiglia, “La Vecia”, la vecchia, retaggio del vecchio rito, quello che vedeva, appunto, bruciare simbolicamente il vecchio anno per fare spazio al nuovo.

Ma così, direte, non abbiamo ancora spiegato perché sia la Befana a portare i doni ai bambini. Un’antica leggenda dice che i Re Magi, persa la strada per Betlemme, abbiano bussato alla porta di quella che si rivelò essere la casa di una signora piuttosto scontrosa: la vecchia, infatti, nonostante le insistenze, non si unì a loro limitandosi a indicare il cammino da seguire. Dopo aver preparato dei dolci però, si pentì e uscì da corsa per raggiungerli, senza però riuscirci. Così, si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. Evidentemente, nell’immaginario, cioè nella testa della gente, le due signore, quelle della leggenda e la Befana (vera e propria), sono diventate la stessa persona!

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