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Turismo: metti in tavola il teatro-musica e la crisi non c’è più 

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Pino Piro | La geniale idea è venuta ad Andrea, mitico gestore del Giardino degli Aranci. Due chitarre, senza amplificazione, suonate da Gino Barra e Romolo Bianco, sono il sale della gustosa pietanza. Una novità assoluta per i frequentatori delle taverne tipiche dell’isola. Qui si gustano manicaretti, preparati dallo chef Antonio Iuliano, a base di pesce, parmigiana di melanzane, insalata di mare, frittura di paranza e si ascolta musica classica napoletana del duo Barra-Bianco.  Gino Barra, 51 anni, sposato e stabilmente residente sull’isola dagli anni 70, è il veterano. Romolo Bianco, 27 anni, è il giovane astro nascente. Tutti e due diplomati al conservatorio, hanno trascorsi musicali assai impegnativi. Il Pulcinella moderno e l’uomo in frack sono le gag più esilaranti ed uniche del giovane Romolo. Andrea Impagliazzo ha sempre avuto il senso dell’ospitalità. Oggi festeggia i suoi 50 anni di attività che anche il sindaco d’Ischia, Giosi Ferrandino ha testimoniato con la targa di “pioniere del turismo”. Il Giardino degli Aranci, registra il pienone tutte le sere. L’anfitrione Andrea, è lo spettacolo nello spettacolo. Le sue battute azzeccate, fanno parte del copione. Il pubblico, mangia, beve e si diverte. Una formula magica che Andrea interpreta con consumata maestria e squisita genuinità.  La figlia Cristina, il maitre Enzo Di Iorio, il pizzaiolo Gaetano Marcolini e l’aiuto cuoco Francesco Lippolis, sono gli attori della compagnia musico teatrale culinaria di tutte le serate. Ospiti illustri sono stati immortalati con fotografie e testimonianza autografe.  Dal cavaliere Berlusconi, Amedeo Nazzari, Walter Chiari, Renzo Arbore, Liz Taylor, Richard Burton, Paolo Perego, Liliana De Curtis, ad uomini dello sport del calibro di  Maradona, Falcao, Spalletti, Rivera. Sottolinea Andrea:” L’unico mio rammarico è di avere attestazioni perfino dagli stranieri, ma poche dagli ischitani. Ho creato il Giardino degli Aranci perché fosse frequentato da tutti. Da me non si paga la musica e lo spettacolo, come succede in altri posti. Si può anche soltanto bere un drink e gustarsi lo show e la musica senza alcun supplemento”. Il  messaggio provocatorio del buon Andrea,  dovrebbe far riflettere tanti altri gestori di locali. Come quella brutta voce del conto “servizio” che ancora esiste dalle nostre parti, mentre altrove non si cita più, anche la musica con Andrea diventa parte integrante della cena. Il Giardino degli Aranci, aperto 50 ann fa, è l’ultimo che resiste tra le taverne tipiche degli anni 60.

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