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‘O Tozzabancone 

orsolino

Orsolino, poeta e scrittore lacchese | Bei tempi, quelli andati, quando per favorire un incontro amoroso con il proprio uomo, nelle famiglie numerose con un viavai di bambini, il bottegaio della zona si assumeva il compito di intrattenere, con favolette o distribuzione di piccole leccornie, quelli che le mamme gli inviavano con la frase stabilita di ‘accattà ‘o tozzabancone’ per regalarsi attimi di felicità. Sembra che si sia tornato all’antico, per avere un po’ di intimità Giosi e Domenico, hanno inviato a comprare il tozzabancone ai propri consiglieri comunali. I lecca lecca si sprecano, le lingue di Menelik pure, i Pulcinella con la trombettella vanno a ruba e c’è pure qualcuno che fa la parte di ‘scicchignac’ nella bottiglia (il diavoletto di Cartesio). Il Sindaco di Casamicciola si vorrebbe inserire per far vedere di esistere ma sa e non sa di avere o non avere una maggioranza, sembra Veltroni che ciacca e medica (la parte gli riesce per vezzo professionale, solo che è pediatra mentre per inquadrare le numerose puttanelle della sua maggioranza ci vorrebbe  un esperto in malattie veneree), quello di Forio, in coerenza con il nomignolo affibbiatogli ‘vuciariè’, gira in tutte le direzioni e il tozzabancone sembra che lo cerchi lui invece dei suoi consiglieri, ed in linea con la professione che esercita recita a meraviglia la parte delle tre ‘scignitelle’. Stavo ascoltando un saggio lacchese che mi metteva a parte degli sviluppi del quadro politico isolano mentre insieme andavamo dal ‘Capetiello’ a piazza S. Restituta. Mi faceva sentire padrone del mondo e quella passeggiata superava per importanza la berlinese Kurfurstendamm, o la milanese via Montenapoleone, o la romana via Fratina. Giunti a metà percorso il mio mentore mi ha mostrata una scultura di Nino Basile, un piede sul mondo, che voleva significare il cammino dell’uomo, ma l’incolto volgo diceva che quella scultura voleva significare che il Comune lacchese era amministrato con i piedi. Giunti in piazza è comparso il sole: Domenico incedeva troneggiando tra una mezza dozzina di mezze calzette. Era già sudato, peggio di un ciclista che partecipa alla Liegi-Bastogne-Liegi aveva aggiunto una tappa in più al suo andirivieni politico: Lacco-Roma-Napoli 1 e 2-Lacco. Un suo tifoso ci ha guardati e con sfrontatezza l’ha salutato così: “Vai Domè, Strasburgo ti aspetta”.

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