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Casamicciola. Messi comunali e affissioni: a piedi, manca la benzina! 

arnaldo

AAA Governo cercasi: Bersani imita Arnaldo e “Buoninsegna” resta senza benzina

Ida Trofa | Dipendenti sul piede di guerra ed in astensione dal lavoro per il mancato pagamento degli stipendi, partecipate in bilico eccetto una, quella monnezzara, anche i Carabinieri rimandati indietro dall’ufficio protocollo causa “sciopero” e messi comunali a piedi, senza benzina per le consegne quotidiane.
A Casamicciola Terme, stamane, l’ennesima gag con il buon Pietro Mennella del servizio affissioni ed il messo Mario Taliercio costretti a ritornare in municipio gambe in spalla perché il furgoncino d’ordinanza era rimasto a secco nell’atto di consegnare e notificare i vari documenti smistati da palazzo. Insomma un paese in stallo, bloccato anche dalle incertezze e dalle non scelte del suo Primo Cittadino ed ora, pare, senza più soldi, senza via di uscita e una sola speranza, il predissesto.
Certo bando agli sperperi e agli scialacquii inconcludenti, ma un minimo di speranza e una possibile via di uscita deve pur esserci!  Una inquietante analogia con il caso clinico Italia e l’incapacità dei politici eletti di venire al dunque. Così in questi giorni di polemiche, discorsi, dibattiti e richieste di Governo a livello Nazionale, una domanda sorge spontanea: “Riuscirà prima Bersani a fare un governo o Arnaldo Ferrandino a nominare una giunta?”

Eppure un Governo pare necessario per affrontare le scadenze economiche. Come pure sarebbe auspicabile una opposizione degna e non prona e pronta per entrare nuovamente al centro del “potere”. Dall’aumento dell’Iva alle scadenze su Imu e Tares, previsioni su incassi in cui i nostri governati sembrano essere stati prodighi di cartelle esattoriali e notifiche ai contribuenti, ma di rilancio, di una parvenza di progettazione turistica o del sistema paese, neppure a parlarne. Una gestione ordinaria per la quale è lecito chiedersi che differenza passi con un commissariamento prefettizio. A cosa è servito votare se Casamicciola si ritrova tutti soggetti incapaci ed inabili a ricoprire ruoli, assolvere compiti, avere deleghe, proporre. E se tanto ci da tanto, attesa la buona fede e la capacità di giudizio del sindaco su i suoi “polli” politici, sia lui stesso, allora a fare da factotum, non tralasciando nulla, neppure la pianificazione. E’ giunto il momento che vada oltre i conti e i meri equilibri, le parate e le processioni con tanto di stendardi e medaglie. Nessun governo nazionale, da quasi un anno mezzo governo comunale, dove andremo a finire, cosa ci aspetta?

A pagare saranno comunque i cittadini. Anche per lo stallo politico, anche per l’incapacità di chi ci governa nel mettere in piedi un governo credibile, nominare uomini e donne con iniziative e capacità di delega. A dirlo sono gli esperti. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, se nelle prossime settimane le principali forze politiche non troveranno un’intesa in grado di garantire la nascita di un governo capace di affrontare le priorità di carattere economiche, il costo per le famiglie e le pmi sarà di almeno 23 miliardi di euro.

E cosa potrà accadere ancora a Casamicciola continuando di questo passo? Dipendenti senza stipendi, comune paralizzato, imprese in crisi e pronte a chiudere, tutti sotto la scure di una pressione fiscale che non accennerà a diminuire per i prossimi dieci anni. “Saranno dieci anni di scarifici”- tuonò Arnaldo Ferrandino nell’ultimo consiglio comunale di annuncio al ricorso della procedura di “risanamento economico e finanziario”. In un clima di totale incertezza, questa del sacrificio evidentemente è l’unica certezza!

Nel report pubblicato l’associazione degli artigiani calcola piuttosto dettagliatamente la portata economica del danno procurato con il non governo. La situazione più critica esploderà all’inizio dell’estate. Altra mazzata alla nostra economia turistica. A metà giugno è, infatti, previsto il pagamento della prima rata dell’Imu, mentre ad inizio luglio dovremo pagare la prima maxi rata della Tares e subire l’aumento di un punto percentuale dell’Iva. Si consideri che tra giugno e luglio è prevista anche l’autoliquidazione Irpef, che tra il saldo 2012 e l’acconto 2013 costerà ai contribuenti italiani 8,5 miliardi di euro circa. Infine, la mancata abolizione dell’imposta sulla prima casa non consentirà alle famiglie italiane di risparmiare 3,5 miliardi di euro e non è da escludere che molte persone si troveranno in seria difficoltà ad onorare queste scadenze. Dunque bye bye vacanze, bye bye lavoro. Se si tiene conto che i livelli di credito erogati alle famiglie e alle imprese sono quasi sicuramente destinati a diminuire ancora, è probabile che da questa situazione se ne avvantaggeranno solo gli usurai. Se non si dovesse trovare un’intesa politica che permetta la nascita di un esecutivo in grado di ridurre le tasse già programmate e sbloccare i pagamenti, il danno economico che graverà su famiglie ed imprese sarà incalcolabile e disastroso, questo a livello nazionale, figuratevi a livello locale, dove il nostro destino è già segnato, al bivio tra dissesto o predisseto.

 

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