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Ai concerti rock si sta in piedi! 

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Una sgradevole polemica emersa dopo l’esibizione della PFM ad Ischia
Massimo Coppa
http://blog.libero.it/massimocoppa

Dopo il concerto della Premiata Forneria Marconi, sui mass media locali di Ischia ha fatto capolino una sgradevole polemica innescata da una signora; questa signora è stata l’unica a mettere per iscritto le sue rimostranze, ma pare che parli in rappresentanza di un sentimento diffuso anche ad altre persone venute all’evento. In sintesi: viene lamentata l’assenza di sedie. In pratica si protesta per essere rimasti in piedi.

Con tutto il rispetto per una legittima lamentela, questa polemica è singolare. Ai concerti rock l’assenza di posti a sedere è la regola. Ne so qualcosa: per pura passione seguo eventi live, grandi e piccoli, con artisti nostrani e stranieri, in tutta Italia, dal 1989 (negli ultimi anni mi sono dovuto limitare perché quest’hobby è diventato oggettivamente troppo oneroso, anche dal punto di vista finanziario): quasi mai ci sono posti a sedere, ed anche quando ci sono la gente preferisce restare in piedi per poter ballare, saltare, acclamare e così via.

Il posto a sedere è tipico delle dimensioni teatrali, al chiuso, indoor, ed anche di certi generi (opera lirica e jazz specialmente). Ma il rock si vive in piedi. Certo, dipende anche dalla location: lo stadio, le strutture sportive, l’arena, ed anche alcuni palatenda hanno “anche” i posti a sedere. Ma, soprattutto, c’è uno spazio per i posti in piedi. Anzi, la sistemazione di sedie è deleteria, riducendo enormemente la possibilità di afflusso delle persone: come accaduto per Fiorella Mannoia alla Piazzetta di Ischia.

Diciamo che sedersi è un’eccezione, non la regola: per cui bisogna essere preparati a questo. Ricordo che ad un concerto degli U2 all’Aeroporto dell’Urbe, a Roma, eravamo in oltre centomila: come avrebbero potuto esserci delle sedie?! In quell’occasione, calcolando i tempi morti e le chiusure delle arterie al traffico veicolare (con l’auto lasciata a chilometri dalla location), io e mia moglie (che allora era la mia fidanzata) restammo in piedi per qualcosa come otto ore consecutive! Dover stare in piedi può dispiacere, può dare fastidio, può essere ritenuto scomodo. La soluzione è semplice: non ci si va. Però non si può sbandierare la propria inesperienza ed ignoranza in tema di musica rock dal vivo come diritto assoluto da vedere soddisfatto.

Mi si passi una metafora sportiva: è come se uno volesse lamentarsi del fatto che, giocando a rugby, ha subito qualche colpo. Come disse Pierre Berbizier, ex CT dell’Italia ed attualmente allenatore del Racing Metro di Parigi: “Se non sei capace di prendere un pugno, allora faresti meglio a giocare a ping pong”. Quindi potremmo dire: “Se non sei in grado di stare in piedi due ore, allora faresti meglio a guardare la televisione nel salotto di casa”.

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