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Caro “Frocio”, «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» 

GAY

La boutade del Liceo Classico ha riacceso i riflettori sul rapporto tra la nostra isole e gli omosessuali. Non avendo nessuna voglia di analizzare l’episodio marginale del non “votate il Frocio” ripubblichiamo l’editoriale del direttore e i pdf dell’ampio servizio pubblicato lo scorso mese di aprile dal titolo “Ischia, l’isola gay friendly”.

Gaetano Di Meglio | Questo numero de Il Dispari è forse il più difficile di quelli realizzati fino ad oggi. 32 numeri passati veloci e liquidati con sacrificio, ma con un peso più leggero rispetto a questo. Abbiamo provato con Bruno Mancini e Rosa Di Iorio a raccontare – per quanto possibile – il lato gay della nostra isola.
Ci siamo dati la regola di non voler commentare o giudicare se ci troviamo davanti a cose giuste o sbagliate, confidando nella sensibilità del lettore e di ognuno di noi. E’ probabile che le testimonianze dirette e le interviste che abbiamo raccolte raccontino una parte della medaglia, forse la sbagliata, forse la giusta, ma l’intento de Il Dispari è quello di mettere in evidenza questo specifico aspetto della nostra isola.
E’ facile imbattersi, vivendo ad Ischia in coppie gay o lesbo. In molti casi, a dire il vero, ci conosciamo fin troppo bene e sappiamo chi siamo.
Mentre i diretti interessati ci raccontano di disagi e discriminazioni, la società ischitana sembra essersi evoluta e globalizzata senza troppi problemi. La Cassazione ha riconosciuto il “diritto di coppia” ai gay, la società anche, ma solo in parte.
Devo essere onesto, io rispetto al fenomeno ho un concetto estremamente biblico: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. Ovvero, ognuno di noi ha bisogno di una sincera, profonda e vera conversione e, proprio per questo, rispetto all’argomento che proviamo a trattare, mi interessano poco sia le posizioni della chiesa di stato, sia quelle dei movimenti gay.
Queste cinque pagine de Il Dispari ci offrono uno spaccato molto particolare, forse, in antitesi con i tempi che corrono.
Coltivo una piccola speranza. Oggi siamo chiamati a garantire l’anonimato ai nostri “amici” gay.
Chissà… un giorno qualcuno avrà il coraggio di dirci la sua, con nome e cognome…

 

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