Casamicciola stacchi la spina
Vincenzo De Costanzo* | Destano stupore e perplessità i canti di vittoria levatisi da apparati politici casamicciolesi ed isolani all’indomani dell’esito negativo uscito dalle segrete urne del consiglio comunale, in merito alla delibera sul referendum del Comune Costiero.
Casamicciola,patria di illustri personaggi della politica e della cultura,prenda le distanze da una classe dirigente che non ha avuto il coraggio delle proprie azioni. Sempre più fragili permangono gli equilibri di questa amministrazione.
Sede di un porto che riveste una vitale importanza per l’economia turistica e commerciale dell’ isola. Snodo principale di gran parte delle arterie che attraversano l’isola,terra pregna di storia,cultura, termalismo ed inevitabili disastri naturali,negli ultimi anni non ha saputo dar seguito al rinascimento che pur lentamente si andava materializzando.
L’ improduttività politico-amministrativa recente di cui è vittima Casamicciola,ben presto porterà la cittadina termale alla paralisi economica e sociale.Prova di ciò si è avuta con il dopo alluvione che mise in ginocchio il paese,costellato da impressionanti vuoti di programmazione e risalita.
Come rialzarsi e guardare con fiducia al futuro ?
Lo sviluppo virtuoso di un comune dell’ isola d’Ischia non si misura entro confini territoriali ristretti,ma lo si identifica all’interno di un sistema più ampio.Paradossalmente Casamicciola a fronte di una centralità morfologica evidente,sembra essere periferia di se stessa.Le piccole e medie imprese rientrano a fatica sulle rotte economiche e dei turismi della regione.
L’ ipotesi di una fusione a tre dei comuni che comprenda Ischia,Casamicciola e Lacco Ameno o ancor di più l’idea madre del Comune Unico,sembrano poter rispondere positivamente alle esigenze non più rimandabili degli isolani. Nella fattispecie la posizione centrale di Casamicciola potrebbe rivelarsi predominante nell’ubicazione di pubblici uffici,il porto essere appetibile ed attrattore di importanti investimenti e ristrutturazioni, foraggiando le attività produttive che si affacciano sulla costa.
Per non dimenticare le rovine del Pio Monte della Misericordia che richiederebbero risoluzioni definitive e tempi migliori.
La frenata sul Comune Costiero che si è avuta in sede di consiglio comunale, possono esser prese a modello di riferimento ed esempio lampante di come possano ingessare il futuro di un territorio una dozzina di amministratori locali (non si riesce a capire bene se di maggioranza o di minoranza ) con un pugno di voti alle spalle.
Sulla trasparenza delle urne e sui fattori esterni contaminanti che hanno determinato tale procedura,meglio stendere un velo pietoso.Purtroppo queste forme di anti-democrazia e di poca chiarezza con cui si gestisce la materia pubblica investono gran parte dei consigli comunali dell’ isola, nascondendo interessi corporativi e personalistici,che rischiano di compromettere la riforma stessa del Comune Unico.
E’ il momento di chiudere con la politica dell’improvvisazione,degli sprechi,degli iperlocalismi :non basta sistemare frettolosamente a stagione inoltrata fioriere e piante sui davanzali del water-front,bisogna aver rispetto sopratutto di quei turisti che scelgono di destagionalizzare le proprie vacanze,facendogli trovare sempre ed a maggior ragione un paese moderno,accogliente ed efficiente nei servizi.
E’ tempo che Casamicciola e gli isolani stacchino la spina da questi esempi di declino politico- amministrativo.
Auspichiamoci che il doppio referendum continui la propria strada e la Regione Campania non si pieghi alle logiche di una politica locale sempre più minuscola e fuorviante.I cittadini di Ischia,Casamicciola e Lacco Ameno avranno una doppia chance per costruire percorsi condivisi di comunità comprensoriale.
Prossimamente il federalismo busserà alle porte dei comuni,imponendo autonomia finanziaria ed autogoverno.Un regionalismo sempre più spinto non dovrà trovarci impreparati e frammentati.
Nella speranza che si apra una nuova stagione delle riforme per la Campania e per la nostra isola ,fanno pensare a tal proposito i ripetuti appelli del Presidente Stefano Caldoro che invita la società civile a ripartire generando la “CULTURA DEL SI”
* socialista liberale