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Ceci & Baccalà di Enrico Scotti. “Sulla via di Damasco” 

ceci

Prefazione
Prima di inoltrarmi nelle vicende pallonare doverosamente mi corre l’obbligo di ringraziare calorosamente gli anonimi, ma non troppo, protagonisti della consacrazione di questa rubrica anche fuori dalle coste isolane.
Mai avrei chiesto tanto e per questo sono loro grato con tutto il cuore, giallo- blù si intende . Mi è stato riferito che l’incitamento del coro, anche se composto da poche voci bianche, pardon giallo-blù, è stato di grande effetto ambientale pagando così un sollecitato debito di riconoscenza verso coloro i quali sempre più spesso, se non sempre, rappresentano l’ ingrediente base del mio piatto settimanale. Sapendo di peccare di modestia devo però confessare, arrossendo non poco, che l’iniziativa degli anonimi cantori ha reso il mio pomeriggio di sabato ancor più gioioso. Inoltre mi ha convinto ulteriormente che la rubrica  viene letta ed apprezzata  ed la cosa mi stimola e mi impegna ad essere ancora più assiduo e pungente nell’incontro settimanale con i lettori. Grazie di nuovo a tutti e arrivederci al prossimo piatto !

La gara con l’Internapoli era iniziata sotto i migliori auspici.
Al Nuvoletta era cresciuta miracolosamente l’erbetta (miracolo della Bindi) e udite, udite, le docce funzionavano a meraviglia con acqua calda e addirittura fredda. Appresa la buona nuova, la squadra è apparsa d’ incanto trasformata offrendo un gioco fatto di idee, forza ed una velocità impressionante.
Sembrava addirittura, l’Ischia, una squadra nuova nella testa, nelle gambe e nel gioco nonostante avesse di fronte una delle migliori squadre del girone seriamente candidata a contendere agli stessi giallo–blù la vittoria finale.
I giallo- blù guidati dall’ottimo Del Gaudio provano da subito a schiacciare nella loro area gli uomini di Sorrentino con un ottimo calcio fatto di giocate rapide sulle corsie esterne, sovrapposizioni e grande aggressività  in fase di non possesso, ritmi frenetici nella circolazione della palla e con un Sarli inmarcabile ed autore di continue aggressioni degli spazi con bordate terrificanti verso la porta di Ciccarelli.
I napoletani ribattevano colpo su colpo con triangolazioni fiaccanti splendidamente arginate dalla superlativa difesa isolana, Lepre ed il vecchio goleador Murolo, classe 93, provavano a ribaltare il gioco e addirittura il primo si presentava dinnanzi ad Incarnato e solo grazie ad una miracolosa spinta da tergo di Scarlato che si riusciva ad evitare un gol certo.
Lo scampato pericolo faceva addirittura aumentare il ritmo da parte dei nostri ed impreziosito da splendide giocate, anche se gli uomini del Presidente Di Marino dimostravano la loro eccezionale caratura tecnica tipica negli elementi di serie superiore.
Una gara quindi emozionantissima per i continui capovolgimenti di fronte nel corso dei quali gli uomini del Presidente Ferrandino che vanno in rete.
Il gol del vantaggio è da attribuire doverosamente a Manna , anche se Borrelli ha voluto, con un gesto molto antipatico, privarlo della paternità anticipandolo con un imperioso stacco di testa per depositare nella propria porta la sfera.
Nell’intervallo in tribuna gli elogi per le due squadre si sprecano tra i numerosissimi addetti ai lavori e gli allenatori presenti,  tra loro qualcuno pronostica un pareggio, altri una meritatissima vittoria dei padroni di casa.
La pattuglia isolana capitanata dal Presidente Ferrandino è la più serafica e tranquilla, con un Marco Mazzeo felicissimo di aver evitato campo o panchina e di sedere comodamente  in tribuna.
La ripresa inizia con ritmi ancora più frenetici, sono in molti a chiedersi se il fiato sorreggerà le due squadre sino alla fine.
I due portieri, con interventi miracolosi,  negano agli attaccanti numerose segnature, il più indiavolato di tutti è Sarli, sembra un ragazzino per come corre, imposta e tira, alla fine capisce che solo usando la mano (quella sx) può fare gol ed è raddoppio.
Clamoroso, abbiamo spezzato le reni ad uno squadrone, oramai siamo lassù, ancora un piccolo sforzo domenica al Mazzella (anche li c’è erba , nuova, e docce calde e fredde ) contro gli uomini dell’ex Presidente Francesco Cupparo, oggi Sindaco di Francavilla, ed il sogno incomincerà ad avere contorni più nitidi.
Con quello che si vede in giro pretendere la vittoria finale non è assolutamente una richiesta oscena, bisogna solo guardarsi dalla Casertana e sarà finalmente Lega Pro.
Pertanto alla luce di queste considerazioni  e di quanto accaduto all’uomo che tagliuzzava i fogli di giornale, clone  inquietante del titolare dell’edicola dei Maronti, che di punto in bianco ha perso video e fogli, mi sono convinto che questo è e sarà il mio solo modo di commentare le vicende tecniche giallo-blù.
Per quelle societarie poi mai più dubiterò dell’organizzazione capillarissima in ogni sua forma e fino al termine del campionato mai più avanzerò critiche al riguardo.
Appreso infine, da un tavolo di concertazione di Via Antonio De Luca,  che il progetto importante ed i sacerdoti del nuovo calcio resteranno ad Ischia, anche dopo le elezioni, ne è d’accordo perfino Umberto Bossi, pregherò in religioso silenzio pur di rientrare in Società, magari mi affideranno la gestione delle bouvette.
Nel formulare le mie scuse per l’incarico ricevuto all’attuale gestore, le porgo anche a Lucio Varriale, all’epoca i soliti noti mi avevano raccontato di una sua operazione pro Palermo dimostratasi poi grazie all’apporto  dei  recenti  studi del massimo storico isolano sui flussi d’ investimento mancato per l’isola (ovviamente dopo quelli dati alle stampe da Giuseppe D’Ascia nel 1864  ndr ) una ennesima cattiveria all’ischitana.
Ed a proposito di cattiverie devo confessare arrossendo non poco che  fui io a consigliare Gianni, ovviamente Agnelli, a non investire neanche una lira sull’isola, fui sempre io, tramite il compianto prof. Piero Malcovati, a convincere il Cummenda Rizzoli di non costruire la funicolare Maronti–Epomeo ed ancora io a chiedere a Roberto Fiore di lasciarci in ostaggio il povero Ciro Coletta ed in ultimo fui io ad intervenire presso la Santa Sede per non beatificare in vita il mitico Goveani Notaio. Credo che come redenzione ci sia quasi tutto!

P.S.  Mi corre l’obbligo di confessare che non sono mai andato e mai andrò a Damasco!

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