Concessioni termali: Il TAR sentenzia, la Regione se ne fotte. Albergo foriano senza terme!
Il problema delle concessioni termali per la gestione delle nostre terme torna drammaticamente in primo piano. Questa volta, però, assume toni assurdi. Un noto complesso alberghiero foriano si vede, ancora una volta, bloccare le sua concessioni a firma di un dirigente regionale che, nonostante il TAR prima e dopo il Consiglio di Stato abbiano dato ragione all’imprenditore ischitano scrive nel Decreto Dirigenziale n. 177 del 20/07/2012 “per i motivi espressi in narrativa che qui si intendono integralmente riportati e confermati: 1. di rigettare la richiesta di riassegnazione della concessione per lo sfruttamento di giacimento di acque termali già denominata [...]“.
Mentre ad agosto i lavoratori ischitani e le loro famiglie del complesso termale senza concessione allo sfruttamento del giacimento termale si trovano a zonzo e senza lavoro, leggendo il Decreto Dirigenziale firmato dall’ingegnere Ing. Sergio Caiazzo ci si trova davanti ad una durezza e una puntigliosità che sorprende non poco con passaggi de tipo: “Priva di ogni pregio è inoltre l’osservazione secondo la quale non sarebbe possibile redigere il cronoprogramma in assenza di titolo concessorio: l’evidente incoerenza di tale affermazione pone, anzi, in dubbio che il richiedente abbia le capacità minime per essere concessionario dello sfruttamento di risorse termali”.
Avendo volutamente “nascosto” (in difesa dei lavoratori) il nome del complesso termale di cui tratta questo post e, conoscendo lo spessore imprenditoriale, turistico e la storia di chi stiamo parlando ci sembra proprio che si stia portando avanti una questione che non regge anche perchè sia la sentenza del TAR sia la delibera del Consiglio di Stato si erano già espresse e avevano bocciato l’operato regionale sulle stesse motivazioni con cui, oggi, si nega la concessione.
Secondo i legali dell’albergatore il ricorso di sospensiva, considerato il testo del Decreto Dirigenziale 177 è già vinto, come sarà vinto quello di risarcimento. Nel frattempo però, c’è da affrontare l’emergenza per i posti di lavoro, siamo al 2 di agosto.