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Crisi nera? No, ancora di più! E si emigra ancora una volta… 

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La nostra politica di trastulla tra comune unico, comunello, comunelle, regni di nettuno, partecipate, feste, festicciole e chi più ne ha più ne metta e nel frattempo il paese sprofonda in una crisi sembra tosta da superare.

Uomini e donne in ferie. Gente che va avanti con la “disoccupazione minima” perché ha lavorato solo 4 mesi o solo la mattina o solo il pomeriggio. Operai che stanno spasso. Imprese di servizi che non hanno lavoro.

Uno di loro mi ha detto… “è tempo di spiegare a quelli degli studi di settore di farsi due conti a Ischia”. Ed è tutto dire.

Questo mese di ottobre segna, davvero, il primo gradino verso una scalata di dolore. Gli albergatori, protetti dalla crisi e impugnando il coltello dalla parte del manico dettano le loro leggi.

90, 120, 180 giorni per i pagamenti sono all’ordine del giorno. Qualcuno, invece, paga l’anno prossimo. Proprio così!

Basti pensare che il Comune di Ischia ha notificato recentemente ai suoi dirigenti si notificare ai creditori che i pagamenti avverranno dopo 400 giorni!

E’ l’autunno della morte dei servizi. Ho raccolto la testimonianza di un elettricista, quasi alle lacrime.

«Avrei dovuto iniziare un intervento in un albergo in questi giorni e avevo detto ai ragazzi di farsi qualche giorno di ferie prima di cominciare il lavoro. E’ saltato tutto. L’albergatore mi ha detto che non ha soldi. Sta ancora pagando i lavori dell’anno scorso e c’è la crisi.»

E ora?
«Passo la giornata su internet a cercare subappalti in Lazio, Toscana, Emilia Romagna, nelle Marche, qui ad Ischia non c’è lavoro!
Non si può andare avanti così. Sono pieno di debiti con i creditori. Gli albergatori pagano quando vogliono e non si riesce ad andare avanti. Stiamo tutti nella stessa condizione.»

E’ una denuncia, ancorché superficiale, che non può restare senza voce. Il terziario, il mondo dei servizi, le professionalità ischitane e le nostre intelligenze più belle restano marchiate da una società scialba, che ha rinunciato alle prospettive. Ci sono gli amici del cricca che vanno avanti, i figliocci della casta che sopravvivono e se non fai parte di cricche e caste devi morire.

Si ricomincia una nuova emigrazione. Produciamo un terzo del PIL  del Turismo in Campania e i nostri muratori, elettricisti, stuccatori costretti ancora una volta ad emigrare da Ischia, a trovare fortuna all’estero

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