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De Chiara lascia il pool delle demolizioni. “Ruspe? I reati vanno perseguiti senza se e senza ma” 

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Il Velino | “Lascio tanti colleghi che stimo e nutro una speranza che auspico diventi certezza: che le inchieste che ho condotto non si fermino. La Campania è una bomba ambientale”. Sono le parole di Aldo De Chiara, ex coordinatore della sezione ambiente della procura di Napoli che il Csm ha nominato il 16 maggio scorso avvocato generale dello Stato a Salerno, quella stessa città dove giovanissimo divenne vice commissario prima di entrare nei ranghi della magistratura. Classe 1945 in magistratura dal 1971. Pretore, magistrato di sorveglianza, direttore dell’ufficio speciale, sostituto pg, e dal 21 febbraio 2007 procuratore aggiunto a Napoli dove ha coordinato delicatissime indagini che hanno visto indagati eccellenti spesso divenuti poi imputati. Rifiuti, eco balle, discariche, abusivismo edilizio, disastri ambientali. Chi lo conosce sa che è un uomo tutto d’un pezzo, attento a pesare ogni singola parola, pragmatico e profondo conoscitore di ogni cavillo procedurale utile a ottenere il risultato investigativo.

Presidente, i suoi detrattori parlano di un uomo eccessivamente rigido. È così?
“Io applico le leggi se questo significa essere rigido allora sono rigido e mi fermo qui”.

Ad esempio è finito nel mirino del movimento anti ruspe. Perché per tanti anni non si è fatto niente e poi è esploso il bubbone?
“Io non posso rispondere di inerzie altrui. Anche in magistratura c’è un atteggiamento culturale che non ritiene di doversi impegnare più di tanto nell’azione di contrasto all’abusivismo. Io sono dell’avviso contrario: i reati vanno perseguiti senza se e senza ma. Soprattutto quando ci sono sentenze passate in giudicato”.

Qualche cittadino sarà felice della promozione a Salerno.
“Ho avuto fin a ora una serie di manifestazione di consensi sinceri e molti si sono dispiaciuti del fatto che lascio Napoli. Sono le stesse persone che credono io abbia lavorato bene”.

Il collega che più le mancherà?
“Così mi fa litigare con qualcuno! Lascio tanti colleghi che stimo ma sono certo di trovarne altrettanti a Salerno partendo proprio dal procuratore generale Di Pietro e dal capo dei pm Franco Roberti”.

Cosa lascia a Napoli?
“Una serie d’inchieste che mi auguro, anzi sono sicuro, che chi mi sostituirà saprà portarle a termine con successo”.

Molte inchieste hanno fatto rumore, pensiamo a quella sui rifiuti che ha messo sul banco degli imputati Antonio Bassolino.
“Si tratta di un imputato che voi giornalisti definite eccellente, che è stato raggiunto da elementi di presunta responsabilità penale e quindi il rinvio a giudizio è stato accolto. Ora il giudice del dibattimento di primo grado farà le sue valutazioni”.

Un’inchiesta sui rifiuti portò anche lo strappo con il procuratore Lepore.
“Non parlerei di strappo con Lepore, quanto meno su questa inchiesta, divergenze non sono mancate ma su altre inchieste. Su altri vicende non voglio tornare”.

Tipo lo stralcio della posizione dell’allora prefetto Pansa?
“Sono questioni che non interessano nessuno”.

Qual è l’inchiesta di cui va più fiero?
“Quella definita dai giornalisti ‘onda nera’, cioè lo sversamento del percolato nel mar Tirreno. Tutte le inchieste mi hanno dato soddisfazione, tanto più quando hanno ottenuto riscontro dagli organi giudicanti”.

Amarezze?
“Nessuna, il magistrato deve saper anche affrontare situazioni particolari nessuna inchiesta mi ha creato problemi dal punto di vista umano”.

La Campania è una bomba ambientale?
“Assolutamente sì, purtroppo per i campani”.

La politica è colpevole del disastro ambientale?
“Certamente sì, per omissioni e commistioni”.

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