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Difendendo le compagnie marittime… 

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L’ultimo exploit del verde Borrelli rientra a pieno diritto nella stessa categoria delle bufale marittime con le quali il nostro amato ospite, con la sciagurata complicità di colleghi troppo maldestri o diversamente informati per essere veri, ha inquinato la nostra estate.

La vicenda del biglietto monstre per la corsa serale/domenicale di Medmar in realtà fa il paro con il falso allarme dei posti finiti sui traghetti di qualche domenica addietro: gridano al lupo al lupo, dando in pasto a giornalisti, blog, e social network la dose regolare di mala-marittimità che droga una volta di più la dialettica dei trasporti marittimi, alimentando la confusione di ruoli, di tariffe, di obblighi e diritti.

Intendiamoci, qui nessuno vuol fare sconti alla compagnia privata che entro l’anno dovrebbe rilevare, a mezzadria con Snav, la stessa Caremar, ma il signor Azzariti protagonista dell’ultimo scandalo made in Borrelli-landia dev’essere un residente poco attento, o poco residente.

Gli ischitani da qualche anno hanno fragorosamente sbattuto contro le corse residuali ed hanno imparato a diffidarne ed a informarsi preventivamente su costi ed affidabilità.

E’ il trasporto marittimo 2.0 baby: Regione ed armatori hanno raggiunto da qualche anno una pax armata, che regge su uno scambio di reciproche cortesie, nel senso che a Santa Lucia manco si sognano di pagare le migliaia di corse osp che gli armatori privati effettuano ogni anno per le tre isole partenopee, ottenendo in cambio il blocco delle famose gare europee per l’assegnazione delle linee.

Fuori dagli osp restano le famigerate residuali, per le quali la tariffazione può essere libera, proprio perché si tratta di un pugno di corse non essenziali per la mobilità marittima nonché abbondamente segnalate.

E’ quantomeno singolare lamentarsi di aver pagato uno sproposito per portare una moto in terraferma solamente dopo aver acquistato il biglietto: voi ci credete che qualcuno compri a scatola chiuso un volo aereo, un biglietto per il treno o di un traghetto dalla Sardegna?

Al tuttologo addetto stampa del sindaco di San Giorgio a Cremano (cit. www.iustitia.it) non è chiaro che il problema non è l’esosità di poche corse, per di più a palese vocazione turistica.
I problemi sono il numero e la frequenza delle corse essenziali, le tariffe riservate ai residenti, il ruolo della Regione nella partita dei trasporti marittimi, i diritti degli utenti e gli obblighi dei vettori, sia pubblici che privati. Dare addosso a questi ultimi per aver fatto, legittimamente stavolta, il loro interesse serve solo ad alzare un polverone inutile, farli passare per vittime e rimediare un po’ di “bassa” visibilità.

Gli ischitani hanno imparato, spesso a loro spese, che la terraferma è paradossalmente più lontana oggi che vent’anni fa, e che prima di mettersi in viaggio bisogna informarsi, confrontare tariffe e tempi di percorrenza, restare aggiornati su avarie e tabelle orarie complicate come sudoku. 

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