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Donatella Migliaccio: “Da Peppe D’Ambra null’altro che calunnia” 

diritto di replica – riceviamo e pubblichiamo

È con rammarico che stamattina debba scrivere quanto segue; purtroppo, è atto dovuto.
Questa mia nota, che nelle intenzioni voleva essere breve, è qui per rispondere all’articolo, se così vogliamo chiamarlo, in cui Peppe D’Ambra, come sempre magistralmente, esprime la sua opinione sulle elezioni foriane e, en passant, sulla sottoscritta. Chi mi conosce e ha seguito e segue le vicissitudini del comune di Forio, non avrà fatto fatica a riconoscermi, come non avrà fatto fatica a riconoscere l’altra candidata citata che fortunatamente non conosco. Fortunatamente perché non posso ricollegarla a quella che, così formulata, è null’altro che una calunnia. Calunnia che ci riporta a un’Italia di oltre trent’anni fa, come quella raccontata da Sciascia, dove si agisce codardamente, insinuando sospetti sulle qualità del prossimo, ledendone la rispettabilità con messaggi criptici che vogliono seminare zizzania. Un’Italia dove i codardi e i meschini trovano spazio agendo in tale maniera.
Peppe D’Ambra, come fa da sempre, ritenendosi particolarmente deputato, da qualsiasi foglio stampato che si pubblica in quest’isola, si prende l’onere e l’onore di dare lezioni di morale a destra e a manca, ricollegando a me, una cattiveria che traspare invece unicamente dai suoi scritti. E non solo da questo. Quanto alla mia coerenza, in quel di ForioViva, dissi, in uno dei pochi incontri cui ho partecipato, che mai il mio nome avrebbe potuto essere nella stessa lista di Vincenzo Savarese. Non per questioni personali ma perché politicamente lontanissimi. E questo è agli atti. Giusto perché quando si riporta una notizia lo si deve fare con precisione. Non è a questo che mi premeva rispondere ma al modus con cui, ancora una volta, quantomeno con stizza e supponenza, chi si è sempre limitato a salire sul pulpito, senza mai mettersi veramente in gioco, dà lezione agli altri. E non lo fa entrando nel merito delle questioni, perché ancora una volta, ci sarebbe troppo impegno da profondere e, quindi, cosa c’è di più facile che tentare di mettere in ridicolo una persona per i suoi requisiti fisici e comportamentali? Un conto è farlo tra amici, altro farlo sulla pubblica stampa. Non è corretto neanche nel primo caso ma, almeno, non assume i caratteri diffamatori che qui ci sono tutti.
Purtroppo non tutti avranno colto la meschinità del gesto, se lì dove il buon Peppe s’è premurato di pubblicizzarlo, non una voce s’è levata a fargli notare alcunché. Ciò che a mio modo di vedere è ancora più grave e sorprendente; perché l’ha fatto nel gruppo online di ForioViva, quel gruppo di giovani volenterosi e per bene che fino a un mese fa era molto più presente. E parliamo di questi giovani foriani. Di tutti. Di quelli che infine si sono candidati e di quelli che invece, all’ultimo minuto, non lo hanno fatto. Io francamente non riesco a capire questa distinzione di valore tra i primi e i secondi. Mi sfugge il fatto che quelli candidati nelle liste di Del Deo siano tutti, sempre e comunque, dei venduti, degli sprovveduti, degli illusi e quelli che invece si sarebbero candidati in ForioViva, o in altre liste, no. Siamo sinceri, è una sfida per tutti i ragazzi candidati, sono gli elettori che possono determinare il cambiamento, noi ragazzi ci abbiamo messo la faccia, la disponibilità a provarci: perché questo impegno non deve essere meritorio come quello di altri? E ancora, con onestà, diciamolo che se i ragazzi di ForioViva avessero presentato una lista questi avrebbero avuto ancora meno chances degli altri di fare qualcosa qualora uno solo di loro (perché questo era il massimo a cui potevano aspirare) sarebbe entrato in Consiglio. Ma diciamo anche che se tutti i giovani candidati di Del Deo sono quella massa di inqualificabili che dice il D’Ambra, visto il loro numero, tutta Forio deve porsi un serio interrogativo: perché questi ragazzi sono il frutto delle generazioni precedenti e se sono così come alcuni li dipingono, qualcuno per anni ha sbagliato qualcosa. Spero vivamente che i foriani voteranno, come ho chiesto altrove, ragazzi non legati a nomi chiacchierati (ché ce ne sono), viceversa meglio non votare, si corre il rischio di dare nuovo spazio a una politica inconcludente e il cui sottobosco è abitato e si alimenta di chi usa ancora mezzucci meschini, vili, carichi di rancore, capaci sempre di spruzzare un po’ di fango, anche se del tutto fuori luogo, su coloro che attraversano il bosco cercando la radura.
Ripercorrendo miserie e splendori locali avrei potuto usare la stessa moneta del caro Peppe, ma il mio essere d’altra pasta, e un poco snob, come rimarcato, non mi consente di scendere a questo livello. Con questo ritengo chiuso l’argomento e da oggi in poi, a qualsiasi attacco personale mossomi dal D’Ambra e da altri, non risponderò. È il mio piccolo contributo per mandare a casa un vecchio modo di fare politica retaggio degli anni più bui di questo paese.
Ringrazio Gaetano Di Meglio per la possibilità di replica.
Donatella Migliaccio

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