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Dove sono finiti i sentieri della Lucertola? 

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Vicente Schiano | La storia del turismo sulla nostra isola inizia negli anni 50-60 e non è stata certamente la storia dei viaggi e dei viaggiatori per cultura o per affari. A mio modo di vedere i primi 50 anni risultano essere solo l’inizio della storia del turismo, intesi cioè, in termini massivi, come agire sociale, così come è concepito nei tempi moderni. Il fenomeno assume caratteri di trasmigrazione di massa come uno dei modi dell’agire sociale ed ha interessato significativamente l’economia che direttamente o indirettamente ha interessato ed interessa tutti noi isolani. Se è vero, come è vero, che gran parte delle ricerche scientifiche servono al futuro, per evitare errori e prevedere nuove situazioni perché, lo stesso metodo, non è stato applicato nel turismo? Infatti risulta essere mancante proprio quel sistema scientifico per affrontare le problematiche legate al turismo che, oggi in un momento di particolare crisi, si sente necessario. Pur essendo l’ultima ruota del carro, con la presente, ho l’ambizione di suggerire agli amministratori di buon senso ed a quanti titolari di attività turistiche – produttive, che intendono continuare a vivere con amore l’isola, un organigramma proprio per non procedere a tentoni quale: SCIENZE UMANE – Sociologia – ( Massa; agire sociale; aggressività; ecc.) Psicologia – (Individuo; piacere; vanità; imitazione; ecc.) Economia – (flussi turistici; effetto moltiplicatore ) Etnografia – (Usi e costumi e integrazione). SCIENZE AMBIENTALI – Scienze del territorio – (Acque; venti; terreni; usi locali; ecc.) Geografia – (Geopsiche; ecologia; geologia; ecc.) Climatologia – (Previsioni; Meteorologia; imprevisti; ecc.) Chimica – (Materiali; colori; odori; ecc.) Fisica – (Rumori; luce; ecc.) Botanica – (Fiori e piante) ZOOLOGIA- (Zanzare; ratti; ecc.)  A mio giudizio si può fare una ricerca scientifica e l’organigramma potrà segnalare gli studiosi più vicini a questa materia (es. quella delle fonti energetiche, delle relazioni integrate del costume o comportamento del turista, del fiuto degli operatori della ricettività) e i risultati delle loro ricerche.

Sono cosciente che non sarà facile vincere la diffidenza di quanti non credono nella funzione della ricerca scientifica ma allo stesso tempo non si può non essere consapevoli di continuare con l’improvvisazione o con le sensazioni se non si potrà aggiungere la funzione dello scienziato. Ne prendere atto che pochi, ma buoni, amministratori da tempo hanno segnalato e continuano a segnalare la cattiva gestione di denaro pubblico e relativo danno, la mancanza di una strategia che porti benefici reali e tangibili al territorio. Non si può per altro, non prendere atto altresì, che gli operatori turistici hanno agito sempre per conto proprio e si sono rivolti agli organi pubblici nei momenti di crisi o quando hanno avuto bisogno di denaro. Mi rendo conto che la problematica è complessa e diventa difficile iniziare a porre rimedio immediatamente se non partire subito con la valorizzazione del folklore locale, far conoscere gli usi e costumi che ha sempre costituito un’autentica attrazione per i turisti, ma cosa ancora più importante è la salvaguardia delle bellezze naturali. Non mi capacito come non si è ancora compreso che l’ambiente è la più grande ricchezza che abbiamo e va tutelata a qualsiasi costo se si desidera continuare a vivere di turismo e chiamare Ischia  “isola verde”.

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