“Drug Store”. L’ombra dei Mazzarella sull’isola verde 

Gaetano Ferrandino* | Un episodio inquietante, che va ben oltre il blitz effettuato nottetempo dai Carabinieri di Ischia e dalle susseguenti quindici ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dall’autorità giudiziaria. Non stupiscono certo, diciamolo senza mezzi termini, perché il consumo di droga sull’isola negli ultimi dieci anni è aumentato in maniera vertiginosa e soprattutto perché ormai lo stupefacente viene commercializzato ovunque, anche sotto casa nostra. Quello che comincia a preoccupare sono le considerazioni sotto banco fatte dagli inquirenti al cronista e per fare il punto della situazione bisogna andare indietro nel tempo. L’indagine parte nel 2009, quando a Casamicciola si registra l’incendio di due autovetture. Sembra la classica bravata di qualche giovane ubriaco reduce dal sabato sera, invece dietro quelle fiamme c’è un’intimidazione bella e buona: si tratta di qualche spacciatore “indipendente” che acquista lo stupefacente in terraferma e lo rivende alla sua piccola clientela. E che, soprattutto, non vuole saperne di passare per la grande distribuzione griffata Mazzarella. Proprio così, perché i capi dello spaccio in terraferma imponevano ai piccoli riferimenti isolani di monopolizzare la vendita della droga. E per chi non era d’accordo erano dolori. Tradotto, vuol dire che presto il clan camorristico avrebbe provato ad insediarsi in pianta stabile ad Ischia, rompendo così la verginità del territorio isolano dal radicamento della malavita. Un fenomeno sventato appena in tempo dalla magistratura e dalle forze dell’ordine ma anche un serio campanello d’allarme. Che, come accade sovente negli ultimi tempi, finirà con l’essere ignorato dal mondo politico ed associazionistico. E sarà l’ennesimo errore, sperando che prima o poi qualcuno non presenti il conto.

* tratto dal tg ischia di gente di mare tv di mercoledi 20 aprile