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Finché la barca va… caro Prefetto ci pensi Lei 

de-martino

Articolo apparso su Il Dispari, stamattina in edicola, redatto lunedì sera.

Oggi è il fatidico giorno che deciderà le sorti dei collegamenti marittimi isolani

Maria Funiciello | Quando si pensa ad un’isola si pensa subito al mare, alle spiagge, alla natura. Quando si pensa a fare un viaggio verso una meta circondata dal mare il primo pensiero è come raggiungerla: in nave o in aliscafo… beh, raggiungere Ischia (o Procida) non è proprio una minicrociera con tutti i comfort, ma fino a pochi anni fa bene o male la situazione dei trasporti marittimi isolani era più rosea e permetteva un transfer agevole e soddisfacente.
Ora la situazione è del tutto cambiata e, purtroppo come accade per la maggior parte delle cose, nel peggiore dei modi. Oltre ai “classici” collegamenti a singhiozzo” ora siamo alle porte di un semi-azzeramento delle corse stesse.
Come annunciato la scorsa settimana e poi rinviato a oggi, 15 marzo 2012, inizieranno ad avere luogo iniziative di sospensione dei collegamenti da e per Ischia. Saremo completamente lasciati “a nuoto” con solo poche e rade corse giornaliere, con chissà quale tariffa.
A mettere sul piede di guerra gli armatori privati che operano nel golfo di Napoli è stato (sembra anche ironico) il decreto SalvaItalia che ha sancito con l’ACAP sull’imposizione dell’IVA sui carburanti e beni destinati alle navi. Gli effetti soprattutto per le corse Medmar ricadono sul trasporto commerciale e sugli approvvigionamenti alimentari giornalieri.
Questa è la situazione delle compagnie private, ma non si può affermare che la compagnia pubblica Caremar se la passi meglio, anzi. Non è una esagerazione affermare che i mezzi sia veloci che traghetti viaggino a corrente alterna: spesso vittime di avarie o richiamati in bacino, altre volte (come capitato anche di recente) si rendono protagonisti di piccoli incidenti durante le solite manovre di ormeggio, incidenti che anche se lievi pregiudicano un ulteriore impiego del mezzo, costringendo la compagnia a cancellare varie corse. Tutto sempre a scapito dell’utenza, a scapito degli isolani che devono per studio o lavoro fare la spola tra l’isola e la terraferma, a scapito dei turisti che privatamente scelgono la nostra bella terra per le proprie meritate vacanze e si vedono costretti ad affrontare un vero e proprio viaggio difficoltoso e dispendioso.
Una domanda sorge spontanea… perchè le popolazioni isolane non fanno sentire forte la propria voce? Perchè le grandi associazioni di categoria che operano sul territorio non promuovono azioni in merito?
Sembra di assistere ad una disaffezione e desensibilizzazione rispetto al tema che dovrebbe stare a cuore a chiunque viva o lavori ad Ischia e Procida.
Pensiamo al paradosso che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle. Se sfogliamo una qualunque rivista turistica ci rendiamo conto che viaggiare verso mete ben più lontane costi davvero poco in proporzione alle tariffe applicate nel golfo di Napoli.
Prendiamo i considerazione le tariffe ridotte per residenti. Per viaggiare in aliscafo, sia all’andata che al ritorno, spendiamo quasi 11 euro, per un viaggio tutt’altro che comodo, in condizioni pessime e di durata sempre più maggiore rispetto al tempo dichiarato di percorrenza. Con la stessa cifra, o poco maggiore, se prenotiamo in tempo possiamo raggiungere località italiane e non e ritornare anche al luogo di partenza. Facciamo un esempio pratico: con circa 19 euro possiamo raggiungere Roma in treno, in un vagone comodo e pulito, trascorrere una giornata nella capitale e ritornare con sole due ore a Napoli.
Vogliamo dare uno sguardo ai voli di linea? Anche qui, con la stessa tariffa “di favore” riservata a noi residenti, possiamo prenotare un volo per una città italiana, come Milano o una capitale europea.
Anche se il nostro sguardo di analisi si sposta nel microsettore del trasporto locale campano i dati non sono per nulla confortanti: con un biglietto Unicocampania di fascia 2 di nemmeno 7 euro possiamo viaggiare in quasi tutta la Regione Campania (compresi i comuni isolani, ma solo per i non residenti) per un giorno intero.
Incredibile che gli isolani debbano essere così svantaggiati riguardo a un servizio che non è uno sfizio, ma una necessità.
E ritorniamo, così, alla domanda di prima: perchè nessuno fa sentire la propria voce?
Pensiamo cosa accadrà nel preciso momento in cui le cose dei privati saranno diminuite del 60 % come annunciato la settimana scorsa: la Alilauro ha dichiarato che effettuerà solo le corse Ischia – Napoli Beverello delle ore 06.30 feriale e delle ore 08.40 e Napoli Beverello – Ischia delle ore 07.35 feriale e delle ore 17.55 vM. La Medmar, dal canto suo, effettuerà (sempre problemi tecnici permettendo) le sue sempre più scarne corse giornaliere.
Quando sono stati cambiati gli orari delle corse e sono state eliminate alcune corse storiche ce collegavano la nostra isola a Napoli, ci si è limitati a lamentarsi un po’ e basta. Quando alcune corse sono state maggiorate la risposta dei più è stata laconica: “per far fronte a questo aumento ci rechiamo meno spesso a Napoli”. Ciò può andar bene per chi non è costretto a fare il pendolare, chi va a Napoli per il cosiddetto “struscio”. Ma il sentimento di comunità dove è andato a finire?
Ora sì che ci vorrebbe un’azione congiunta, una forte manifestazione della propria identità isolana per rivendicare il giusto diritto alla continuità territoriale.
Ad Ischia si può giungere solo via mare (scartiamo l’ipotesi aerea) e per forza di cose i trasporti marittimi dovrebbero essere non solo il fiore all’occhiello della comunità, ma anche il punto di forza ed essere di continuo al centro dell’attenzione delle categorie. C’è da chiedersi perchè ciò non accada nei nostri porti. La vocazione turistica è l’economia fondante del nostro territorio, le attività commerciali che vivono con il turismo, le strutture ricettive stesse, senza i collegamenti marittimi non possono sopravvivere. E allora, perchè questi colossi dell’economia isolana non fanno sentire la propria voce? Molto spesso abbinata alla vacanza c’è anche il pacchetto transfer, con tariffazione agevolata e posto prenotato. Che sia questo uno dei motivi?
Stamane dal Prefetto si recheranno i Sindaci isolani per cercare di porre rimedio ad una situazione che definire catastrofica è il minimo. Riferiranno alle Autorità le paure e le difficoltà di un territorio già martoriato dalla crisi economica e che ora, alle porte della stagione turistica, può vedersi diminuire drasticamente i vitali collegamenti marittimi.
Non si può e non si deve restare inermi e indifferenti dinanzi alla concreta possibilità di restare “a nuoto”, tagliati fuori dal resto del Paese. Non sarà solo il comparto turistico a piangere, ma lo sarà l’intera comunità isolana.

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