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Giovanni Trofa: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” 

riceviamo e pubbliciamo | Le polemiche che si sono generate durante e dopo l’ultimo Consiglio Comunale di Serrara Fontana, riguardanti le diverse opinioni,  nel regolamentare la diffusione della musica nel periodo estivo, hanno fatto spostare il baricentro dell’attenzione da uno degli argomenti a maggiore rilevanza portati alla approvazione del civico consesso: Il regolamento per l’utilizzo del campo di calcetto di cava del melo. La problematica fu illustrata nel corso del dibattito dal sindaco Caruso che ne magnificava la realizzazione e la forte attesa che aveva la struttura presso i giovani. All’esponente della minoranza consiliare che fa capo al gruppo IL PAESE CHE VORREI con Tilde, Iacono Sandro, esperto professionalmente della tematica, non poteva sfuggire un particolare di non poco conto e di conseguenza faceva rilevare  e chiedeva, se il campo di Cava del Melo, fosse dotato della certificazione di agibilià. Una domanda che raggelava la maggioranza consiliare, vistosamente in imbarazzo. Il vice sindaco Cesare Mattera,  non avendo al momento valide argomentazioni per controbattere, trovava come unico rimedio quello di relazionarsi telefonicamente con il capo ufficio tecnico Arch. Alessandro Vacca, il quale non poteva far altro che dichiarare che la struttura era dotata solo di collaudo ma non del certificato di agibilità. Questo lascia intendere il pressapochismo con cui vengono portati in Consiglio Comunale le argomentazioni.  A questo punto la discussione assumeva contorni accessi, comportamento classico di chi è ha corto di argomenti,  accusando la minoranza di voler impedire l’utilizzo di una struttura , fortemente attesa dalla locale associazione fontanese  che ne rivendicava la gestione ed addossava le colpe alla minoranza con toni  sempre più accesi ed alterati. Realisticamente ma soprattutto responsabilmente la minoranza consiliare,  ribatteva con argomentazioni normative che non lasciavano adito ad alcun dubbio. Le tragedie ancora vive verificatesi sul territorio, Monte Vezzi insegna, dovevano servire da monito per evitare il ripetersi di analoghi e tristi episodi  di cui la cittadinanza ne sta pagando ancora le conseguenze.  Nello specifico la zona in cui è ubicato il campetto è un letto di lava, con una classe di rischio R4,  che possiamo brevemente riassumere come zona per la quale sono previste perdite di vite umane e lesioni gravi alle persone ed  alle cose. La minoranza consiliare che si riconosce nella leadership di Tilde Trofa, incalzava chiedendo il perchè,  l’Amministrazione dava importanza alla certificazione di agibilità per i privati cittadini, costretti anche a chiudere le attività e lo stesso discorso non debba valere per il pubblico. All’attento lettore non mancheranno le argomentazioni e stabilire in libertà se le osservazioni della minoranza sono responsabili o sono  pretesti campati in aria come si vuol passare.  E’ opportuno  chiedersi se  è lecito per un consigliere comunale di minoranza che  responsabilmente esercita il proprio mandato, in ottemperanza al ruolo assegnato , venire accusato di essere contro il proprio paese,  allorquando mette in evidenza le carenze strutturali,  di un’ opera che allo stato, costituisce grave pericolo per la incolumità dei potenziali frequentatori. Lo scopo di questo scritto è finalizzato a precisare che,  Il Paese che vorrei con Tilde, ha la coscienza a posto davanti alla cittadinanza per aver fatto valere le proprie ragioni  ed invita responsabilmente i genitori dei minori che probabilmente frequenteranno la struttura di accertarsi della regolarità dell’opera.  Il Paese che vorrei con Tilde, pur in minoranza, ha la forza e la capacità di utilizzo del mezzo di comunicazione per portare e far valer le proprie ragioni,  che l’attento lettore saprà valutare. Intanto con il classico refrain, ho vinto io, comando io, faccio come dico io, la maggioranza approvava all’unaminità il regolamento del campetto di cava del melo.  E chi è causa del suo mal, pianga se stesso, evitando di addossare la colpa ad altri che hanno solo espresso la loro responsabile opinione. Non ci resta come al solito affidarci alla mano divina.

Portavoce “ Il paese che vorrei con Tilde”

Giovanni Trofa

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