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Giudici Tributari tra i giudici coinvolti anche due ischitani d’adozione, Rossi, con residenza estiva a Forio 

Nella maxi operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’emissione di ben sedici mandati di custodia cautelare per altrettanti giudici emergono anche i nomi di due Ischitani d’adozione i giudici Rossi. Affezionati della nostra terra. Qui trascorrono lunghi periodi non solo in estate, tanto da risiedere stabilmente nel comune di Forio. Si tratta di una operazione della Guardia di finanza svoltasi tra la Campania e la Lombardia. Le persone coinvolte sono tutte ritenute responsabili di una serie di reati che vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, al riciclaggio, dalla corruzione (anche in atti giudiziari) alla truffa. I giudici si trovano ora agli arresti domiciliari.
Secondo i dati diffusi ai media nazionali che riportiamo stralciandoli integralmente:
Tra i destinatari delle misure cautelari, oltre ai 16 giudici tributari, ci sono 8 funzionari impiegati presso le Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale di Napoli, un membro del Garante del Contribuente della Campania, un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Napoli, un noto docente universitario e un commercialista.L’inchiesta riguarda affari illeciti di esponenti di rilievo del clan Fabbrocino. Attraverso le indagini della Guardia di Finanza si è poi progressivamente allargata ad altre operazioni illecite, fino a coinvolgere imprenditori operanti nei settori della commercializzazione del ferro, della compravendita immobiliare e della gestione di alberghi ed ha infine chiamato in causa giudici tributari e funzionari pubblici. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Federio Cafiero de Raho e dai pm Francesco Curcio, Alessandro Milita e Ida Teresi, sono concentate sulle attività degli imprenditori Ragosta che, attivi nel settore siderurgico, nel corso degli anni hanno messo in piedi un vero e proprio impero economico, anche grazie all’acquisto delle Acciaierie Sud, di alberghi a Taormina e a Vietri sul Mare, un palazzo storico a Roma e del biscottificio Lazzaroni. Secondo quanto emerso dalle indagini, i Ragosta avrebbero reimpiegato denaro del clan Fabbrocino che opera nella zona vesuviana. Tutto è partito da un ricorso alla commissione tributaria, in seguito a un accertamento sui Ragosta, che avrebbero dovuto versare 146 milioni di euro all’erario. Dalle indagini è emerso «un sistema di corruttela» nella commissione: ci sarebbe stato uno «scambio di favori» nella gestione delle pratiche relative ai ricorsi. Sequestrati beni per un miliardo. Beni per oltre un miliardo di euro sono stati sequestrati in varie regioni dalla Guardia di Finanza, tra quote societarie, titoli azionari, fabbricati, conti correnti, terreni ed automobili.
Ordinanza di custodia cautelare dalla magistratura di Napoli: ecco i nomi dei giudici tributari

- In carcere: Anna Maria D’Ambrosio, Vincenzo Esposito, Massimo Massaccesi
- Ai domiciliari: Angelo Delle Cave, Pasquale Riccio, Francesco Rippa, Corrado Rossi, Paolo Rossi, Francesco Sapignoli, Eligio Leonardo Scinto, Graziano Serpico, Lucio Stabile, Roberto Trivellini, Umberto Vignati, Raffaele D’Avino, Aldo Del Vecchio.
Trida
Ischia

 

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