l'informazione ispirata ai valori del giornalismo di Domenico Di Meglio|sabato, aprile 30, 2016
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I bambini e il gusto 

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Lunedì scorso, su invito del mio amico Fulvio Martusciello (che sta dando prova del suo solito dinamismo anche nel condurre con ritmi senza precedenti un carrozzone come l’Assessorato Regionale alle Attività Produttive), ho presenziato all’inaugurazione della “Città del Gusto” all’Interporto di Nola; si tratta di un polo d’eccellenza in sinergia con il Gambero Rosso s.p.a. e la Camera di Commercio di Napoli, già esistente in altre città italiane e precedentemente ubicato a Bagnoli, dove l’alta gastronomia, la qualità, la tradizione, le esigenze degli operatori e soprattutto la corretta formazione professionale si incroceranno a tutto tondo.

In tale occasione, sono rimasto fortemente colpito dall’intervento del Prof. Luigi Greco, quasi sessantasei anni, Professore Ordinario di Pediatria alla Facoltà di Medicina della Università di Napoli Federico II. Tutti si sarebbero aspettati da lui, al pari degli altri relatori cosiddetti “tecnici”, un intervento di circostanza che non andasse oltre il tema della giornata. Ma la sua sorpresa non si è fatta attendere: Greco è partito in quarta, puntando il dito contro i pediatri corrotti dalle multinazionali farmaceutiche e non, ma soprattutto denunciando un malcostume diffuso che “contagia” finanche i genitori, ad unico svantaggio dei bambini.

Non dobbiamo meravigliarci che nei primi dieci mesi di svezzamento i nostri figli diventano picciosi, mangiano con difficoltà e magari non crescono come dovrebbero. I genitori che ascoltano pedissequamente certe prescrizioni alimentari dei pediatri, attraverso le quali vengono finanziate centinaia e centinaia di congressi medici alle Seychelles o in altre ambitissime mete turistiche  –ha affermato Greco-  sono complici di un’alimentazione del tutto sbagliata: in uno di questi cibi-tipo per la crescita, ad esempio, riscontriamo mele per il 30%, mentre l’altro 70% è costituito da prodotti scadenti come il tapioca ed altri che non hanno alcuna funzione nutritiva specifica”.

E dopo queste parole durissime, Greco ha raggiunto una conclusione altrettanto lapidaria: “Oggi non ho ancora sentito parlare del gusto per i bambini. Non a caso, questo modo assurdo e sbagliatissimo di farli mangiare li sta letteralmente privando di scoprire i sapori, quelli veri. Certi tabù che impediscono ai nostri figli di apprezzare gradualmente gli stessi ingredienti degli adulti, opportunamente preparati, sono un danno gravissimo che viene loro arrecato e di cui pagheranno le conseguenze da grandi.

Trovare di questi tempi un luminare, per giunta cattedratico, che ha il coraggio in un’occasione pubblica di tale importanza di lanciare un grido d’allarme così forte, fa notizia almeno quanto il fatto che non sono riuscito a riscontrare alcun mezzo d’informazione che l’abbia seppur minimamente riportato. Anche in questo settore, quindi, vige un sistema di comunicazione che è letteralmente schiavo di realtà imprenditoriali che, con la complicità di professionisti compiacenti, ci impongono un processo di persuasione pericoloso per noi e per i nostri cari.

Quanti, al pari del Prof. Greco, avrebbero trovato il coraggio di esternare certe affermazioni davanti ad una sì folta schiera di politici, giornalisti o pseudo-tali? Quanti dei suoi colleghi avrebbero avuto il fegato di affermare che “quattro foglie di basilico fanno molto meglio di un’Aspirinetta”? E soprattutto, cosa avrà pensato di tali affermazioni il Procuratore Capo di Nola, dott. Paolo Mancuso, presente all’evento e involontario rappresentante di una magistratura che, fin troppo spesso, perde tempo e risorse a indagare su argomenti decisamente meno importanti della salute pubblica?

Viviamo in un contesto in cui i ritmi quotidiani ci divorano e, purtroppo per noi, sono in tanti ad approfittarne sulla nostra pelle. Ma una cosa è certa: il mondo, come il futuro dei nostri figli, ha tanto bisogno di uomini coraggiosi come Greco. La stimo, Prof!

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