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I ladri d’acqua e la deriva criminosa del territorio 

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Considerazioni a margine delle tre denunce ad Ischia e delle notizie che giungono dalla terraferma

Massimo Coppa* | Sarò indubbiamente un ingenuo ma, anche se sono un addetto ai lavori, sono rimasto veramente sconcertato nel dover constatare che, anche sull’isola d’Ischia, il furto dell’acqua è oramai una realtà; certamente (almeno spero) non diffusa come in certe zone della Campania, ma esistente, visto quanto scoperto dall’Area Legale dell’EVI spa alcuni giorni fa.

Come riportato dai mass media locali e regionali con grande evidenza (dovuta probabilmente anche alla “novità” della fattispecie criminosa per la nostra isola), tre attività commerciali sono state denunciate dalla Polizia su input dell’EVI per essersi allacciate abusivamente alla rete idrica pubblica ed essersi così, da tempo, procurate la fornitura idrica senza pagare un Euro.

Giustamente l’attuale amministratore dell’EVI, dott. Pierluca Ghirelli, ha dichiarato che “è nostra intenzione individuare, smascherare e perseguire senza sosta e senza pietà, ai termini di legge, i ladri d’acqua: un reato sociale particolarmente odioso, perché sottrae il prezioso liquido alla collettività e, nel contempo, comporta un danno economico che ricade, sempre e comunque, sulla stessa collettività, danneggiando i cittadini onesti”.

Peraltro quest’azione è, sempre secondo Ghirelli, “la logica conseguenza di una strategia che l’acquedotto ischitano intende far diventare strutturale”, col pieno appoggio dei sei sindaci dell’isola d’Ischia.

Si è alzato, così, un velo su una situazione che, con ogni evidenza, riguarda anche le nostre località. E, con una coincidenza a dir poco clamorosa, nello stesso lasso di tempo l’argomento è tornato alla ribalta regionale in seguito a due eventi: a Pozzuoli tre famiglie del rione Toiano sono state denunciate perché si erano allacciate addirittura ad una condotta regionale di grosso diametro ad alta pressione (utilizzando quindi la compiacenza di artigiani ed operai capaci di effettuare un’operazione del genere). A Monteruscello sono in corso indagini perché si sospetta la presenza di molti allacci abusivi; nel recente passato erano state individuate e colpite diverse situazioni illegali, che coinvolgevano anche ristoranti, attività commerciali ed un laboratorio per la fabbricazione del ghiaccio (!).

Come se non bastasse, è tornato alla ribalta della cronaca il caso assurdo di Casal di Principe: un paese ad alta contaminazione camorristica dove, praticamente, NESSUNO paga l’acqua da almeno vent’anni! Non ci sono nemmeno i contatori, tant’è vero che l’attuale commissario prefettizio (il Comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa), la dott.ssa Silvana Riccio, ha dichiarato solennemente che provvederà a far installare finalmente i misuratori idrici.

Queste situazioni fanno comprendere che il furto d’acqua o il consumo strutturalmente moroso della stessa sono fenomeni contigui ad un grande degrado sociale e spie di una involuzione criminosa del territorio; devono perciò essere assolutamente ostacolati, individuati e perseguiti senza fare sconti a nessuno, anche perché hanno un riflesso economico sui bilanci degli enti gestori.

* = Resp.le Ufficio Stampa EVI spa

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