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I sindaci “salvano” Cisi ed Evi 

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Il Comune di Ischia rinuncia alla sentenza che annullava la nascita dell’EVI, mentre tutti i sindaci riconoscono al CISI la proroga a tempo indeterminato

Dall’EVI e dal CISI, finalmente, arrivano notizie buone ed è il rendere note le circostanze che costituiscono una vera e propria nota positiva; fatti che entrano sicuramente, nel loro piccolo, nella storia delle istituzioni dell’isola d’Ischia, specialmente dopo tredici anni di fortissime polemiche.

L’EVI, cioè la società che gestisce il servizio di acquedotto e fognatura, ed il CISI, il Consorzio che la controlla, potranno forse andare incontro a problemi per motivi finanziari; ma dal punto di vista strettamente giuridico sono totalmente legittimate ad esistere ed operare, e sono nella pienezza dei loro poteri ed attribuzioni. Tutte le magagne sono state sanate dai sindaci dell’isola d’Ischia, che per una volta hanno dimostrato un grande senso di responsabilità ed hanno veramente svolto il loro ruolo nell’interesse della collettività. Un merito che va condiviso con con l’attuale liquidatore sia del CISI che dell’EVI, il dott. Pierluca Ghirelli: un professionista “forestiero” che, forse proprio per questo, è riuscito a vedere al di là della nebbia giuridica e politica che aveva offuscato tutto. Così, svelando gli arcani, Ghirelli ha potuto indicare una strada agli amministratori isolani, che l’hanno seguita senza indugi.
L’unico vero merito dei sindaci? Aver lasciato Ghirelli lavorare senza le pressioni con cui, invece, hanno fatto fino ad “ieri”.

Cerchiamo di spiegare il tutto in breve e semplicemente, perché la materia è indubbiamente ingarbugliata.

Con una delibera che oramai è entrata nella leggenda, la n. 1 del 2000, il Consorzio Intercomunale Servizi Ischia (CISI) creava la “Energia Verde ed Idrica”, una società per azioni che avrebbe dovuto occuparsi di gestire specialmente il servizio idrico integrato. Successivamente il Comune di Ischia, assente alla deliberazione, ricorreva al TAR contro la nascita dell’EVI, argomentando che non vi era la maggioranza sufficiente, ai sensi di legge, per deliberare su un argomento così impegnativo e far nascere una società di gestione. Nel 2007 il TAR dava ragione al Comune di Ischia (sentenza n. 13726/2007). L’EVI, perciò, almeno in teoria era INESISTENTE, perché mai legittimamente costituita. Di fatto, però, su preghiera degli stessi Comuni, continuava a gestire l’acquedotto e le fognature: ve l’immaginate, altrimenti, il disastro?

Nel caos che sarebbe seguito alla pedissequa applicazione della sentenza sarebbe accaduto che dai rubinetti non sarebbe sgorgato più nulla, mentre in compenso le fogne sarebbero tracimate sulle strade…

L’EVI continuava, perciò, ad operare, benché messa in liquidazione più che altro per motivi politici. Ebbene, giunti nel 2013, il Comune di Ischia, con Giosi Ferrandino, ha adottato una delibera di giunta (n. 18/2013) nella quale “rinuncia all’esecuzione della sentenza del TAR Campania n. 13726/2007, prendendo atto che corrisponde all’interesse pubblico la continuazione della gestione in capo al soggetto giuridico già individuato nella EVI spa”.

E questo perché, ritenuto “che per le motivazioni esposte dal Liquidatore (il dott. Ghirelli, NdR) corrisponde all’interesse pubblico sotto il duplice profilo della economicità della gestione e dei mezzi giuridici in relazione al soggetto più idoneo ad assicurare per conto dei Comuni dell’isola d’Ischia il servizio idrico integrato”, si debba “prendere atto che la società EVI spa in liquidazione ha assicurato fino alla data odierna lo svolgimento di tutte le attività ad esso connesse”.

L’EVI è salva, quindi. Abbiamo atteso 6 anni, ma è salva…

Ma non finiva qui, perché restava il problema del CISI, consorzio holding che controlla EVI e che era “scaduto” nel 2009. Ebbene, prendendo atto di un parere dell’avv. Vincenzo Molino, sollecitato dal dott. Ghirelli, i sindaci isolani, riuniti in assemblea in data 24 maggio 2013, hanno deliberato di “prendere atto che il Consorzio CISI deve intendersi tacitamente prorogato a tempo indeterminato in analogia a quanto previsto dall’art. 2273 del Codice Civile, in quanto scaduto il termine inizialmente stabilito per la sua durata i consociati hanno continuato a svolgere le operazioni consortili”.

Anche il CISI è salvo, quindi. Abbiamo atteso 4 anni, ma è salvo…

Quindi, adesso si potranno rivolgere al CISI ed all’EVI tutte le critiche di questo mondo, ma non si potrà più sostenere che essi operino illegittimamente, che siano scaduti, che non siano stati costituiti come si deve ed altro ancora…

VERSO L’USCITA DALLA LIQUIDAZIONE. Altro dato interessante che è emerso da alcuni colloqui, sembra che la gestione Ghirelli sia sulla strada del segno più. In breve tempo infatti, più di un sindaco ci ha dichiarato che l’EVI uscirà dalla fase della liquidazione. Aspettiamo di controllare i fatti, ma fino ad oggi, osservando l’operato di Ghirelli, abbiamo poco da dubitare.

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