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Il “Tour della legalità” nelle terre di Falcone, Borsellino e Impastato 

legali

Il progetto “Le(g)ali al Sud” dell’IIS “Cristofaro Mennella” segna una nuova tappa del suo percorso.

Dal 28 aprile al 1 maggio gli alunni dei due moduli “Isola Verde: ambiente, territorio, legalità” e “A voce alta nel mondo: cittadinanza & legalità”, accompagnati dai tutors prof. Assunta Barbieri, Maria Luisa Schiano, Maria D’Ascia e Lilly Cacace Rajola, hanno percorso la Sicilia incontrando coloro che della lotta per la legalità e per il rispetto dell’ambiente hanno fatto la loro bandiera e il loro impegno quotidiano. Innanzi tutto i soci siciliani di Legambiente: Paola Castiglia (giornalista e dirigente di Legambiente Sicilia), Gianfranco Zanna (responsabile culturale di Legambiente Sicilia) e Salvatore Culotta (presidente di Legambiente Cefalù), quest’ultimo anche in veste d’impeccabile organizzatore del tour per conto del Centro di Educazione ambientale che dirige.

La prima tappa è stata a Palermo, alla fondazione Giovanni e Francesca Falcone, dove i ragazzi hanno potuto apprendere molte cose non solo dai filmati ma anche dalla viva voce delle persone che si adoperano per tenere viva la memoria dei magistrati uccisi dalla mafia il 23 maggio 1992, e per continuare il loro impegno in difesa della legalità.

Subito dopo il gruppo ha potuto incontrare Franco Nicastro, ex presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia, in passato vice direttore del quotidiano d’inchiesta L’ORA, che sostenne la battaglia del pool antimafia, e che ha raccontato quanto siano stati duri quegli anni per chi si batteva contro la mafia.

L’incontro successivo è stato con il procuratore Antonio Ingroia, a suo tempo collega dei giudici Falcone e Borsellino nel pool antimafia, il quale ha offerto ai ragazzi, oltre a un commosso ricordo dei suoi maestri, uno spaccato assai realistico della vita di un procuratore che indaga sulla mafia. La presenza dei carabinieri della scorta, in assetto di guerra e armati fino ai denti, ha colpito l’attenzione di alunni e insegnanti quanto la serenità dell’uomo che, nonostante tutto, rispondeva sorridendo alle loro domande.

Il giorno successivo, percorrendo gli incantevoli paesaggi siciliani, il gruppo si è recato a Cinisi, paese un tempo funestato dalla presenza e dal potere del boss Tano Badalamenti, per visitare la “Casa memoria” dedicata al ricordo di Peppino Impastato, giovane che alla fine degli anni Settanta si batteva contro Badalamenti e contro tutta la mafia con la sua radio AUT, e che per questo fu ucciso il 9 maggio del 1978. Particolarmente commovente l’incontro con il fratello del ragazzo ucciso, che insieme alla madre Felicia, recentemente scomparsa, ha dedicato la sua vita a sventare i depistaggi sulla morte del fratello e ad assicurare i suoi assassini alla giustizia. Altro incontro non meno commovente è stato quello con Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo Borsellino e ora vice questore aggiunto al commissariato di Cefalù, che ha raccontato di suo padre (ucciso dalla mafia il 19 luglio del’92, due mesi dopo Falcone), e dei suoi insegnamenti che sono la sua vera eredità, ha spiegato quanto ami il proprio lavoro e quanto creda nella legalità e sia pronto a battersi per essa malgrado il prezzo altissimo che la sua famiglia ha pagato per questo. Infine l’incontro con esseri viventi altrettanto speciali benché non umani: gli alberi monumentali della Sicilia, patriarchi verdi che conservano la storia della Natura e degli uomini, come il ficus di Falcone dove i ragazzi hanno lasciato un messaggio di legalità.

Un’osservazione finale, persone come Antonio Ingroia, Giovanni Impastato e Manfredi Borsellino, sebbene abbiano subito gravissime perdite, non hanno perso né l’amore per la vita (Borsellino ha parlato dei suoi figli, di sua moglie, dei suoi ottimi rapporti con i suoi colleghi) né la fiducia che la giustizia possa alla fine trionfare, trasmettendo speranza e  ottimismo ai ragazzi e agli educatori che hanno preso parte a questa indimenticabile esperienza.

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