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Il Giro, la lezione, l’esempio 

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Davide Conte | Spettacolo a scena aperta! Questa la sensazione provata nell’ammirare in tv le immagini della tappa ischitana del Giro d’Italia. Un evento di indubbio valore, una vetrina di indiscutibile validità che fa passare in secondo piano tante piccinerie (come le figlie di amici degli amici catapultate con forza tra le vallette ufficiali), mancanze di stile (sindaco Ferrandino: gli occhiali a specchio, la giacca aperta, la cravatta storta e il colletto della camicia sbottonato erano proprio inevitabili allo start della tappa?) e un comitato organizzatore locale che definire improvvisato è decisamente un complimento.

La superba bellezza della nostra Isola, nonostante tutto, è emersa alla grande. Quei diciassette chilometri di casa nostra, ammirati in centocinquantacinque paesi grazie alle splendide riprese RAI, difficilmente saranno riscontrabili altrove sino all’arrivo in quel di Brescia. Emozionante leggere in sovraimpressione su “Eurosport” la dicitura “Aragonese Castle”, mentre l’elicottero svolazzava sul nostro magico scoglio, riprendendolo a tutto tondo nella sua maestosità; un po’ meno, notare il cartello “Benvenuti a Forio” posto allo svincolo tra Cavallaro e San Francesco, quasi a voler delimitare per l’ennesima volta e nel momento meno adatto una diversità territorial-toponomastica ormai insostenibile. Sic transit gloria mundi!

Che il passaggio del Giro d’Italia sulla nostra Isola fosse un evento importante lo si era capito anche da un intervento economico regionale che riscontra un simile precedente solo in occasione della visita pastorale del Beato Giovanni Paolo II. Fu un cinque maggio anche quello di allora, nel 2002, quando il nostro grande Vescovo emerito, Padre Filippo Strofaldi, ottenne dal suo amico Antonio Bassolino la somma di ben 250.000 euro, utile principalmente a coprire il pagamento dell’Obolo di San Pietro. Dopo lo spettacolo a cui abbiamo assistito quest’oggi, non esitiamo a sostenere, oggi come undici anni fa, che ne sia valsa la pena.

L’Isola d’Ischia e il gruppo RCS si sono regalati un importante scambio di cortesie: è molto sottile, a mio avviso, il solco che divide il prestigio e il tono per il Giro di passare in una località come Ischia e i vantaggi che l’Isola stessa possa aver tratto dalla presenza di una tappa crono a squadre lungo parte del suo periplo. Ma soprattutto, è stato dimostrato che un’Isola senz’auto, quanto meno negli assi viari più centrali laddove passeggiare indisturbati e senza traffico rappresenta un incomparabile piacere, è tutt’altro che un’impresa impossibile.

E’ questa la lezione e l’esempio che ciascuno di noi dovrebbe trarre da una giornata del genere: cambiare si può, basta volerlo. Insieme. Per il bene di tutti!

Brava Ischia!

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