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Ischia Calcio. Campilongo vuole un campo per allenarsi e se la prende con le istituzioni… 

Leggiamo che mister Sasà Campilongo si lamenta perché non ha un campo su cui allenarsi. Non gradisce di avere i minuti contati sull’utilizzo della struttura del Rispoli e lasciare, come da orari, il campo alle scuole calcio. La sua protesta è indirizzata alle istituzioni.

Legittima la lamentela da parte dell’allenatore ischitano, che così vede complicarsi lo svolgimento del suo programma lavorativo, ma secondo noi sbaglia clamorosamente obiettivo. Sasà Campilongo dovrebbe sapere che l’amministrazione è molto vicina all’Ischia Calcio, e che la società calcistica, gestita da due S.r.l, usufruisce “gratis” (almeno a quanto si dice) dei campi di calcio che utilizza. Il Comune ancora non ha concesso il Mazzella in gestione alla Green Island o alla SSD Ischia Isolaverde. Così come nemmeno altre strutture.

L’esperto tecnico dell’Ischia dovrebbe prendersela, quindi, solo e solamente con la sua società, con i dirigenti che operano interno alla fortissima squadra, costruita non badando a spese. Solo che non tutto nella vita è in vendita e dunque per poter risolvere qualche contrattempo, si deve avere la capacità di interloquire e di mediare con altre realtà. Non sappiamo come possa intervenire l’amministrazione per risolvere il problema (tutto di una società non pubblica), ma sappiamo che se i “direttori” di cui dispone la società avessero l’esperienza e lo spessore per poter intrattenere rapporti con le altre realtà calcistiche, potrebbero solo trarne benefici. Non sempre la politica può spianare la strada per far fuori chi non è desiderato ed imbarcare chi serve (in tutti i sensi) con scambi “commerciali”. Molte volte, evidentemente, è più facile fare dichiarazioni “importanti” sui media amici, che saper affrontare e risolvere i problemi, anche quelli più facili come ottenere qualche minuto in più per sfruttare il Rispoli.

Leggiamo che anche la società , con il presidente Lello Carlino ed il direttore Nicola Crisano, prende posizione, chiedendo all’Amministrazione di risolvere il problema. Non si capisce se lo facciano in una nota ufficiale della società o tramite un sfogo diretto. Effettivamente ultimamente la cosa sembra essere la stessa. Certo la società rispetto allo scorso anno è cresciuta: da quando si chiedeva al sindaco di poter fare una ecografia ad un giocatore, ora si chiede (dopo tutto il resto) di trovare un (semplice) accordo sugli orari. E pensare che tra le società che usano il Rispoli almeno tre fanno parte ufficialmente della famiglia gialloblu.

Giusto per tranquillizzare il mister, da poco meno di trent’anni l’Ischia ha due campi. Prima ce ne era solo uno, il Rispoli e ci sono sempre stati gli orari da rispettare. Bastava però chiedere e si ottenevano i famosi cinque minuti in più, che poi corrispondevano a mezz’ora o forse più. Nonostante ciò, quando l’Ischia ha costruito squadre forti, affidate ad allenatori altrettanto forti, con dirigenti all’altezza, si sono vinti comunque i campionati e non solo nei dilettanti…

P.s.: Anche questo è calcio, caro mister!

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