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Ischia Calcio. Che disorganizzazione: si è rischiato uno 0 – 3 a tavolino! 

sanzioni

L’antivigilia della prima gara casalinga di campionato per l’Ischia si caratterizza ancora per la completa disorganizzazione della società. Ancora una volta non sono stati dati agli attacchini comunali i manifesti che annunciano per le strade la gara in programma l’8 settembre. In giro ancora non si conoscono le disposizioni e le restrizioni per poter acquistare i biglietti per la Lega Pro. Molti, soprattutto i più anziani e coloro che non seguono in modo assiduo l’Ischia, non sanno tuttora che la domenica è praticamente impossibile acquistare i tagliandi al botteghino dello stadio. Così come in tanti non conoscono i punti vendita dove recarsi per acquistare il titolo d’ingresso.

Invece di chiedersi il perché di tutto questo, e cosa bisognerebbe (iniziare a) fare per cercare di porre rimedio a questo tragico inizio di stagione tra i professionisti, ci si permette poi anche di perdere per la strada collaboratori che, considerata l’insipienza di chi ama solo pavoneggiarsi, almeno ci mettono tanta passione ed impegno nello svolgere alcune incombenze, che rendono sicuramente più credibile la società. In queste ultime settimane si è registrato il più basso livello organizzativo dell’Ischia Isolaverde da quando è stata fondata. A tutti i livelli.

Nessuna campagna di comunicazione per poter spiegare ai propri tifosi quali sono le nuove disposizioni per poter assistere alle gare di calcio dopo l’accesso in Lega Pro. Nessuna radicalizzazione con il territorio, conclamato dalla decisione (poi riveduta e corretta) di voler far pagare il biglietto ridotto anche ai bambini di 3 e 5 anni. Nessun manifesto nel Comune di Ischia (figuriamoci negli altri) che pubblicizzi le gare interne fin qui disputate (compresa quella prossima con il Gavorrano). Nessuna collaborazione o preoccupazione con chi di competenza, per la prima trasferta dei tifosi a Messina, per la vendita sull’isola dei biglietti, complicando non poco la vita di coloro che seguono sempre la propria squadra del cuore e che in questa circostanza hanno rischiato seriamente di “beccarsi” un Daspo perché non avevano potuto acquistare,  come prevede la legge, il biglietto per la gara.

Ma la cosa più grave, a livello dirigenziale, è stata  quella di aver fatto rischiare la perdita di una gara a tavolino nel gironcino di Coppa Italia, schierando un giocatore squalificato come Ivan Pedrelli (così come risulta dalla pubblicazione dei residui di squalifica del 17 luglio 2013) contro il N. Cosenza (http://www.lega-pro.com/sito/images/stories/com1213/SANZIONI1.pdf)  non facendolo poi giocare con il Sorrento per fargli scontare la squalifica.

Eppure oggi con tante comunicazioni da parte della Lega, direttamente consultabili online, è difficile pensare che queste cose possano ancora succedere. Inoltre la società ha  ingaggiato un professionista preparato ed esperto ed in effetti ci rifiutiamo di credere o di immaginare che un segretario di lungo corso come Pino Iodice abbia potuto commettere alcune leggerezza come in queste ultime settimane.

Cosa c’è dunque in società ed a livello societario che non permette di avere un minimo di organizzazione funzionale e funzionante?

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