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Ischia Calcio. Col Matera bella vittoria sul campo, brutta sconfitta fuori… 

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Luigi Iannucci | La bella ed avvincente vittoria dell’Ischia contro il Matera ci regala delle certezze. Tutte importanti . L’Ischia al di là della condizione fisica eventuale, del momento non certo brillante, della perdurante assenza sulla panchina del suo condottiero e di alcune assenze in campo non trascurabili, è una formazione forte, un gruppo rilevante, costruito nel migliore dei modi dall’esperienza e dalla conoscenza di mister Sasà Campilongo e dalla disponibilità enorme della società presieduta e guidata da Lello Carlino e Roberto Maione. Da un ritrovato calore da parte della gente di Ischia verso la squadra di calcio, che in un momento particolare, in un incontro caricato molto (?!) contro il Matera, in un giorno non certo festivo, ha portato al campo ben oltre le 2000 unità. Molte delle quali mancavano dallo stadio da diversi anni. Molti altri ancora poco frequentatori delle tribune del Mazzella perché più propensi a seguire in tv le partite di formazioni di serie A, ma non per questo non tifosi dell’Ischia. Un’altra importante, certezza, purtroppo, che arriva da questa gara di recupero, è grave, spiacevole, disgustosa, avvilente ed anche imbarazzante per una popolazione che si ritiene diversa da altre realtà violente e turbolente della terra ferma. L’episodio di un gruppo (grande, piccolo, medio, sparuto, psicolabile, infantile:  non cambia la sostanza)che addirittura assale, minaccia ed anche colpisce in modo violento, un ex presidente dell’Ischia, Giuseppe Di Costanzo. Un personaggio conosciuto, stimato, criticato, ma sempre disponibile per tutto quanto concerne le sorti della squadra di calcio di Ischia ed  i suoi supporters. Un episodio che conferma (qual ora ce ne fosse ancora bisogno) che esiste anche ad Ischia, un gruppo più o meno organizzato, più o meno numeroso, più o meno pericoloso, che è dedito a commettere atti che con lo sport, con l’incitamento, con la “promozione turistica dell’isola attraverso il calcio” hanno poco a che fare. Chi giustificherà questi episodi, chi cercherà di minimizzare quanto successo, chi come al solito darà la colpa a chi ha il coraggio di denunciare questi fatti, sarà solo e soltanto un complice. Ischia e l’Ischia non possono permettersi anche questo, attraverso uno sport che dovrebbe invece esaltare e far conoscere la nostra peculiarità principale: l’accoglienza. Argomento usato  da tanti sostenitori gialloblù quando non si spiegano il motivo per il quale molti albergatori isolani non “investono” nella squadra di calcio maggiore dell’isola per “pubblicizzare” il nome di Ischia nelle città o nei luoghi in cui si gioca.

Pare che siano in arrivo dei Daspo. Non è trascurabile anche qualche altro provvedimento restrittivo. Con chi ci si lamenterà poi? A quale complotto ci si appiglierà?

Quanto successo ieri l’altro non fa (purtroppo) che dare ragione alle decisioni degli organi competenti circa “il pericolo” del tifo ischitano e le scelte dei vari divieti di trasferta proprio in occasione della gara col Matera dell’andata.

Dovessero arrivare questi provvedimenti, speriamo solo che non danneggino anche la parte sana di chi segue con passione ed amore i colori gialloblù, comportandosi sempre semplicemente da “Tifoso” della propria squadra.

Anche la società dovrebbe farsi sentire: ha la possibilità di spegnere sul nascere questi piccoli focolai di tifo violento. Non deve avere paura di farlo. E’ vero che è più facile prendersela con chi fa delle critiche, in special modo con chi fa informazione e non si allinea , additandoli poi come nemici, però crediamo che  i dirigenti dell’Ischia debbano tirare fuori gli attributi, senza dare adito a sospetti di connivenza con chi si rende protagonista di tali atteggiamenti. Sappiamo che Lello Carlino ha tutt’altro concetto del calcio e dello sport in genere. Che lo manifesti con un messaggio chiaro e deciso.

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