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Ischia Calcio. D’Avanzooo, Lucarelliii, Evacuooo, Paniniii. Chi Beve? 

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C’eravamo ripromessi di parlare sul nostro giornale solo dei protagonisti dell’Ischia Isolaverde, tralasciando le figure folkloristiche (per il loro tentativo patetico di mettersi in mostra). Però, come diceva il mitico principe Antonio De Curtis “ogni limite ha la sua pazienza”.
Anche questa volta, chi ancora non ha un suo spessore nel calcio (al momento è un semplice studente a Coverciano, grazie a Carlino e Campilongo), per mettersi in mostra ci ha attaccato, definendo i nostri scritti come «chiacchiere da Bar».
Considerato che lo stesso ha l’abitudine, quasi giornaliera, di portarsi ai bar più accorsati del nostro Comune, in compagnia del suo cane, intrattenendosi ai tavoli in conversazioni con amici e conoscenti, potremmo sicuramente pensare che per le chiacchiere sia un esponente molto esperto, anche per quelle riportate dalla stampa. In effetti in questi anni è stato lui, non certo noi, a dare come concluse le trattative dei vari D’Avanzo, Lucarelli, Panini. Tutti nomi altosonanti, mai giunti però sull’isola. Come questa estate con Evacuo, fatto passare come obiettivo principale dell’ Ischia per questa stagione, prima di «virare» su Guazzo… Peccato che poi le interviste di Lello Carlino prima e di Dino Celentano poi, presidente e presidente onorario dell’Ischia, hanno portato a conoscenza di una situazione economica non certo florida. Pure allora, le nostre perplessità e le nostre notizie che andavano in senso contrario, furono definite dallo stesso come chiacchiere da bar…

Nicolino Crisano (famoso per essere il cugino del grande difensore Ciro Ferrara), etichettando in modo dispregiativo i nostri scritti sulla disorganizzazione societaria di questi ultimi mesi (ora se ne sono accorti tutti anche le altre testate, quando non potevano non accorgersene più, viste le numerose proteste da parte di coloro che seguono l’Ischia), in special modo sulla mancanza totale di comunicazione per la vendita di abbonamenti e dei biglietti domenicali allo stadio, nonché per la mancata affissione dei manifesti delle gare con relativo orario d’inizio e l’indicazione dei prezzi, non ha fatto altro che offendere i tifosi dell’Ischia. Come suo costume d’altronde ( lo ricordiamo dopo la gara con la Sarnese, quando usò parole volgari all’indirizzo dei presenti in tribuna, mimandole in modo chiarissimo, scantonando non poco e passando dalla ragione al torto).

Offende quegli stessi tifosi che la società vorrebbe vedere numerosi sulle tribune del Mazzella come per magia, dopo essersi lamentati lo scorso campionato per la poca partecipazione domenicale ( ma non si può dire lo stesso per i fogli d’accredito, numerosi anziché no) .
Uno «studente di Coverciano» che continua a millantare meriti in una campagna acquisti voluta e suggerita esclusivamente dall’allenatore Sasà Campilongo. In effetti i nomi più prestigiosi portati ad Ischia lo scorso anno, così come quest’anno, altri non sono che ex calciatori già alle dipendenze del mister napoletano. Altra coincidenza: molti sono assistiti da Fulvio Marrucco, stesso procuratore di Campilongo. Qualcuno della società addirittura sostiene che alcuni giocatori segnalati e contattati da Campilongo, siano poi sfumati per incauto intervento dell’aspirante D.S.. Chissà!
Senza voler andare troppo indietro nel tempo, tutti ricorderanno come andò a finire quando l’aspirante operatore di mercato, giunto ad Ischia …dalla metropoli Procida, con la carica di Direttore Generale e con l’impegno di «fare la squadra».
Sbarcò ad Ischia con una società fantasma, considerato che alcuni soci di maggioranza mai furono presentati e mai lo seguirono e alla fine presentò un buco enorme, dopo aver costruito una squadra che avrebbe dovuto fare sfracelli e che invece fece solo una brutta figura nel girone in cui militava. 2 Allenatori (Citarelli e Mandragora), un’accoppiata di uomini di fiducia della società (Bilardi e Taglialatela, poi puntualmente esautorati, come il direttore sportivo Malgieri) calciatori impresentabili (chi non ricorda lo stato fisico di Ercolano) ma tante interviste ad effetto. Tutto questo, purtroppo per noi ischitani , fece sorridere (eufemismo) coloro che seguono sulla terraferma le sorti delle società calcistiche, mentre fece penare non poco coloro che diedero fiducia incondizionata a chi prometteva sogni, che tali rimasero, un po’ come Sellitto nel film “l’uomo delle stelle”.
Da allora tutti sanno, compresi i soliti personaggi, il «valore» di chi ancora cerca una sua dimensione nel «pallone» non avendola trovata nel calcio, considerata l’ostinata sua ritrosia a qualsiasi forma di critica, da chiunque essa venga.
Dall’interno dello spogliatoio arrivano voci destabilizzanti. Diversi giocatori non stimano e non sopportano gli atteggiamenti arroganti e l’insipienza calcistica del «direttore». E’ di dominio pubblico che in quel di Piancastagnaio, sede della finale per lo scudetto, ci siano stati, con alcuni esponenti dello spogliatoio e con lo stesso mister momenti burrascosi. Le voci di dentro danno mister Campilongo sempre più unico punto di riferimento societario (come d’altra parte lo scorso anno), in un momento in cui la società latita. Così come sono sempre insistenti ( e non da oggi) le voci che vorrebbero un Lello Carlino molto critico in privato nei confronti di Nicolino Crisano, anche se poi in pubblico è sempre prodigo di complimenti e riconoscenza. Voci che girano, che hanno fondamento.

Un socio, non certo di secondo piano, dopo la disorganizzazione messa in mostra nelle ultime settimane, compresa la grave questione Pedrelli, ci ha confidato: «speriamo che chi opera si dia una mossa, altrimenti le brutte figure non si conteranno…» (in effetti sono continuate con il dopo partita con il Gavorrano).
Ad Ischia non bastano le parole, anche se ad effetto, servono i fatti. Scusarsi dopo un errore può avere una logica, farlo sistematicamente non paga. Ad Ischia, come a Napoli, “ chiacchiere ‘ e tabbacchère ‘e legne, ‘u banche nun ‘mpegne”.

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