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Ischia Calcio. Gira e rigira serve solo chiarezza 

carlino

Luigi Iannucci | E così anche quest’anno può andare in onda una nuova “telenovela estiva”, targata “Ischia Calcio”. Budget alto si, budget alto no. Progetto stadio si, progetto stadio no. Investimenti si, investimento no. Crisi si, crisi no. Ricatto si, ricatto no. Ancora una volta, nonostante tutti pensassero che l’Ischia  avesse finalmente una componente societaria affidabile e di spessore, con idee chiare (compreso il progetto stadio), si credeva che certe cose potessero essere risolte ed affrontate senza che serpeggiassero in giro la solite apprensioni per il futuro. Dalle ultime dichiarazioni,  Lello Carlino, che oltre ad avvalorare sempre più tutto quanto da noi scritto in questi mesi,  lascia trasparire un senso di incertezza circa il futuro prossimo della squadra. E’ vero, Lello Carlino è stato sempre molto chiaro: «Nel calcio ci si può rimettere un anno, ma non per sempre. C’è bisogno di creare un business per attirare soci ad investire nell’Ischia, in modo che questa possa autofinanziarsi e nessun socio possa rimetterci », tutto vero ed estremamente giusto. Però quello che lascia perplessi, obiettivamente, sono due cose che invece sono solamente positive. Cose che Carlino dice come voler mettere le mani avanti, come se fossero negative. La prima: la disponibilità, confermata dallo stesso presidente, del sindaco Giosi Ferrandino a voler cedere (con l’amministrazione comunale) in gestione lo stadio Enzo Mazzella alla Green Island e quindi non vi dovrebbero essere dubbi. La seconda: che per il prossimo anno si può anche costruire una formazione che possa attestarsi nei primi otto posti per varcare il «confine» della  I divisione. Non per forza bisogna arrivare primi! Dunque non è detto che l’Ischia debba avere una formazione straordinaria, con un budget pesante, così come nel torneo appena (stra)vinto. Basterebbe operare con oculatezza e sapienza sul mercato, senza per forza puntare a nomi che producono titoloni sui giornali, ma anche aggravi sui bilanci. Basterebbe confermare alcuni elementi d’esperienza dell’intelaiatura portante di quest’anno, compreso gli under, ed integrarla con giovani interessanti anche di società di serie superiore. Cose che, a quanto pare, vorrebbe comunque fare la società. Non escludendo qualche elemento affidabile di categoria ma senza grosse pretese economiche. Sfruttando proprio il vento della crisi, che ha colpito anche il calcio, soprattutto in queste categorie.  Tutto questo dando continuità al lavoro tecnico- tattico ben avviato da Sasà Campilongo. E’ chiaro che sarebbe importante che anche il tecnico accettasse questa linea. Se le possibilità di restare sono solo legate al «mercato», e non ad altri aspetti, crediamo che possa accettare di buon grado. Avrebbe sicuramente meno pressioni e più possibilità di centrare il ripescaggio nella cara vecchia «C1», visto che ci si va sia da primi che da ottavi. Potrebbe essere un passo oculato, che in prospettiva si potrebbe rivelare molto costruttivo. Proprio come in fondo  vorrebbe Lello Carlino. Nel frattempo la società si dedicherebbe senza grosse pressioni alla questione inerenti la gestione dello stadio, con la presentazione e l’integrazione del progetto, creando tutte le linee finanziare indispensabili per trovare gli investitori, avendo più tempo per reperirli da qualsiasi parte. In estrema sintesi: il prossimo campionato l’Ischia non avrebbe l’obbligo impellente di arrivare prima. Dopo aver vinto in Serie D spendendo e comprando il meglio del meglio, ora potrebbe guadagnare una categoria con «creatività» tecnico-tattica, senza per forza sbaragliare la concorrenza allestendo una rosa di altissima qualità. Per fare questo, in effetti, c’è bisogno  di esperienza e competenza, non solo da parte dell’allenatore. C’è bisogno di avere le idee chiare. C’è bisogno di avere innanzitutto, ben impressa nella mente, come primo obiettivo, l’Ischia. In fondo non stiamo dicendo niente di nuovo, sono concetti espressi  a più riprese durante l’anno, che ci portano a dire:  meglio un’Ischia senza stadio (nuovo), che un bellissimo stadio senza Ischia… nel peggiore dei casi.

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