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Ischia Calcio, Mandragora si è fermato a Casarano? 

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Dopo tanti risultati utili consecutivi (8, di cui 4 vittorie di seguito), uno stop nel calcolo delle probabilità ci può stare. E’, come si suol dire, fisiologico. Non sarebbe dovuto capitare però,  ad otto giornate dal termine, quando hai un solo punto di vantaggio su chi insegue, contro una formazione che sta disputando un campionato di media classifica, puntando prevalentemente su giovani interessanti.  Non sarebbe dovuto capitare, probabilmente, quando hai una squadra che è stata costruita per vincere il campionato ed annovera, nelle proprie fila,  fior fiore di giocatori che da soli possono essere determinanti in qualsiasi squadra di categoria, anche superiore. Non sarebbe dovuto capitare, perché non è concepibile che una formazione come l’Ischia prenda ancora una volta quattro gol offrendo un’inguardabile prestazione, quasi come non fosse mai scesa in campo al “Capozza”.
Non sarebbe dovuto succedere perché i campanelli d’allarme sono stati tanti e tutti hanno suonato in modo inequivocabile. Tutti si sono fatti sentire, in special modo contro formazioni non proprio irresistibili ed addirittura tra le mura amiche. Chi ha fatto notare queste cose, in queste settimane, così come in questi mesi, come al solito capita troppo spesso ad Ischia, è stato additato come colui che critica per distruggere. Ora è facile dare la colpa e mettere alla gogna mister Mandragora. Tutti sanno che la maggioranza dei tifosi non ha mai visto di buon occhio il suo ritorno sull’isola. Non solo per aspetti caratteriali, ma anche per i risultati (disattesi) sulla panchina ischitana. Non si può far finta di non vedere quando conviene e poi volerlo buttare giù dalla nave quando la squadra oltre a deludere, perde pure.
Se valevano prima i soliti discorsi del “non parliamo perché dobbiamo andare in serie C”, oggi dovrebbe valere ancora di più il “non sfasciamoci, perché il campionato non è ancora finito”. Certo, è vero, la sconfitta di Casarano, insieme al risultato rotondo ed alla prestazione pessima della squadra, sembra avere il sapore della resa. Quasi come si fosse sancita la fine delle possibilità per l’Ischia di vincere il campionato. La matematica dice di no, ovviamente. Però qual è la differenza tra il volere il silenzio prima ed ora la testa dell’allenatore? Ma poi, così come con Citarelli, le colpe sono solo dell’allenatore? Ed infine chi dovrebbe sostituire Mandragora: un esperto, un motivatore, un ischitano, un duro, un permissivo, uno conosciuto nei palazzi? Crediamo che per questa sera non ci saranno decisioni. Si aspetterà di incontrare forse prima i tifosi, pronti a trasformarsi in elettori…. Si è già sbagliato abbastanza, sarebbe il caso di non farsi prendere dalla frenesia e fare cose avventate.

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