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Ischia Calcio, non è tutto oro quello che luccica, parola di un socio 

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Sembra un brutto sogno. Per qualcuno un vero incubo. Negli occhi ancora le bandiere sventolate per la prestigiosa vittoria del campionato. Nelle orecchie i cori per lo storico scudetto conquistato. Nella mente la quasi certezza di arrivare quanto prima lì dove l’Ischia era 15 anni fa. Invece, da un giorno all’altro, tra la riconferma di Sasà Campilongo, data per certa anche in virtù di un contratto biennale (?) ed i nomi dei migliori attaccanti della I Divisioni dati già con la divisa gialloblù addosso, si parla di progetti ridimensionati e di iscrizione in pericolo. In effetti fa tenerezza l’assoluta meraviglia di alcuni, come la stizza di altri. Non crediamo che l’Ischia non venga iscritta al campionato. Come crediamo che un progetto ridimensionato ( con Carlino alla testa della società) possa comunque coincidere con un campionato avvincente per lottare per i posti che servono per ritornare in I Divisione.  Abbiamo invece molti dubbi sulla permanenza di mister Campilongo sull’isola. Non tanto per il nuovo (eventuale) progetto, ma proprio per gli accordi economici per continuare il rapporto, non certo da tecnico di II Divisione (così come è invece stato in Serie D). Tutte queste cose non ci sorprendono, anche se speravamo che potessero essere risolte a tempo debito. Però i vertici societari, invece di smentire ed offendersi, quando noi pur riconoscendo meriti enormi per la squadra allestita, avevamo riportato di problemi interni (leggi tra collaboratori e tra il tecnico ed un collaboratore) e di problemi economici per impegni non mantenuti da alcuni soci. Facendo il nostro dovere di cronisti, già qualche mese fa scrivemmo che a non mantenere gli impegni non erano stati soli i soci della parte isolana, ma anche quelli della Green Island. La qual cosa chiaramente ha messo non poco in difficoltà Lello Carlino ed i pochi «amici-soci» restatigli vicino soprattutto economicamente. Quindi, il ridimensionamento, se dovesse esserci (non è ancora detta l’ultima parola) sarebbe ascrivibile a questo e non certo alla (ormai) fantomatica «questione stadio». Cosa fatta circolare ad arte in giro proprio in previsione che venisse allo scoperto questa problematica imbarazzante. Meno male che alla fine la verità viene sempre a galla. Questa volta è proprio un protagonista di spessore della società come Dino Celentano, ex Napoli, (intervistato sul quotidiano isolano anche a causa della violenza, della censura e dell’arroganza prevaricatrice dell’Ischia Calcio che non ci rilascia interviste) a confermare quanto da noi riportato già diverse settimane fa: « (…) ci sono dei problemi perché qualcuno all’interno del gruppo societario sta vendendo meno. Ciò sia nella “parte isolana” che nella Green Island . Ma credo che questi problemi si risolveranno, anche se non è tutto oro quello che luccica… Ci sono dei problemi e cercheremo di risolverli.»

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