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Ischia, non credere alla protesta caprese. Sono sempre in malafede 

Gaetano Di Meglio | Stamattina i capresi hanno buttato le passerelle degli aliscafi in acqua. Sono pronti a bloccare gli aliscafi che li collegano alla terraferama. Loro non hanno il problema della sopravvivenza, non sentono il problema della continuità territoriale. Capri vuole dire basta al turismo mordi e fuggi e, con la scusa del caro biglietti, dice no allo sbarco!
Ischia, Capri non protesta con te.
Ischia, Capri protesta a fatti suoi.
Ischia, Capri non ha i nostri problemi, Capri non vuole il nostro turismo.
A Capri basta la Caremar che porta i pochi turisti ricchi.
Ischia, non imitare Capri.
Ischia non credere che Capri sia migliore, anzi…

Chiedetelo ai comandanti della Snav, chiedetelo ai comandanti delle gite turistiche che fanno tappa a Capri: vengono trattati come i pirati. Vengono multati ad ogni mossa. Vengono messi in condizione di non lavorare.
Quella di oggi, mascherata, è la protesta di chi non vuole il turismo mordi e fuggi o quello low-cost ischitano. Non è la protesta, come la facciamo noi ischitani, perché la Regione garantisca concorrenza nel golfo e permetta a noi “isolani” di poter navigare ad un prezzo congruo. Capri, in verità, vorrebbe il costo del biglietto da ricchi, da super ricchi. Perché no, 100 euro a biglietto e tutto va bene.

Ischia, non cadere nell’inganno caprese. Un inganno nero, come la famosa torta!
Ischia, non imitare nessuno.

Continuiamo a protestare convinti delle nostre idee: gare per l’assegnazione delle corse, no alle residuali, no al monopolio e al cartello.
Oggi Capri, dirà ai suoi ospiti super ricchi: vi abbiamo conservato la tranquillità, abbiamo cacciato i peones turisti ischitani e napoletani. Vivete Capri serenamente.
Chissà quanti negozi capresi di souvenir, oggi, resteranno senza lavoro. Macchisenefrega, noi abbiamo i russi, gli strafighi e quelli coi soldi, sarà la risposta dei caprese.

Ischia non è Capri. Mai!

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