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Ischia vittima degli scoop estivi 

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Vedere come certa stampa prova ad attirare l’attenzione su di sé puntando sul sensazionalismo ci fa convincere sempre di più che siamo fortunatissimi. Fin da piccoli, infatti, abbiamo avuto un esempio da seguire serio e poco avvezzo allo scimanfu, ma soprattutto rispettoso della notizia. Purtroppo oggi, la mercificazione di questo settore, il sempre più numeroso gruppo di quelli che “per il gettone si vendono anche la mamma” fanno di questa meravigliosa professione/missione una cosa di cui vergognarsi. Quando poi, i cattivi esempi vengono da quelli che dovrebbero essere i “grandi” giornali, è tutto dire.

Purtroppo le città si svuotano e il “tag” Ischia diventa appetitoso per quei giornali che per essere visti un po’ di più devono scadere sul nazionalpopolare, una tendenza che si duplica tra le edizioni cartacee e quelle on line, non solo locali ma anche regionali e nazionali.

L’ultimo attacco, ingiustificato, che la nostra isola ha ricevuto è quello del Mattino di ieri che, sul web ha ripreso una notizia che l’amministrazione di Barano (il tenente della polizia municiapale che denunciò l’attuale sindaco per “mobbing” e che attirò sull’isola la troupe delle Iene, Antonio Stanziola) passò al quotidiano locale qualche mese fa e, per fare qualche click in più e provare a vendere qualche copia in più ci ha sputtanato per due foto e 15 secondi di video registrati da una telecamera non autorizzata del Comune di Barano installata su un auto privata (sembra quella di un dirigente del Comune) senza avviso e completamente fuori legge.

Un attacco al nome di Ischia che, col solo scopo di aumentare la visibilità, stravolge la connessione tra titolo e articolo e, giusto per colpire nella massa viene accompagnato da questo titolo: “Telecamere contro i pirati del sacchetto: a Ischia filmati avvocati, giudici, docenti e giornalisti”.

Peccato che dalle due foto pubblicate e dal video messo in rete si veda solo una mano e una signora. Peccato che il Sindaco di Barano e il Tenente della Polizia Municipale hanno smentito ad una fonte diretta de Il Dispari, senza ombra di dubbio, che dalle riprese (ripetiamo effettuate in maniera del tutto abusiva, tant’è che per la paura di una pioggia di ricorsi il sistema non è entrato in funzione) non risulta nessun rappresentante delle categorie indicate, ma solo persone comuni. Però alla redazione on line del giornale napoletano hanno voluto, addirittura, correggere e cambiare il titolo (certamente più veritiero) rispetto a quanto apparso sul cartaceo. Chissà se qualcuno ha suggerito ai titolisti dell’on line che in passato c’è stato solo un giornalista che ha versato i rifiuti fuori orario e fuori zona… un loro collega ora in pensione al quale provarono a rubare anche il gommone…

Un pessimo modo di fare informazione che si affianca a quanto scritto sul conto del Regno di Nettuno e del magnate Abramovič, Per gridare allo scandalo si titola sul patron del Chelsea e si sparano cifre da capogiro un giorno, per poi, l’indomani, correggere il tiro, dire il contrario e far finta di niente. Ma si sa, forse qualche amico del giornalista aveva chiesto il “piacere” per provare ad alzare il tiro o perché bisognava portare avanti la battaglia politica del politico di turno, senza pensare ai danni che si potevano arrecare all’Isola.

Ma se questo è Il Mattino cosa dire dei Verdi che, pur di racimolare un po’ di visibilità, usano il disabile foriano per criticare la Caremar caprese? O cosa dire del magistrato che dovrebbe lasciare la scorta alla “Siena” per andare ad Ischia Ponte?

Così magistrati, avvocati, giudici, docenti e giornalisti, categorie che permettono un’ampia strumentalizzazione demagogica, diventano obiettivi sensibili e, sempre senza nome, vengono associati al nome Ischia, così come sequestri di persona mai avvenuti e mostri mai denunciati.

Questa è Ischia d’agosto attraverso l’informazione.

p.s. Un mese fa, qualcuno ci ha fatto credere che Ischia potesse avere dei “friends” nel mondo della stampa nazionale e regionale, addirittura premiando un “capoccione” de Il Mattino. Alla faccia degli amici. I giornalisti “amici” non devono non pubblicare le cose, ma solo accertarsi che quello che si sta pubblicando sia vero e non sia una pura strumentalizzazione mediatica di una problematica. 

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