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La beffa più grande arriva da Martina 

mandragorasarnese

Luigi Iannucci | Forse la beffa più brutta arriva da Martina. La capolista impatta contro la Turris. L’Ischia invece perde e manca una clamorosa occasione per agganciare, nuovamente, la vetta.  Si perde uno scontro diretto, l’ennesimo. In molti confidavano nella vittoria contro la Sarnese per recuperare almeno l’entusiasmo. Così non è stato. Il risultato di parità sarebbe stato sicuramente più giusto. Però contano le vittorie. I punti. La sconfitta ha provocato, come era prevedibile, contestazioni, anche pesanti, nei confronti di chi ha operato in questi mesi in casa gialloblu. Bruno Mandragora, mai accettato e mai amato, su tutti. I risultati e soprattutto gli atteggiamenti del mister non sono mai piaciuti alla tifoseria. I numeri parlano di 11 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte. Numeri che dicono che l’Ischia è terza. Che ha perso il primato perdendo a Casarano. Ma parlano anche di un punto conquistato in extremis contro il Matera dopo aver subito ben due gol di svantaggio. Parlano di un pareggio interno con l’Internapoli a pochi minuti dal termine. Parlano anche di una squadra che non ha mai dimostrato di essere padrone del campo. Una squadra che ha sempre sofferto, anche e soprattutto con quelle formazioni che sono impegnate nella lotta per non retrocedere. Scelte quasi mai comprese. Giocatori forse un po’ troppo dimenticati, o forse un po’ troppo pochi utilizzati. Giocatori tesserati e poi rinnegati. La campagna di rafforzamento invernale ha portato ad Ischia molti giocatori di valore, molti chiesti espressamente dal tecnico, solo qualcuno no. Ed a questi si deve un gran numero di punti.  Mandragora doveva essere colui che avrebbe dovuto dare un’identità a questa squadra. Le avrebbe dovuto dare un’anima, un carattere, un gioco. Questo non si è nemmeno intravisto. Si sono vinte tante gare, ma per il potenziale a disposizione si sarebbe dovuto anche lottare per conquistare quelli lasciati per strada. Questi sono i numeri. Ed alla fine danno un risultato. Oggi, più di ieri, col segno  negativo.
Le contestazioni non piacciano a nessuno. Soprattutto quando queste degenerano. Poi una parola in più detta o non detta non può assolutamente giustificare violenza gratuita. Il d.s. Alessandro Malgieri potrà anche aver risposto alle rimostranze dei tifosi in modo inopportuno, però questi non può ricevere un’aggressione. Capiamo invece la tensione del momento di Nicola Crisano, il direttore generale, che si è lasciato andare ad uno sfogo, anche colorito, nei confronti di chi lo contestava. Parole dure, forse non opportune, ma dettate in un momento di rabbia dovuto alla tensione. Appena questa sarà smaltita potrà affrontare con più serenità la situazione.
Il presidente Prospero Santo sensibilmente provato dalla partita e dal post ha stigmatizzato il comportamento tenuto da alcuni tifosi. Dalle sue parole emergeva una forte delusione e non solo per la contestazione.
Chi invece è sempre lucido e sprizza tranquillità da tutti i pori è Lello Carlino. Oramai parla da presidente a tutti gli effetti. Ha difeso tutti, squadra, allenatore e direttori. Ha confermato il suo impegno per il futuro, ma ha anche detto che ci crede ancora. Un sorriso accattivante in un domenica triste.

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