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La grandissima emozione del Mazzella 

sasso

Leonardo Sasso | Si torna con grandissima emozione sulle tribune del Mazzella. Dopo 15 anni l’Ischia gioca di nuovo una partita nel calcio professionistico. Mostrare il documento, avere tra mani il biglietto con il codice a barre e con il proprio nome ci ha fatti sentire di nuovo tifosi importanti, di nuovo tifosi della grande Ischia. Ci eravamo lasciati dopo la promozione e dopo lo scudetto con la sensazione chiara, almeno per me, che la società avrebbe fatto le cose per bene.

Posso tranquillamente dire che così è stato. Alcuni dubbi ed alcune incertezze sembravano essere sorte durante la pianificazione della stagione nel mese di giugno. Naturalmente il carattere dell’isolano e soprattutto del tifoso dell’Ischia, veicolato con la velocità della luce attraverso i social network sembravano aver già decretato la fine del sogno di continuare a vedere l’Ischia protagonista.

Assistiamo invece da tre anni ad una costante crescita dell’impianto societario, organizzativo e tecnico.

Una crescita che sfido chiunque a ritrovare nell’ultimo ventennio. Dico ventennio perchè pur con tutto l’amore che noi portiamo per quasi ogni figura, sportiva o dirigenziale, che abbia fatto parte dell’Ischia in questo lasso di tempo nessuno potrà smentire che, vivaddio, non vediamo più da tre anni le “nobili” collette fatte nei mese di luglio ed agosto per racimolare l’iscrizione, il ritiro a Fiaiano, spesso, e qualche giocatore preso a prezzo d’occasione. Vedere l’Ischia partire  in ritiro con un organico già quasi definito del tutto, vedere la presentazione della squadra con tutti i crismi del vero professionismo non può non riempire d’orgoglio tutti noi tifosi.

Su due  cose vorrei che la società riflettesse.

Già lo scorso anno era stato oggetto di dibattito tra noi tifosi la strategia per aumentare la fidelizzazione alla nostra squadra. Mi permetto di dire che la prima fase per l’acquisto di biglietti e abbonamenti si sta rivelando quantomeno enigmatica. Pochi punti vendita ma soprattutto scarsa comunicazione sulle modalità d’acquisto. C’è bisogno assolutamente di avere maggior dinamismo e maggior diffusione dei punti vendita.

Poi manca assolutamente un Ischia Store con i prodotti ufficiali. Sciarpe, maglie, felpe e quant’altro. Una località turistica come la nostra ha bisogno uno store dove il tifoso ed il turista possano comperare la maglia ed il ricordo da portare a casa della nostra squadra. Credo che anche questo potrebbe essere un veicolo pubblicitario oltre che fonte di ulteriore introiti.

Questa però è la stagione dove tutti hanno ragione, dove tutti sono campioni. Verranno le giornate invernali nella ghiacciaia di Fondobosso dove quest’anno, con il salto di categoria, saranno vietati i voli pindarici ma bisognerà soffrire e tirar via con le unghie e con i denti i punti che dovranno darci la C/1.

Ieri l’avvio è stato di quelli che fan ben sperare. Priva delle due pedine di maggior rilievo acquisite durante la sessione estiva dei trasferimenti, Di Nardo e Catinali, l’Ischia si è presentata nella veste con cui ci eravamo lasciati. La veste di gran squadra di classe, con un calcio bello da vedere, propositivo e comunque concreto nel non lasciare occasioni all’avversario che va detto di nobile, almeno ieri, aveva solo il nome di Cosenza ma che tecnicamente mi è parso almeno attualmente poca cosa.

Ottimi gli esordi di Liccardo e Pedrelli tra le nostre fila, conferme favolose e ad alto livello per Tito, Longo e Cunzi.  Nigro in fase di rodaggio. Masini onestamente inconcludente ed a volte oserei dire irritante.

Non ci resta che ritrovarci mercoledì prossimo per una più compiuta analisi tecnica della rosa gialloblè sperando di vedere in campo anche gli altri gioielli agli ordini dei veri fuoriclasse dell’Ischia: Carlino & Campilongo!

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