La “nostra” storia del Magnate russo a Citara
…e facciamoci un altro nemico. …
E’ questa la storia raccontata dal Corriere del Mezzogiorno e da altri media più o meno importanti che fanno del cut and paste la loro mission scaturita da un’intervista – mi sembra – pubblicata sul Golfo. Una notizia che si presta a commenti e discorsi ma che (e non so se Il Golfo l’ha fatto) deve essere contestualizzata nei giusti canali.
Ognuno dei propri soldi ne fa ciò che vuole e, se vuole, può anche “acquistarsi” un intero ristorante. Un po’ come Yuri Orlov, interpretato da un bravo Nicholas Cage in Lord of War che per conquistare la sua Ava Fontaine (i due della foto, ndr), una modella sulla cresta dell’onda, prima l’ha ingaggiata per 20.000 dollari per un falso servizio fotografico in un’isola dei Caraibi e, dopo aver affittato un intero albergo, comincia a corteggiarla. Chissà, forse il proprietario de Il Gabbiano ha spezzato un sogno così romantico… possibile.
E’ vero siamo tutti vittime di quanto ci propinano la televisione, il cinema e, perché no, lo streaming, ma sogni o non sogni, la storia di oggi si riduce ad un semplice ragionamento commerciale: da una parte un magnate russo, dall’altra un ricco ischitano. Due personaggi che non hanno bisogno di soldi e che, possono anche permettersi il lusso di spendere l’uno e di rifiutare l’altro, 45mila euro in un periodo di crisi come questo.
Ma se il Magnate Russo ci resta sconosciuto, Gianfranco D’Ambra no. Nel commentare questa storia non possiamo non ricordarci che Gianfranco D’Ambra è il “papà” del Bingo e di numerose sale slot e sale scommesse disseminate sulla nostra isola e vive una condizione che gli permette di poter dire no a 45mila euro e fare il tira e molla con il “Magnate Russo”. Non ce lo dobbiamo dimenticare perché, altrimenti, corriamo il rischio di berci la storiella della “dignità” da parte di chi ha come business slot, bingo, scommesse e chi più ne ha più ne metta. Scusate (e mi sono fatto un altro nemico) io dico no.
Dicevo prima di inquadrare la storia nei giusti canali anche perché dobbiamo riconoscere a Gianfranco D’Ambra di essere coerente con il suo pensiero e di applicare al proprio ristorante sulla spiaggia una policy che non cambia. Diversi anni fa, giusto per la cronaca, fu lo stesso a dire no ad una scolaresca di Fontana in cerca di una pizza. Gianfranco ha sempre voluto difendere la propria clientela abituale e questo, ovviamente, gli va riconosciuto.
Da questo argomento alla discussione più ampia sul “turismo” e sul “turismo del lusso” c’è troppa distanza, sono cose diverse….