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La preside Sergi dell’Istituto Antonio De Curtis scrive ai suoi alunni 

A seguito del terribile attentato di Brindisi la dirigente scolastica dell’Istituto Antonio De Curtis di Barano ha pensato di leggere una lettera ai suoi alunni che è stata letta stamattina all’inzio delle lezioni e dopo è seguita un’analisi nelle rispettive aule con i docenti. Di seguito le parole agli alunni

Care ragazze e cari ragazzi,

Il terribile episodio successo a Brindisi nella giornata di sabato 19 maggio 2012 ci deve far riflettere. Ha colpito vittime innocenti, ragazzi, studenti nella loro scuola, presidio di legalità e spazio di giustizie e libertà, luogo in cui dovrebbe nascere la speranza di un futuro migliore, e che invece sabato è stato teatro di una orribile tragedia. Il fatto che si possa morire a scuola deve essere per noi inconcepibile e il fatto che questo accada in una dinamica folle ed omicida è un dato preoccupante che non può lasciarci in silenzio. Poco importa quale sia la pista, certo è che la violenza in questi territori, nel Sud Italia, è figlia di una cultura che deve essere distrutta e cancellata. La società civile è stata colpita ancora una volta al cuore, aggredendo al futuro del Paese, agli studenti. Per chi sabato è morto, per chi è ferito, senza motivo, solo perchè era uno studente con dei sogni, con delle passioni, con dei desideri, con un futuro di libertà per cui lottare, deve andare il nostro pensiero. Così come per chi aveva dei sogni che sabato sono stati spezzati dalla follia della cieca violenza. Perché non si può essere distrutti così, entrando a scuola. Non ci dobbiamo fare terrorizzare, non possiamo darla vinta a chi vuole, attraverso la violenza e il terrorismo, mettere in scacco la democrazia nel nostro Paese e mettere a rischio la vita d’innocenti. Non dobbiamo mai avere paura di urlare, di opporre la conoscenza e la voglia di libertà alla vile azione violenta. Il violento va isolato, va denunciato, iniziando già dalla scuola media dove a volte succedono prevaricazioni, da parte dei bulletti da strapazzo che deridono i compagni, mettono le mani addosso alle compagne, si atteggiano a superuomini e non sono altro che poveri individui senza dignità, consapevoli della loro debolezza. Abbiate sempre il coraggio di denunciare qualsiasi forma di violenza, anche la più banale, perché non diventi un cancro che, a lungo andare, può causare danni peggiori, anche e soprattutto a livello psicologico e uccide. Come cittadini e persone, non potete stare “fermi” e zitti perché ribellarsi alla violenza è una necessità senza la quale si rimane soli, senza la quale si perde la propria dignità. Solo reagendo civilmente e con determinazione contro la violenza, non darete mai spazio a chi per cultura, educazione, ideologia vi disprezza e si disprezza.

Il vostro Dirigente Scolastico

Prof.ssa Maria Luisa Sergi

 

 

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