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La vittoria di Grazia e Pierino 

Questa storia inizia all’incirca cinquanta anni fa… Grazia giovanissima, per la precisione aveva quasi ventiquattro anni, dava alla luce, prematuramente e a casa, un bambino, Pierino.

Pierino era piccolissimo pesava poco più di un chilo. «All’epoca – racconta Grazia – non c’erano tutti i progressi medici e le tecnologie che esistono oggi. Vivevo in un paese piccolo del napoletano, l’ostetrica al vederlo, mi disse… Grazia non disperarti, ma purtroppo è molto piccino… Non sopravvivrà!… ma quel essere piccolissimo, tenero, con la pelle trasparente, lottava ogni giorno per la sua vita, era così piccolo che lo allattavo con un contagocce… l’ho cresciuto nell’ovata per mantenerlo caldo!».

Sembra irreale questo inizio, per noi che siamo abituati a trovare risposte a tutto… infatti, Pierino c’è l’ha fatta, oggi ha quarantotto anni, è tetraplegico e a molte difficoltà a parlare, ma è lì, presente, sulla sedia rotelle e anche lui partecipa attento al discorso della mamma.
Grazia, oggi che di anni ne ha settantuno, prosegue nel suo racconto.
«Nonostante la mia gioventù, questo bambino mi ha dato una forza incredibile. Mio marito che purtroppo, undici anni fa scomparve, è stato un sostegno incredibile. Morì dopo sette anni di combattimento contro un linfoma non Hodgkin, le sue ultime parole sono state… La mia battaglia l’ho fatta, ora devi continuare tu! Poco dopo chiuse gli occhi. Il nostro legame era fortissimo, fatto di comprensione e amore, che abbiamo riversato su questo figlio, che Dio ci aveva mandato. Siamo sempre stati orgogliosi di nostro Pierino a chi mi diceva… “Puvuriell”, ed io rispondeva immediatamente “Perché puvuriell… lui ha una mamma e un papà.
Crescere Pierino non è stato una passeggiata, i problemi motori, quelli respiratori, le convulsioni, la mancanza di centri adeguati per persone come lui, fino a che abbiamo deciso di tenerlo a casa. Basta centri d’indubbia qualità… Pierino aveva bisogno di amore e noi c’è lo davamo. Ogni compleanno di Pierino era una doppia festa con la vita. Oggi, non sono più giovane, anch’io ho i miei problemi, l’ernia del disco, il tunnel carpale, la pressione alta… ma non mi fermo, perché lui ha bisogno di me! Raramente mi sento depressa… Non posso, devo essere forte e continuare a lottare,
fino a che il Signore mi darà la forza!».

Grazia è molto bella, non rappresenta la sua età, e suoi occhi s’illuminano quando racconta la sua storia, soprattutto quando guarda a Pierino e fa da interprete. «Oggi non sta molto bene, Pierino, tiene un po’ di febbre, quei maledetti mucchi non lo abbandonano mai».
Il sole sta calando in quella casa di sua sorella, dove è venuta a trascorrere le sue vacanze… «Se la febbre non passa, me ne tornò a Napoli, mi sento più sicura in terraferma».
Nonostante la preoccupazione per Pierino, Grazia è contenta per il nostro incontro. «Mi piacerebbe incontrare altre mamme per raccontare la mia storia… E’ importante dare forza agli altri. Oggi la gente si stanca facilmente, vuole tutto e
subito, ma nella vita bisogna avere coraggio e pazienza… Ogni mattina quando mi alzo, ringrazio Dio perché è un altro giorno e continuo fino a quando Lui vorrà…».

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