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L’albergatore: “Basta coi lavoratori in nero. Basta alla concorrenza sleale” 

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Ancora una “segnalazione” se così possiamo dire, sullo spinoso tema della crisi che investe soprattutto la categoria degli albergatori e delle piccole imprese, ci viene da un’albergatrice di S.Angelo, felice per i complimenti ricevuti da alcuni turisti ma preoccupata per il presente e il futuro della propria attività lavorativa

Questa mattina, leggendo il Guest book dell’hotel di cui sono proprietaria,mi sono sentita orgogliosa. C’era scritta una frase magica.Diceva così :Grazie per l’accoglienza ricevuta.Il turismo deve esser fatto così! Io non so esattamente in cosa sono rimasti colpiti i miei clienti. Ogni giorno ci inventiamo cose diverse. Percorriamo sentieri sconosciuti.
Sì, il marketing territoriale.Cerchiamo di stare al passo.Con mille problematiche. Quest’anno festeggiamo il ns 50 esimo.
É un anniversario importante! Un azienda che dà lavoro a 60 collaboratori e sono tutti italiani! Una piccola realtà, che si da da fare, e ha l’orgoglio di dire:siamo made in Italy. Non ho nulla contro gli extra comunitari, sia ben chiaro, ce l’ho contro gli albergatori, che per risparmiare, pagando in nero, fanno concorrenza sleale. Io per essere in regola, per pagare le tasse, gli stipendi, i contributi,le imu, le tarsu, non ce la faccio più! Chiedo consigli, come sopravvivere,in attesa che la crisi passi

Un altro appello che non possiamo lasciar cadere nel vuoto, ma che possiamo e dobbiamo raccogliere. Fare “rete” nel tempo della crisi, unire le forze, farsi coraggio a vicenda sono o perlomeno sarebbero i primi importanti tasselli per non “crollare” nella trappola dello sconforto in momenti così difficili e “opprimenti” come quelli che stiamo vivendo.
D’altra parte invece anche e soprattutto sulla nostra isola l’egoismo sembra far da padrone e non si fa altro che cercare di “farsi la festa” vicendevolmente,credendo di poterne ricavare il massimo col minimo sforzo. Senza capire che questo modo di agire e di operare non è altro che “l’inizio della fine” e ci porterà solo ad una completa e totale autodistruzione.

NESSUN RAZZISMO. L’appello che abbiamo raccolto e che vorremmo diventasse un serio grido d’allarme non vuole avere nessun taglio “razzista”, ma ci permette di poter puntare il dito e fare focus su un altro importante argomento, quella della specializzazione e, quello più tecnico della “qualità percepita” dai nostri ospiti. Fino a quando i calcoli aziendali si baseranno su un livellamento verso il basso (ma per gli albergatori ischitani, lo sfruttamento è un concetto endemico) non potremo mai sperare di poter iniziare da un punto di vista diverso.

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