l'informazione ispirata ai valori del giornalismo di Domenico Di Meglio|sabato, aprile 30, 2016
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L’indifendibile Massimo e la Colombaia 

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Nella foto a corredo di questo post, il Maestro Piero Tosi. Insieme abbiamo allestito – materialmente – la mostra fotografica alla Colombaia. Un lavoro svolto, il mio, che la Fondazione non ha mai pagato così come altre molte cose.

Purtroppo di personaggi in cerca d’autore ne abbiamo visto, ma come “Massimo”  (credo sia Bottiglieri, ma spero di sbagliare) non ne avevamo ancora incontrato.

Ecco la mail, che il buon “Massimo” ha inviato a me e per conoscenza anche ad altri colleghi: “Gaetano di Meglio vanta la sua informazione come superiore alle altre isolane vanta nella sua linea  editoriale  che non ha ne padroni ne padrini, quale garanzia cita il papà Domenico che si può affermare la comunità isolana ed oltre si inchina al grande maestro. Peccato però come dire Gaetano predica bene ma razzola male. L’ultimo esempio  la notizia del pignoramento  per recuperare quando dovuto ad un dipendente ebbene mentre tutta l’informazione locale e nazionale informava i suoi lettori della vicenda, il Dispari  che vede direttore Gaetano  Di Meglio non pubblicava la notizia. Il motivo è semplice, infatti  in tanti sanno che Gaetano ha “azzuppato”  nello stesso piatto di Morgera e Vuoso  con i fondi della collettività che ha ricevuto La Colombaia per tanti  anni, insomma non ha tradito i suoi amici di merenda.  Peccato che soldi&incarichi uffendono  noi lettori sottraendoci le verità dei fatti.  Tali fanni dovrebbero  portare a delle riflessioni  a Gaetano  che crede di illudere  gli isolani con la sua informazione faziosa. Saluti Massimo”

Una mail, ovviamente fuori logica, ma che mi impone di chiarire bene i fatti. Non ho nessun problema, ma proprio nessun problema, a definirmi amico di DANIELE MORGERA (e lo scrivo tutto maiuscolo proprio per evidenziarlo) anzi, ne vado fiero. Chiariamo subito un aspetto grave di quanto scrive il “buon” Massimo. Io non ho mai “azzuppato” alla Colombaia. Non ho mai “azzuppato”e, ancora oggi, sono creditore della “Fondazione” per aver svolto le mansioni che riguardano la mia professione e che, come tale, va retribuita. Ahimè, ci ho messo una pietra sopra e ho detto addio a quanto mi spettava per aver lavorato. Ora che ci penso, però, forse ho sbagliato a non adire le vie legali per recuperare il mio credito, ma ognuno di noi fa i propri calcoli. Chiarito questo aspetto, sul quale nessuno può sindacare, passiamo alla notizia.

Ieri, il solito giornale napoletano, a firma del solito giornalista locale di poca credibilità ha pubblicato una notizia che, controllata con quanto afferma la più grande agenzia di informazione d’Italia, l’ANSA, è stata distorta e manipolata (proprio come nel caso del magnate Abramovich e del Regno di Nettuno e come nel caso dei rifiuti depositati fuori orario). Un modo di fare informazione che non ci piace e che, proprio in rispetto alla nostra linea editoriale, non seguiamo pedissequamente. Non ci piace fare copia e incolla nè, infine, essere disponibili a sostenere le tesi dell’ex sindaco di Forio, complice con l’attuale Direttivo della Colombaia di aver distrutto un bene pubblico. Purtroppo Bottiglieri, D’Onofrio e De Angelis stanno rappresentando la peggiore gestione della villa e, in virtù di qualche critica, hanno pensato – nei mesi scorsi – di censurarci rispetto alle loro iniziative. Povertà di stile, di cultura, di educazione e di opportunità che non ci lascia meravigliati.

Ma torniamo alla falsa notizia che ha pubblico Massimo Zivelli e che, verificata, è risultata falsata, modificata e smenitita dal “terzo” chiamato in causa. L’ennesima brutta figura del giornale napoletano.

Il fatto, sul quale non si può discutere, è che i giudici italiani hanno accolto le richieste di Ugo Vuoso (persona che mi ha deluso e della quale nutro pessima considerazione e profonda disistima) ed hanno consentito all’ufficiale giudiziario Dario Rizzotto di mettere in esecuzione il pignoramento. Peccato, però, che lo stesso Rizzotto (l’ufficiale giudiziario!!!!!) abbia dovuto smentire, in maniera diretta, quanto riportato dal giornalista locale foriano (forse ben pungolato dalla Fondazione?).

“In merito al pignoramento eseguito presso la Colombaia di Luchino Visconti interviene l’ufficiale Giudiziario presso la sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli, Dario Rizzotto. ”Non è stato eseguito nessun ‘blitz’, termine che si addice invero più alle operazioni delle teste di cuoio, ma semplicemente un pignoramento mobiliare ad istanza di un creditore che già in precedenza aveva esperito, con esito negativo, un pignoramento di crediti presso il comune di Forio; le operazioni sono state condotte dal sottoscritto senza ausilio della forza pubblica, senza ausiliari e con la massima discrezione per concludersi dopo circa una ora e mezza. Il tutto si è svolto in un clima sereno e di fattiva collaborazione da parte del personale presente senza che i (pochi) visitatori potessero avere contezza dell’accaduto. Fra i beni pignorati non figurano la collezione fotografica, di proprietà della Provincia di Napoli, nè la macchina per il caffè o i bicchieri del bar’. Quanto sopra perchè non è costume dello scrivente, nè dell’ufficio al quale è addetto, eseguire blitz e tutti i compiti inerenti la propria funzione sono sempre eseguiti,nel rispetto della normativa vigente,con la discrezione e la sensibilità che ciascun caso richiede”, conclude l’ufficiale giudiziario.”

Ops, guarda un po’, nuovamente smentito il giornale napoletano come è stato nel caso del Regno di Nettuno a firma di Riccardo Strada.

“Il tutto si è svolto in un clima sereno e di fattiva collaborazione da parte del personale presente senza che i (pochi) visitatori potessero avere contezza dell’accaduto. Fra i beni pignorati non figurano la collezione fotografica, di proprietà della Provincia di Napoli, nè la macchina per il caffè o i bicchieri del bar”. E i sommari ad effetto? E i titoli in cerca di scoop?…

E’ normalissimo, caro “Massimo”, che Il Dispari non abbia ripreso una notizia falsata, raccontata male e distorta per fare il “piacere” all’attuale direttivo. Rispetto al passato della “Colombaia”, invece, la mia posizione e quella de Il Dispari è molto chiara: siamo difronte ad  una “cosa” pubblica gestita con la politica, nulla di più, nulla di meno. Non vedo cosa ci sia da meravigliarsi. Storie simili a questa ne raccontiamo tutti i giorni, l’ultima, giusto per ricordarci, è la querelle di D’Amato ad Ischia…

Oggi, alla Colombaia, ci troviamo nella stessa situazione della Biblioteca Antoniana di Ischia. Luigi Telese nominò politicamente la dottoressa Lina D’Onofrio e poi, al cambio di sindaco, Giosi Ferrandino la cacciò, un po’ come è successo con Franco Monti che nominò Ugo Vuoso e poi Franco Regine cacciò.
Un’equazione facile facile. Che differenze ci sono tra la “causa” contro il comune di Ischia mossa dalla dottoressa D’Onofrio rispetto a quella di Ugo Vuoso contro il Comune di Forio se entrambi sono stati nominati dalla “politica” e cacciati dalla “politica”? Chi di politica ferisce, di politica perisce.

p.s. Giusto per la cronaca, la mia “collaborazione” professionale con la Colombaia è iniziata con Tonino Della Vecchia. Altri tempi. “Anni verdi”.

p.s. 2 Come linea editoriale, cerchiamo di non pubblicare le notizie che lanciano gli altri media. Se la notizia viene pubblicata dal Mattino resta del “Mattino” e gli altri media non sono autorizzati a “copiare …cosa che capita solo a certe notizie de Il Dispari, ad esempio…

 

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