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Manca il carburante. La Caremar si ferma ancora! 

Le acque del golfo di Napoli sono sempre più agitate, e stavolta non per le avversità meteorologiche

Per quanto sembri un film visto e rivisto è ormai chiaro che al peggio non c’è fine e che per i trasporti marittimi nelle nostre acque siamo arrivati alla fase più critica e cruciale. Da ieri mattina la nave veloce Isola di Capri della Caremar è inchiodata all’ormeggio di Porta di Massa e da quel momento sono sospesi tutti i collegamenti con navi Traghetto per l’isola azzurra.

Ma sono le cause di questo improvviso stop del tmv pubblico a destare grande clamore: inizialmente era stata diffusa la notizia che il mezzo era out per una avaria. Ma da subito il tam tam sulle banchine del golfo ha rimbalzato la notizia che i fornitori di carburante di Caremar, impagati da parecchi mesi, hanno sospeso la fornitura alle navi ed all’unico aliscafo della compagnia pubblica ancora in attività.

Secondo voci sempre più insistenti nel giro di un paio di giorni, se la situazione non dovesse sbloccarsi, si fermerà il resto della flotta pubblica, quando cioè i serbatoi delle varie navi Fauno, Adeona e Naiade saranno completamente a secco. Non è evidentemente bastato l’intervento di Vetrella e Caldoro che in poche settimane erano riusciti ad approvare la legge salva-Caremar contribuendo con otto milioni di euro a tenere in vita la compagnia, nelle intenzioni dei due perlomeno sino a privatizzazione compiuta.

In realtà sembra che del contributo salvifico Caremar abbia sin qui incassato circa il 40 % e volendo dar retta a chi dice che, di solo carburante, Capalbo & soci abbiano quasi 3 milioni di euro di debiti si comprende facilmente che i guai per la compagnia pubblica e per le isole del golfo sono lontani dall’essere risolti.

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