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Massimo Coppola, assessore al turismo di Anacapri: “…i nostri giovani sono il motore della rivolta, ci chiedono di lottare con fermezza” 

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Gaetano Di Meglio | Con l’assessore al Turismo di Anacapri, Massimo Coppola, nel day after della protesta al porto di Capri proviamo a tracciare un bilancio su quello che, forse, è stato uno dei primi di protesta civile che viene fuori dall’Isola Azzurra.

Assessore, il nostro direttore in suo editoriale, racconta una verità diversa dal coro di osanna che si è alzato nei confronti della vostra manifestazione. Quali sono i motivi che vi hanno spinti ad occupare il porto e dire no allo “sbarco” dei turisti domenica mattina?
L’unico motivo che ha spinto i cittadini di Capri alla protesta è contrastare il sistema dei collegamenti marittimi che così come è concepito lede il nostro fondamentale diritto alla continuità territoriale. Abbiamo cercato di dialogare con la Regione e gli Armatori nei mesi scorsi, abbiamo chiesto un piano orario che potesse soddisfare meglio i nostri bisogni primari, abbiamo chiesto un naviglio adeguato e soprattutto abbiamo chiesto rispetto. Ci hanno chiamati per ridurre ancora di più le corse dei servizi minimi essenziali che già avevamo acconsentito si riducessero da 12 a 8 e per contro le compagnie chiedevano di aumentare le corse residuali, allora mi chiedo c’è sofferenza o no nel settore?

Assessore Coppola, se pensiamo al significato del termine Capri, difficilmente ci viene in mente qualcosa di brutto. Mi sa, invece, che i problemi che attanagliano Capri non sia poi tanto distanti da quello che è il resto della nostra Provincia…
I problemi di Capri in qualche caso coincidono con quelli della Provincia e in altri casi no. Capri è un’isola che va preservata, è una risorsa regionale e nazionale. Ma sull’isola vive gente che non è privilegiata come si crede, lavora e ha gli stessi problemi delle persone che vivono sul continente. E se viene lesa nei diritti alla salute e alla mobilità deve farsi sentire.

Assessore ci troviamo vittime immolate sull’altare di Vetrella e della Regione Campania che, nonostante la evidente sperequazione continua a buttare soldi nel trasporto terrestre e a lasciarci sempre più isolati. Crede sia un problema politico, reale di cassa o cosa?
La politica dei trasporti marittimi è stata gestita in maniera diversa rispetto a quella dei trasporti terrestri. L’affidamento dei servizi è avvenuto a costo zero senza impegno di alcuna somma in bilancio. Poi si è detto ai privati fate quello che volete e questo non è accettabile o lo è nel momento in cui si rispettano gli obblighi di servizio. Nel passaggio da una giunta all’altra l’assessore Vetrella sembrava animato da buoni propositi e solo in materia di politica tariffaria eravamo discordanti ma poi piano piano ha cambiato parere. Ora dobbiamo cercare di riprendere il dialogo.

Continuità territoriale, servizi ai residenti e mobilità sostenibile. Quale potrebbe essere la ricetta caprese per la soluzione del problema.
La ricetta caprese non è diversa da quella che dovrebbe essere la ricetta di tutti i paesi in cui i diritti dei cittadini vengono rispettati. Gara aperta a tutti e non affidamento, obblighi di servizio chiari e inequivocabili, e piano orario scaturenti da un indagine di mercato che tenga presente degli interessi e dei bisogni della collettività. Infine un sistema di sanzioni che non sia ridicolo come quello attuale.

I rapporti con Vetrella vi hanno visto, più volte, in conflitto. Come mai?
Il rapporto all’inizio era buono poi qualcosa è cambiato. Forse sull’assessorato è ancora forte l’ascendenza dei funzionari che sono sempre gli stessi. Non siamo d’accordo sul suo modo di concepire la politica tariffaria del chi più viaggia meno paga perché ci sono dei residenti anziani che partono una sola volta in un anno e non possono pagare 17 euro a tratta. E poi fa un grave errore quando dice che del turismo non gli importa niente perché questa isola di turismo vive. Ma è anche vero che sui trasporti terrestri ha trovato una situazione disastrosa.

Dopo domenica cosa ci sarà? Scenderete ancora in banchina? Sarete ancora pronti a protestare con veemenza come avere fatto?
Se non abbiamo segnali la protesta continuerà è chiaro. Cosa succederà non sono in grado di prevederlo. Io mi auguro che non si debba giungere più a forme di protesta così estreme e mi dispiace che ci siano degli organi istituzionali che non comprendono che questa è una collettività civile e pacifica. Ma i nostri giovani che sono il motore della rivolta, ci chiedono di lottare con fermezza e noi abbiamo il dovere di dare delle risposte e non possiamo permetterci di rinunciare ai nostri diritti.

Lei è anche un albergatore. Qui da noi ad Ischia, il binomio politica-albergatore non viene visto bene. Anzi. All’ombra dei Faraglioni, invece, com’è?
Io sono prima di tutto un cittadino e poi un albergatore. I miei diritti sono uguali a quelli di tutti gli altri cittadini e anche i problemi. Qui viviamo in un’unica realtà e se vengo visto bene o male non lo so. Ma sarebbe deprimente se gli interessi economici prevalessero sui diritti fondamentali.

CONSIDERAZIONI FINALI. Dalle risposte dell’Assessore Coppola viene fuori un quadro diverso sia della manifestazione sia della concezione stessa del modo di interpretare il problema. Partiamo dalla fine “…i nostri giovani che sono il motore della rivolta, ci chiedono di lottare con fermezza…” Da Capri, e per questo potrei anche coprirmi il capo di cenere, arriva una lezione che ci sogniamo. I giovani che dettano i tempi e gli amministratori che danno forza e sostegno. Ma ciò che segna la differenza con il tanto parlare che si è fatto fino ad oggi è questa frase: un “… piano orario scaturenti da un indagine di mercato che tenga presente degli interessi e dei bisogni della collettività”.

Non voglio portare acqua al mulino di nessuno, ma credo che se Vetrella, invece di affidarsi ai “suoi” tecnici affidasse ad una seria “indagine di mercato” la valutazione e la formulazione dei piani orari, così come dei piani tariffari, potremmo iniziare a stare meglio.

Con un po’ di sconcerto, mi chiedo, ma dalle nostre parti questa parola mi sbaglio o è una sconosciuta? Analisi, indagini, questionari ai turisti, valutazione del gradimento, SWOT (sviluppo tra opportunità e minacce) li vogliamo far sbarcare o, davvero, crediamo di poter andare avanti come stiamo facendo?

p.s. Se poi, l’indagine di mercato dice che il low-cost è un problema o  meglio, una minaccia, questo è un dettaglio che interessa solo me…

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