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Minicar sotto inchiesta 

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Ripropongo questo articolo di Denise Faticante da www.lettera43.it perchè credo che sia una notizia che ci tocchi da vicino. Sono diverse, infatti, le minicar che percorrono le nostre strade. Se il nuovo quotidiano on line indipendente se ne occupa (come il resto della stampa italiana) c’è qualcosa da scoprire. G.

Agili come un motorino, meno sicure di un’automobile e troppo spesso piccoli missili lanciati nel traffico. Le minicar sono sulla graticola da quando la procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla loro scarsa sicurezza. Due gli episodi al centro dell’indagine, la morte di una ragazza romana che lo scorso 12 aprile, nel comprensorio dell’Olgiata, alla periferia nord di Roma, si è schiantata contro un pulmino e un altro incidente in tangenziale. I magistrati vogliono accertare la rispondenza dei sistemi di sicurezza delle minicar ai criteri di omologazione previsti dalla legge. Le consulenze tecniche svolte sui due mezzi, infatti, avevano rilevato la totale assenza di sistemi di sicurezza.

Per guidarle bastano 14 anni e un patentino

Niente altro che ciclomotori a quattro ruote, si possono guidare senza patente, entrano senza permesso nei centri storici e, se modificate, si trasformano in pericolosi bolidi. I materiali con cui sono costruite, infatti, sono necessariamente leggeri per rispettare le norme di omologazione, che impongono un peso massimo di 350 chili. Un vincolo che le rende vulnerabili, come dimostrano i crash test.
L’Adac (l’automobile club tedesco) ha rivelato che le minicar non sono in grado di reggere l’urto con un’utilitaria. Nella simulazione di un impatto a 40 chilometri orari la ruota, la sospensione e l’intero gruppo cambio-motore sono penetrati nell’abitacolo, mentre il montante del parabrezza è arretrato di ben dieci centimetri. Facile immaginare cosa sarebbe accaduto al guidatore o a un passeggero.
L’Ancma, l’associazione delle industrie produttrici di ciclomotori, categoria di cui le minicar fanno parte, fa però quadrato: «Il livello tecnologico mirato alla sicurezza dei veicoli prodotti migliora ogni anno», ha precisato l’associazione: «oltre alle cinture di sicurezza, da sempre presenti su tutti i veicoli, nella scorsa primavera è stato presentato un modello di minicar dotata di air-bag e si stanno sviluppando le prime applicazioni di frenatura avanzata (Abs). Sono stati anche sviluppati e commercializzati propulsori gestiti elettronicamente che rendono sempre più difficile le modifiche illegali del motore».

Multa di 779 euro per chi le modifica

A proposito di modifiche, dalla fine di luglio il nuovo codice della strada ha inasprito le norme che disciplinano l’uso delle minicar e le multe per chi le viola. È diventato obbligatorio l’uso delle cinture, chi ha la patente sospesa non potrà aggirare il divieto utilizzando una minicar e durante la circolazione le luci dovranno essere tenute sempre accese.
Per quanto riguardea le sanzioni, invece, la multa è di mille euro «per chi fabbrica, produce, pone in commercio o vende ciclomotori che sviluppano una velocità superiore a quella prevista» di 45 km/h, di 779 euro per chi li modifica per aumentarne la velocità massima, di 389 per chi circola con microvetture in grado di superare i 45 km/h.
Non solo. Il senatore del Pd Raffaele Ranucci, ha presentato, prima ancora che a Roma morissero due ragazzi, una proposta di legge che prevede l’innalzamento a 16 anni dell’età minima per guidare i quadricicli leggeri, l’introduzione di un patentino specifico, diverso da quello per i ciclomotori a due ruote e multe ancor più salate per chi “trucca” i motori.
Modifica che sono relativamente facili da fare, basta rimuovere i diaframmi che limitano la velocità. Un intervento alla portata di chiunque abbia una buona manualità meccanica e che viene spiegato passo passo anche su alcuni video fai-da-te che circolano su Youtube. E che in un’officina non costa più di cento euro tra materiale e manodopera. Un divertimento pericoloso perché l’alta velocità resta una delle cause principali di incidenti in minicar.
In Italia alcuni studi considerano la minicar il mezzo più pericoloso: 2,66% di mortalità rispetto al parco circolante contro l’1,98% delle moto, l’1,85% delle bici, lo 0,3% dei ciclomotori e lo 0,78% delle automobili. L’Ancma, l’associazione nazionale delle aziende produttrici di motocicli, ha precisato che in Italia l’incidenza dell’incidentalità riferibile ai quadricicli sia in realtà pari allo 0,1%, 385 incidenti con 18 morti e 610 feriti nel 2008.

Se ne vendono più di 6 mila all’anno

In Italia circolano 80 mila minicar. Nel 2009 ne sono state vendute 6.499, il 4,8% in più rispetto al 2008, con un boom di consegne a Roma, 1.359, il 17% del totale. Il loro costo si aggira attorno ai 10 mila euro, per un giro d’affari di circa 60 milioni di euro che fa dell’Italia il secondo mercato europeo dopo la Francia, dove le “voiturettes” sono nate e dove nel 2009 ne sono state vendute più di 14 mila. Le principali aziende europee di minicar sono sette e fatturano, complessivamente, circa 300 milioni di euro.
Le microcar tornano puntualmente alla ribalta della cronaca quando a morire sono adolescenti. Ma non sono i giovani a usarle di più. Il 59% degli utilizzatori ha più di 50 anni, mentre solo il 5% ha un’età tra 14 e 25 anni. Gli utenti, secondo un sondaggio dell’Ancma ne apprezzano l’economicità e facilità d’uso (basta avere 14 anni e un patentino rilasciato, per ora, su prova teorica, oltre al certificato medico).
Ma prima o poi arriverà anche la prova pratica in base alla nuova legge sulla sicurezza stradale, per la quale si attendono solo i regolamenti attuativi del Ministero dei Trasporti. Burocrazia permettendo.

Mercoledì, 27 Ottobre 2010

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