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Miracolo a Lacco Ameno 

orsolino

Orsolino, poeta e scrittore lacchese | Il gran giurì si era autoconvocato nella sede naturale: la bottega del barbiere-assessore di Lacco Ameno. Domenico era stato intronato sulla poltrona più importante, tanto ne sta facendo una collezione, e stava ascoltando con interesse tutti ( è la sua tattica prediletta, fa parlare tutti tanto fa quel che gli pare) mentre lo insaponavano. Il tema era quale poltrona scegliere tra quella a Montecitorio e quella di Santa Lucia. Restare a rappresentare l’isola in Regione o salvare l’Italia a Roma. Gli interventi sanguigni degli astanti non si contavano c’era pure chi voleva una modifica alla legge sui cumuli delle cariche sostenendo che in Campania a proposito di cumuli c’era grande esperienza e portava ad esempio la ‘monnezza, che in cumuli era presente ovunque. Ma la Patria era la Patria e si sa ‘chi per la Patria muor vissuto è assai’, sosteneva uno che per dirla in termini piscatori, e Lacco è il Comune della pesca per eccellenza ricordando le antiche tonnare, è meglio essere ‘cape e alice che core e cefare’. Senza spiegare dove stesse l’alice e dove il cefalo. L’unico oppositore, coraggioso bisogna dirlo, è entrato a gamba tesa con un apoftegma (scusate sono uno scrittore colto) che avrebbe fatto storia: “Qua bisogna decidere se non contare nulla a Roma o niente a Napoli. Tutto qui.” L’assessore-barbiere ha estratto il cartellino rosso e l’oppositore, dopo si è saputo che era l’avv. Monti consigliere capo dell’opposizione ‘en travestì’, è stato prontamente allontanato. Domenico non tollera contraddittori. Al culmine della discussione è intervenuto il ‘picuozzo’ di Santa Restituta che si è inginocchiato davanti a Domenico e con le mani giunte ha intonato:”Resta con noi Signore la sera, resta con noi avremo la pace, resta con noi , non ci lasciar la notte mai più scenderà”. Miracolo a Lacco Ameno la mistica e la politica parlavano lo stesso linguaggio. Stato e Chiesa finalmente a braccetto. Domenico è capace di questo ed altro.

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