l'informazione ispirata ai valori del giornalismo di Domenico Di Meglio|sabato, aprile 30, 2016
Sei qui: Home » HOME » Nomina Rossetti, il Comune di Barano condannato a pagare 2.000 € all’avv. Giuseppe Di Meglio

Nomina Rossetti, il Comune di Barano condannato a pagare 2.000 € all’avv. Giuseppe Di Meglio 

Il Sindaco Paolino Buono. Foto Ischiacitynetwork

Il Sindaco Paolino Buono. Foto Ischiacitynetwork

Giuseppe  Di Meglio | Per la terza volta il TAR della Campania censura l’operato del Comune di Barano d’Ischia, che non vuole, nella procedura per la nomina del suo avvocato, adeguarsi ai principi di obbiettività, trasparenza e correttezza. Chi governa non può ritenere di essere al di sopra della legge e delle indicazioni dei Giudici.

Così per la terza volta in due anni il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania è tornato ad interessarsi della vicenda. Infatti, l’anno scorso, nel mese di agosto, in piena estate, il Comune di Barano d’Ischia aveva indetto una prova concorsuale per l’assunzione di un avvocato; l’avviso, sul sito del Comune, venne pubblicato nella cartella degli appalti e, quindi, nessun avvocato isolano ne ebbe notizia: partecipavano il solo avvocato Rossetti ed un avvocato della Lombardia, che non aveva i requisiti.

Con ordinanza del 17.12.2009 il TAR censurava questa procedura e chiariva che il bando avrebbe dovuto essere pubblicizzato adeguatamente sul sito del Comune in forma corretta, sulla stampa locale e con avvisi. Il Comune si è dovuto adeguare e, questa volta hanno partecipato anche altri 15 avvocati.

Naturalmente il vestito doveva essere confezionato a misura e, quindi, la Giunta decideva che requisito preferenziale sarebbe stato il rapporto di consulenza con gli Enti.

Molti avvocati isolani che partecipavano al bando, quali l’avv. Domenico Puca, l’avv. Giuseppe Di Meglio, l’avv. Onofrio Castaldi, l’avv. Iovino, l’avv. Passaro, l’avv. Granito, hanno per lunghi anni patrocinato vari Comuni e, quindi, avevano giusti titoli.

La Commissione, composta da Nicola Pascale, Pino Barbieri e il Segretario Sabrina Giannulli, andando al di là dei suoi poteri, ha modificato ‘a posteriori’ il bando stabilendo che la sola attività di consulenza fondata su convenzione avrebbe avuto rilevanza ai fini del punteggio, e non altri titoli. Si è così verificato che l’avv. Giuseppe Di Meglio, che esercita la professione  forense da 32 anni, cassazionista, laureato con 110, patrocinatore di molti Comuni, della Regione e di altri Enti pubblici, abbia avuto zero punti, e l’avv. Ciriaco Rossetti abbia, invece, conseguito 19 punti e sia stato dichiarato vincitore del concorso.

Il Tar della Campania con Sentenza del 1.7.2010, n. 16536, ha respinto le eccezioni difensive del Comune di Barano d’Ischia, sostenute dall’avv. Molinaro, perché infondate ed ha accolto i motivi addotti dall’avv. Giuseppe Di Meglio, specificando che “il criterio seguito dall’amministrazione è illogico perché ha privilegiato fra l’altro senza che fosse stato previsto nel bando esclusivamente quei pochi concorrenti ( fra i quali l’avv. Rossetti, risultato, poi, vincitore della selezione) che avevano avuto rapporti di natura convenzionale con le amministrazioni comunali, escludendo,invece, la gran parte dei concorrenti, fra i quali lo stesso ricorrente, che si è visto assegnare zero punti pur avendo una notevole esperienza nel patrocinio delle amministrazioni comunali”. Chiarisce il Tar che tale criterio “risulta infatti evidentemente illogico perché, seppure motivato con la necessità di avere elementi certi sul periodo temporale di attività svolta dai professionisti….. finisce con  il dare esclusiva o determinante rilevanza a uno solo dei possibili elementi di valutazione dei curricula dei candidati senza tenere conto invece di ogni diverso elemento in grado di consentire la scelta del professionista più idoneo per titoli vantati ed esperienza professionali maturate”.”Ciò ha determinato – aggiunge il TAR della Campania – l’esclusione dalla partecipazione alla gara di tutti coloro che non avevano avuto rapporto convenzionale con amministrazioni comunali ed ha finito con il favorire in modo palesemente illogico coloro che avevano avuto un rapporto convenzionale anche di breve durata, a danno di chi magari poteva vantare un curriculum anche più prestigioso ma senza avere avuto un rapporto convenzionale . La Commissione ha, quindi trasformato un possibile elemento di valutazione in un requisito di ammissione e ciò è certamente illogico ed illegittimo. Del resto ben 9  dei 12 ammessi alla selezione nella valutazione non hanno, poi, avuto, per effetto di tale criterio alcun punteggio. E ciò evidenzia una palese discriminazione in danno di soggetti, quali il ricorrente che, a prescindere da ogni altro elemento di valutazione comparativa, potevano vantare una sicura esperienza nel settore”.

La Sentenza, in buona sostanza, bolla definitivamente l’operato della Commissione, che si è prestata ad una operazione illegittima, che ha discriminato non solo l‘avvocato Giuseppe Di Meglio, che per il TAR dava garanzia di ‘sicura esperienza nel settore’ per privilegiare, invece, il vincitore. Dalla lettura della pronuncia emerge con chiarezza che l’operato della stessa Commissione e della Giunta non è stato trasparente e non si è ispirato a principi di legalità. La vicenda comprova che l’amministrazione Comunale persegue nella strategia di privilegiare taluni danneggiando altri, senza avere quale obbiettivo la tutela dell’interesse pubblico ed, alla fine, ne fanno le spese i cittadini. Infatti, la soccombenza del Comune ha comportato la sua condanna alle spese processuali che, invece, dovrebbero ricadere, insieme ai danni cagionati, sulle persone dei responsabili. Anche la professionalità dei componenti della Commissione giudicatrice ne esce fortemente compromessa, in quanto essa – e non per la prima volta – si è pretesta ad una operazione che i Giudici hanno ritenuto discriminatrice.

«Sono evidentemente soddisfatto di essere uscito vincitore da tale battaglia, portata avanti don determinazione e coraggio, a garanzia dei diritti dell’avvocatura e specialmente di quegli avvocati più giovani, che non sono protetti dall’ombrello della politica, che tende ad allargarsi sempre di più. Auspico, pure, che l’amministrazione che governa il Comune di Barano d’Ischia abbandoni la politica della contrapposizione e dei privilegi e punti ad instaurare un clima di collaborazione fra tutte le componenti del paese. Il Sindaco Paolino Buono, figlio d’arte, in quanto suo padre fu per lungo tempo Assessore comunale, ricordi che suo padre, quando da esponente della minoranza divenne uomo di governo, seppe manifestare autonomia rispetto a coloro che solo sulle contrapposizioni fondavano il loro ruolo, dimostrando doti di equilibrio»

Il testo della sentenza.

estratto della sentenza
«condanna il Comune di Barano d’Ischia al pagamento di € 2.000 (duemila) in favore del ricorrente, per spese e competenze di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.»

Commenta

You must be logged in to post a comment.

UA-17747172-1