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Peppe Barra incanta il Castello Aragonese 

pebarra

Il maestro per la prima volta al Castello tra emozioni e applausi. La Cattedrale dell’Assunta gremita di pubblico
Animale da palcoscenico istrionico ed eclettico, pieno di carisma, capace di stimolare la fantasia e di conversare con il pubblico nella maniera più familiare possibile, Peppe Barra è stato il protagonista del secondo appuntamento della rassegna culturale “inINSULA” e ha incantato il pubblico che lunedì 20 agosto, attento ed emozionato, gremiva la Cattedrale trecentesca dell’Assunta al Castello Aragonese d’Ischia. Uomo attento al recupero della memoria, dei ricordi e della tradizione, Peppe Barra, durante l’incontro coordinato con grandissima professionalità dal giornalista Ciro Cenatiempo, ha donato al pubblico ricordi ed emozioni di una vita d’artista, piena ed intensa. All’inizio dell’incontro, accennando ai primi anni con Roberto De Simone e alla fondazione della Nuova Compagnia di Canto Popolare, è stato inevitabile ricordare “La Gatta Cenerentola”, dove interpretò in modo superbo e geniale la “cattiveria” della Matrigna. La conversazione ha toccato vari punti della carriera dell’artista, dando molto spazio al ricordo dell’indimenticata Concetta, madre e compagna di scena, la quale era originaria della vicina Procida, isola in cui Peppe ha trascorso tutta la sua infanzia e adolescenza, e questo ha dato modo all’artista di raccontare vari aneddoti e ricordi molto teneri nonché ricchi di dolce nostalgia. Ma dalla voce del maestro e dalla luce dei suoi occhi, abbiamo percepito e assorbito, oltre alla tanta dolcezza, anche una fortissima rabbia, causata dal pessimo ruolo che in Italia viene dato alla Cultura, a causa di politici e di chi detiene le redini del potere mediatico, i quali dimostrano una totale indifferenza di fronte a questo problema, evitando di difendere ciò che merita di essere tutelato. E’ un impegno, un diritto e un dovere di tutti quello di salvaguardare il patrimonio artistico-culturale della nostra terra, così come anche proteggere le diversità linguistiche e dialettali; la lingua napoletana, ad esempio, che non è dialetto, oggi non è più insegnata ai figli, quasi le mamme si vergognassero delle nostre origini: “si nun saje addò si’ nato, nun può capi’ addò vaje”. E dopo questo grido di protesta, suscitato dalla forte passione della quale è pregno tutto il suo percorso artistico e formativo, Peppe Barra ha concluso l’incontro regalando al pubblico una fiaba, “La vecchia scorticata”, tratta da “Lu cunto de li cunti” di Basile e rielaborata alla sua maniera e con il suo linguaggio inconfondibile. Un ultimo applauso finale lunghissimo da parte delle numerosissime persone che affollavano la Cattedrale, ha dimostrato al maestro quanto sia stimato e amato dal pubblico. Certamente ci saranno altre occasioni per poter incontrare l’arte di del maestro, lo ha promesso al direttore artistico dell’evento, Francesco Esposito, al quale, mentre godevano del fantastico panorama dell’isola dall’alto, ha detto: “vorrei tanto tornare in questo luogo magico per fare un mio spettacolo”.
Ringraziando Peppe Barra per il prezioso regalo che ci ha fatto, possiamo solo augurarci che si avveri presto il suo desiderio.

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