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Perrone, l’autodemolizione si fa! 

la disperazione sul volto della signora Mattera

Rabbia e disperazione a Perrone: non serve la licenza edilizia per salvare casa Mattera.

Ida Trofa | E così impazza nuovamente la furia moralizzatrice dell’Isola d’Ischia, dipinta e fatta passare come la “patria” dell’abusivismo e basta che va imbonizzata e rasa al suolo con le demolizioni di Stato ordinate dalla Procura.
La Procura abbatte ed il comune chiede mutui e soldi per abbattere! Manco fossero tangenti per accattivarsi i favori di chi potrebbe portarli sotto processo. Stamani in quel di Perrone, precisamente nella zona delle “Stufe” di via Mortito si è proceduto alla demolizione, autodemolizione del fabbricato al primo piano dell’abitazione del signor Benedetto Mattera, 58enne marinaio di lungo corso gravemente malato.
Solito copione, solita prassi. Celerini, forze dell’ordine, ufficio tecnico, magistrati ed esponenti della Procura tutti in tenuta antisommossa, costretti al ruolo di chi deve dire a gente semplice e lavoratrice che deve rassegnarsi, non c’è ragione che tenga perché il maglio della Procura è entrato in azione e la magistratura farà il suo corso. Così è meglio che lo faccia colpendo loro piuttosto che qualcun altro, magari chi è arroccato nelle stanze del potere.
Il signor Benedetto Mattera ha realizzato la sua abitazione negli ani ’60 è titolare di una Licenza edilizia del 1968, nel 1969 ha denunciato l’inizio delle attività. Ma per la Procura, per il Procuratore De Chiara non serve, la casa va abbattuta! Nulla questio se il 29 marzo prossimo dovrà discutersi il merito, se c’è la possibilità che il vizio d’esecuzione venga riconosciuto; se la denuncia nel merito di una procedura non conforme sia stata inviata alla Procura ed al procuratore De Chiara per chiarire le incongruenze di una procedura che oramai è divenuta prassi sull’isola d’Ischia.
Oggi il signor Mattera, in realtà, per la sua grave malattia che lo rende infermo, sua moglie ed i suoi figli, sua sorella Nunzia, da sempre vicina ai bisogni di tutta la comunità per cui ha combattuto in prima linea, da soli si sono dovuti rassegnare a buttar giù la casa per la quale tra l’altro avevano presentato istanza di autodemolizione.
La Procura, infatti, visti gli esiti della non ancora avvenuta autodemolizione, aveva inviato proprio stamani la sua ditta pere eseguire il dispositivo. A nulla è valso il particolare che la via che conduce  all’abitazione sia interdetta da anni, a nulla è valso evidenziare e constatare il pericolo di percorrere con mezzi pesanti carichi di attrezzature e strumenti una stradina su costone franato e in pendenze di oltre il 45%. Non c’è stata ragione i Mattera hanno dovuto metter mano ai picconi ed assentire al dispositivo.
Va segnalato il pericoloso tentativo della ditta di raggiungere con un mezzo, modello Bremac, l’abitazione, con il veicolo rimasto bloccato sulla impervia salita con il suo carico pesante di uomini e attrezzature da demolizione. Per rimuovere l’automezzo è stato necessario prima scaricarlo. Al signor Mattera è stato consentito di restare in casa al piano terra avendo constatato, sia i dirigenti della Procura di Napoli, sia le forze dell’ordine che le condizioni di salute dell’uomo non consentivano un suo trasporto altrove in condizioni di sicurezza.
Nel merito è intervenuto il medico legale dell’ASL, la dottoressa Grossi del commissariato di Ischia che hanno evidenziato la necessità, nel caso si volesse perseverare nell’allontanamento del Mattera, di provvedere al trasporto coatto intimato solo ed esclusivamente in condizioni di sicurezza. Cosa che il 118, come altri operatori non possono allo stato garantire.
I tecnici della Procura hanno sentenziato al termine delle visite mediche che l’attività di demolizione poteva eseguirsi in tutta sicurezza al piano superiore seppur all’intero dell’abitazione erano presenti soggetti esterni all’attività, come per l’appunto il signor Benedetto. A sostegno, corpose indagini e perizie statiche sul fabbricato.

Ovvia la rabbia e la disperazione della famiglia che dopo anni di duro lavoro, la continua lotta per sopravvivere, sperava di poter almeno attendere sino all’udienza del 29 marzo prossimo. Un particolare che fa vivere ancora e di più la cosa come una palese e manifesta ingiustizia di chi vuol colpire i cittadini a prescindere dalla legge.
Distrutta la signora Mattera, all’anagrafe Mariagrazia Conte: «Ci arrampichiamo per vivere, ci arrampichiamo. Siamo trattai alla stregua dei delinquenti. Anni e anni di sacrifici, una salute distrutta, ora il dramma della malattia, tutto per tentare di sopravvivere e avere una vita dignitosa. Mio marito ha solo lavorato, in mezzo al mare per guadagnare un tozzo di pane, mesi e mesi lontani ed ora non ci viene neppure riconosciuta la dignità di essere giudicati per quelli che realmente siamo. Non delinquenti o fuori legge. Noi abbiamo presentato un progetto, ottenuto una licenza edilizia, ma nulla conta. Per anni siamo arrivati a casa a piedi, abbiamo tenuto qui la spazzatura portandola noi da basso, oggi questa strada per tutti era agibile ai mezzi pesanti. Ci hanno passato ai raggi X solo perché sognavamo di avere una casa ed una vita dignitosa! Sogni infranti, fatiche distrutte ed hanno ancora il coraggio di dire che questa è la Giustizia. A questa Giustizia non si può più credere. È inevitabile pensare che questo sia il disegno di qualcuno intenzionato ad agire con ogni mezzo pur di raggiungere il fine».
In lacrime ed affranta Nunzia Mattera, sorella di Benedetto: «Siamo soli! Abbiamo lavorato, ci siamo indebitati per continuare a vivere in questa terra, tra mille difficoltà abbiamo cercato di dare un futuro ai nostri figli, ora siamo solo fuorilegge a cui viene negato ogni diritto, persino quello di poter dimostrare che si è rispettati le regole, persino di potersi curare, badare alla salute di mio fratello, malato gravemente, reduce da due operazioni non meno di qualche settimana fa, per un motivo che ha noi ci è sconosciuto e che non possiamo configurare se non come una ingiustizia palese di uno Stato che per noi non esiste, di una Giustizia che non ha valori e valore».

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