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Piano&Jazz a Lacco Ameno: I “Tribunal” arringano la platea 

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Il jazz si è trasformato nel corso di tutto il XX secolo esprimendosi in multiformi linguaggi, come ad esempio la musica popolare americana, nel ragtime e nel blues, nella musica leggera ed oggi, grazie alla “Tribunal Mist Jazz Band”, anche nella musica napoletana.Una Band quelal dei Tribunal che ha strabiliato Ischia con una magistrale esibizione, questa sera in quel di Piazza santa Restituta. Jazz sia è improvvisazione. Jazz è fraseggio. Jazz è forse la musica più vitale, più libera e rappresentativa di un epoca. Jazz è improvvisazione unita a qualità e dominio dello strumento.

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E’ una musica colta e popolare che oggi, grazie alla “Tribunal Mist Jazz Band”, reimposta anche la musica napoletana.

Le formazioni jazzistiche moderne sono sempre costituite da gruppi musicali di dimensioni limitate e formate da batteria, basso o  contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente sassofono o tromba.

Questo assunto non vale per la Tribunal Mist Jazz Band composta da 20 elementi e formata 4 trombettisti, 4 trombonisti, 5 sassofonisti, clarinettista, pianista, conta bassista, chitarrista, batterista, vibrafonista e cantante. La band è composta da professionisti del diritto, architetti, restauratori, periti legali e da musicisti professionisti e non. Il direttore è il Maestro Antonio Solimene, arrangiatore diplomato in pianoforte, direzione di coro e composizione per banda. Voce di Nadia Boccarusso.Ritmica
Emiliano De Luca – Basso
Ciro Guidone – Chitarra elettrica
Alessio Busanca – Piano
Damiano Santucci – Batteria

Sax e ance
Andrea Ventriglia – as e fl
Enzo Spizzuoco – as e fl
Emilio Silva Bedmar – I° Tenore
Lello Palma – ts e fl
Riccardo Colicchio – ts
Francesco Orabona – bs
Nicola Mozzilo – Cl b

Trombe
Gianfranco Campagnoli
Mauro Seraponte
Adriano Rubino
Angela D’Ammora
Nicola Di Donna

Tromboni
Domenico Brasiello
Rosario Maggio
Antonio Di Somma – Trbn basso
Antonio Solimene – direttore d’orchestra
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Paolo Pannella è avvocato e professore universitario specializzato in diritto societario. Molto compassato, sempre in papillon, cappello rovesciato alla Sherlock Holmes di colore verde o grigio, quando suona nella band il vibrafono cambia volto anche indossando camicie colorate sempre indossate con volto sornione.Le fusioni tra jazz e napoletanità della “Tribunal Mist Jazz Band” è apprezzata anche dagli stessi grandi interpreti della canzone napoletana di cui la band ha reinterpretato i pezzi. E sono anche le voci di tre straordinari cantanti, due uomini ed una donna che si intervallano, che interpretano in modo a volte ironico, a volte struggente, i testi delle immortali canzoni napoletane.

Funiculì Funiculà, O’ Saracino, Tu vuo fa ll’americano di Renato Carosone, che si complimentò per l’arrangiamento jazzistico con Antonio Solimene e Paolo Pannella, sono solo alcuni dei pezzi che la “Tribunal Mist Jazz Band” propone. Gli arrangiamenti di Solimene trasformano i pezzi senza però stravolgerli e gli intermezzi strumentali lasciano spazio e ribalta ai musicisti, che si esprimono in eccellenti virtuosismi di chitarra, sassofono, clarinetto e pianoforte. L’intesa che gli elementi della band hanno raggiunto unita alla loro passione musicale che viene trasferita anche ai non esperti. Prima di abbandonare la scena la band concede ancora pezzi al pubblico che sono un omaggio al jazz puro e limpido di Duke Ellignton, con “Take the A train” e “It don’t mean a thing”, con “Mangone” di Bob Mintzer, o con le classicissime “Unforgettable” e “New York New York”. La “Tribunal Mist Jazz Band” ha così incantato e sorpreso Piazza Santa Restituta lasciando tutti senza Fiato.

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