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Politica ad Ischia. Le Primarie per la scelta del candidato sindaco alternativo alla sinistra 

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In forma integrale pubblichiamo il documento che Luciano Venia ha proposto l’indizione di elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco di una area vasta che includa movimenti civici, centrodestra e terzo polo nel Comune di Ischia.

di LUCIANO VENIA | 1) Ischia è un sistema complesso ad alta maturità economica che, per funzionare in modo adeguato e virtuoso, necessita di una governance salda e partecipata in grado di garantire il buon governo; e cioè la produzione e la erogazione di una ampia gamma di servizi ad alta intensità e qualità (ciclo idrico integrato, trasporti marittimi e terrestri, sanità, scuola, commercio, turismo, telecomunicazioni, energia) per rispondere efficacemente alla domanda composita della comunità locale e dei milioni di ospiti che lungo gli anni visitano l’isola verde; ed un bouquet di servizi essenziali e di interventi sociali perequativi e redistributivi per assicurare le funzioni civili e sostenere e ridurre l’area del disagio.
L’anno prossimo si vota per le elezioni comunali e lo scenario attuale lascia prevedere la ricandidatura del Sindaco in carica per il centrosinistra mentre la Destra e il Centro ed i Movimenti Civici Indipendenti non hanno ancora raggiunto una intesa sulla nomination del proprio candidato e questo può generare più candidature distinte e autonome.
Mi permetto allora senza avere, insieme al Movimento Civico, idee definitive sul tema, di proporre una strategia di ampliamento e di incorporazione dell’area alternativa alla sinistra che integri, coordini e strutturi molteplici componenti politiche (dai riformisti di sinistra ai laici ai missini alla nuova destra sociale sino al fli e all’udc e persino ai movimenti innovativi nati sul web) per realizzare il secondo pilastro di sistema per un confronto avanzato, sostanziale, programmatico e civile in grado di produrre alta politica, buona amministrazione, benefici collettivi e un governo efficiente.
Una possibilità concreta che potrebbe realizzarsi se, e solo se, la convergenza fosse profonda e completa anche in ordine agli scenari e alle prospettive politiche, alle risorse umane utilizzate e quindi ai programmi.
2) Dal 1946 il voto politico dell’isola ha costantemente premiato il blocco sociale che si riconosce nel centrodestra, mentre sul piano amministrativo spesso soluzioni diverse e talora miste hanno costretto i moderati all’opposizione nonostante un potenziale sensibile a vantaggio della destra.
Tuttavia, date storiche come 1952, 1956, 1980, 1985, 1992 e 1994 hanno fotografato appieno il sentimento ideologico rispecchiandosi in una corrispondente articolazione amministrativa pur costituendo queste “destre politiche” e quelle “destre civiche” una potente carica innovativa e un poderoso effetto di rottura degli equilibri pregressi. Con la scissura delle maglie del tessuto sociale coevo e, per così dire, l’innesco di una reazione capace di operare fenditure dello spazio politologico e culturale lasciando sorgere aggregazioni, progettazioni e pensieri in aperta contraddizione dialettica con l’assetto consolidato.
La Destra di Governo infatti, o è programmaticamente rivoluzionaria o non è col rischio di degradare a mera forza di reazione, apparato stantio di conservazione, strumento eterodiretto di tutela di interessi settoriali.
Per riconoscere semi generosi e fruttuosi di un movimento civico invece, basti ripensare alla saldatura di laici e cattolici che negli anni ’50 insieme furono in grado di mandare nei banchi della minoranza le stesse forze che al centro svolgevano la funzione di governo – occorre essere futuristi, innovare, sorprendere, sperimentare pur nel solco della tradizione.
3) Quasi sempre invece, le ragioni della sconfitta alle amministrative, soprattutto nel 1998 e nel 2007 sono da ricercare nella scarsa propensione del personale politico di destra alla coesione e al confronto con interminabili guerriglie sulle candidature, incomprensioni, tentativi falliti di emarginazione di intelligenze rivelatisi un boomerang distruttivo. Tutto a scapito dei valori e della robustezza di idee e programmi e con la perdita di competenze e abilità a vantaggio di scelte apparentemente incomprensibili in quanto esogene.
Molto spesso le candidature vengono scelte al 91° minuto con l’effetto di perdere la partita prima che essa cominci, o peggio giocando all’americana con una sola porta, la propria, in quanto nella tardiva indicazione del Sindaco le liste si impoveriscono mentre l’effetto calamita attrae gli incerti sulle piattaforme programmatiche delle coalizioni compiute.
Non credo si possa ripetere questo schema di follia e di becero dilettantismo (sospetto o addirittura artificioso…) fino alla prossima primavera lasciando ogni soggetto della area di destra sul proprio sentiero e senza nessun tentativo di fusione per integrazione e coordinazione. In grammatica la coordinazione indica il rapporto di equivalenza tra due elementi di differenti proposizioni; in chimica, il legame chimico-fisico con compartecipazione di elettroni fra ioni complessi; infine in fisologia la coordinazione motoria è la capacità che permette di eseguire un qualsiasi movimento nella maniera più efficace.
4) Dunque serve una Iniziativa che coordini, includa, coopti, aggreghi e incorpori forze, soggetti, espressioni, intelligenze, capacità e storie soggettive per tradurle in una grande opera di programmazione e di governo. Mettere in evidenza ciò che è comune e limare ciò che distingue, affasciare e unificare ciò che è simile e sterilizzare quello che allontana guardando alla neutralità di un governo efficace ed efficiente pur nella visione popolare e sociale.
Andare insieme, stare insieme, governare insieme il processo storico-politico, avere una visione comune del paese con la enucleazione di dieci capisaldi progettuali come orizzonte valoriale e graduatoria di sforzi ed obiettivi distesi in un preciso cronoprogramma.
Tutto ciò premesso è opportuno ripetere che il Sindaco espressione di una coalizione alternativa alla sinistra deve essere il “primus inter pares” e non l’alfa e l’omega della alleanza; può somigliare a un direttore d’orchestra capace di chiamare in concerto le molteplici sonorità e armonizzare la tonalità degli “strumenti” molteplici pur tuttavia generando una musica comunitaria; seguendo cioè spartiti collettivamente condivisi ,salvo i numeri e le eccellenze dei solisti quando funzionali alla esecuzione di tale musica e cioè del programma; quest’ultimo frutto di una partecipata e collettiva elaborazione e di una attiva condivisione, senza mai comprimere la libera espressione della maggioranza.
Un Sindaco di Destra nell’epoca della concertazione celebra la ricca diversità e pluralità della propria alleanza e si astiene dall’assorbire la totalità della iniziativa o la intera fase decisoria su ogni procedimento rilevante – lasciando fuori dal suo cerchio magico solo le certificazioni anagrafiche e le contravvenzioni stradali. Bensì egli ricerca integrazione, apporto, concorso e consenso nel consiglio comunale e nella coalizione e soprattutto nella società civile.
5) Dunque il Sindaco della Destra deve essere il Primo Vettore di una compagine e di un Progetto ispirati ad una pluralità ricondotta in sintesi organica mediante ampie e continue occasioni di partecipazione, di confronto, di revisione e riforma delle decisioni; e persino di dialogo costante con le forze minoritarie del consiglio comunale quando vi siano da interpretare e tutelare il bene comune e le superiori ragioni dell’unità municipale.
Un Sindaco in moto tra le classi e le famiglie, teso a ridurre le asimmetrie della qualità delle esistenze e attento alle priorità e ai bisogni delle fasce più vulnerabili. Orientato a una visione popolare e non elitaria; un sindaco che stia con la gente e che ami la verità e la misura rifuggendo gli eccessi del celebrativo a vantaggio di una presenza istituzionale laddove si generi una domanda di governo, di azione e di intervento.
Un Sindaco forte perchè fortemente sostenuto da una rete di relazione coordinata da una cabina di regia in cui stiano non solo i grandi portatori di voti, utili e necessari; ma anche i grandi portatori di idee, di competenze e di progetti realizzando una rivoluzione copernicana che seppellisca la bassa qualità della politica tentata dal versante di centrodestra nei tempi recenti; e si lanci dalle linee di vetta, dalle altezze della ideazione “planando sopra boschi di braccia tese” per citare Mogol e Battisti a realizzare “una vita viva” della amministrazione respingendo “le facili ideologie alla moda” ed
abbandonando una visione lideristica che appare desueta in termini storico-politici e improduttiva di realizzazioni strutturali.
Un Sindaco che non si ispiri alla pesca delle occasioni ma segua un tracciato condiviso sulla scacchiera della logica politica alternando misure di socializzazione a provvedimenti per lo sviluppo delle imprese e lo stimolo della libera iniziativa economica. Con una escogitazione collettiva unita alle abilità del Sindaco. Ovviamente con queste premesse il Sindaco deve essere liberato da ogni laccio ed assumere scelte intense e tempestive nella esecuzione della fase decisoria.
6) Credo fermamente nella stabilità del nuovo sistema di elezione dei sindaci e nella loro inamovibilità lungo il tempo di durata della consiliatura; ed affermo la logica della alternanza rispettando chiunque vinca. Ma le coalizioni contrapposte devono essere portatrici di programmi alternativi pur includendo un nucleo di proposte condivise che siano il patrimonio di tutti e non di una parte.
Per costruire una alternativa sociale, civica e popolare di centrodestra occorre quindi innestare nelle tradizionali forme partito i fermenti e le innovazioni della società civile e cooptare le elites emergenti giungendo infine a nuove sintesi che riescano a inglobare nell’area alternativa alla alleanza Pd-Sel-civiche sx tutti quei movimenti e quei gruppi che possano rappresentare il valore aggiunto e cioè costituire elementi non solo integrativi ma creativi e fondativi per allestire una nuova formula politica in grado di competere.
7) Per uscire dalla paralisi che da tre anni sembra colpire lo schieramento di centrodestra a Ischia, occorre ribaltare il liderismo, la passiva donazione a congreghe e compatroni, il carosello del nulla e la fiera delle oscenità politiche, il sospetto costante del pactum sceleris tra gli opposti, suscitare la partecipazione popolare; uscire dalla autoreferenzialità e dalla parcellizzazione, metabolizzare le posizioni multiple e diversificate e trovare un denominatore comune che per via democratica e programmatica riduca il molteplice a uno al fine di costruire un programma forte e ambizioso, originale e logico insieme. Programma, insisto! Prima dell’Uomo viene il programma cioè la composizione dei valori e degli obiettivi.
LA PROPOSTA che intendo lanciare alle forze sociali, ai movimenti civici e all’intero orizzonte dei partiti dal Pdl a Futuro e LIBERTA’, dall’Udc all’Api, da La Destra a Mpi sino alle espressioni interessanti come il Movimento 5 stelle ove accogliesse l’invito, è quella di una assemblea che, mediante il meccanismo delle PRIMARIE APERTE, elegga un candidato SINDACO UNITARIO (scelto tra tutti i cittadini candidatisi con un minimo di firme a sostegno pari a 50) ALTERNATIVO AL CARTELLO P- CIVICHE DI SX oggi al governo, e indichi anche candidature per il consiglio realizzando quella procedura propedeutica alla nomination a candidato sindaco, e costituita appunto dalla rilevazione del gradimento e della capacità di aggregazione e penetrazione nel corpo elettorale. Di più il candidato Sindaco deve firmare previamente un patto programmaico sul quale ricercare la ulteriore convergenza di liste, gruppi e movimenti e svolgere assemblee politiche prima di zona e poi cittadine per illustrare i propri intendimenti. Un Consiglio dei Garanti tra le personalità dell’area civica e di destra deve formare un regolamento e stabilire le forme di accesso al voto, le sue modalità, la valutazione dei risultati.
Da tale consultazione si dovrebbero assumere anche i contributi e le proposte da riversare nella scrittura definitiva del programma raccogliendo ogni istanza in apposite schede, e parallelamente configurare una struttura politica nucleare che diventi il centro elaborativo ed operativo della coalizione costruenda; e che in analogia organizzativa con una articolazione di staff supporti il candidato nominato a seguito delle primarie entrando in funzione ad horas per la articolazione del Progetto, la selezione delle candidature, la pianificazione delle iniziative e la concreta predisposizione degli strumenti di propaganda e di comunicazione su mandato del nominato candidato a sindaco di Ischia.
L’area alternativa al Pd deve ritrovare autonomia e libertà di iniziativa affrancandosi dalle solite oscillazioni e incertezze prima della scelta dei candidati ed intraprendere un nuovo percorso verso il momento elettorale con un corredo di idee e programmi, di risorse e di strumenti in grado di sostanziare e distinguere una valida offerta politica.
Inoltre essa deve unirsi alle forze sociali, ai movimenti civici e alle associazioni per individuare, costruire e poi realizzare un nuovo modello di governance territoriale che garantisca il binario sviluppo-solidarietà e assicuri una stagione di passione e di capacità amministrativa.
E’ opportuno citare qui Don Sturzo quando di fronte alle sfide epocali che attendevano il paese lanciava un appello ai liberi e forti per costruire il futuro.
Il filosofo seppe poi indicare la via affermando che il cercare stesso è la meta.
Quanto a chi scrive l’intento è quello di superare lo stallo e di risuscitare una iniziativa politica di cui si avverte nettamente il bisogno.
Molti mi rimproverano di avere disintegrato cio’ che qui affermo di voler reintegrare.
E’ una critica eccessiva, sono solo in grado di orientare un vastissimo spazio politico-elettorale e dispongo di un notevole strumento di penetrazione nelle coscienze della città costituito da un continuo sforzo di elaborazione e diffusione di contenuti e proposte. Torniamo al punto: l’area di centrodestra è preda di continue e irrisolte fratture politiche talvolta indugia nella scelta del timoniere, della rotta e persino del porto di destinazione. E quel che peggio in alcuni momenti storici ha dimenticato storie, sacrifici, principi, persone ed i relativi valori di fondo dandosi a un pragmatismo al limite della accettabilità. Occorre una grandiosa rottura con questo schema. Andare oltre in uno spazio nuovo con una destra popolare, una destra in movimento, una alleanza comunale per il buongoverno, un Polo di libertà e di partecipazione.
Bisogna costruire una Nuova Sintesi che metta in simbiosi un Centro di Governo, una Nuova Destra depurata dalle incrostazioni e le forze civiche sino a quei movimenti riformisti e progressisti disponibili a ragionare sul buongoverno piuttosto che sulle denominazioni delle cose. PORTARE ARGOMENTI E SOLUZIONI.
Dobbiamo tentare di ricostituire una più avanzata Unità Programmatica e Politica. Se ciò non accadesse infatti, potrebbero nascere nuove lacerazioni e rinnovate divisioni con una pluralità di candidature parallele incapaci di conseguire la maggioranza.
Mi auguro che alle elezioni di Ischia nascano al massimo tre coalizioni: una di sinistra, una futurista e una di destra-civica. E magari soltanto due. Ma temo sia difficile ricondurre a media tante visioni. Comunque è opportuno tentare la sintesi, termine non neutro e modernamente antico, inteso come scomposizione e ricomposizione dei valori e delle idee in un plesso di ideazioni e volizioni che serbi un nucleo solido di valori ed una dinamica di superficie in grado di interfacciarsi e di connettersi ai fermenti della specifica condizione temporale e culturale.
Un sistema che resti alternativo a quello egemone e gareggi con autentiche possibilità di vittoria, continuamente alimentato da idonee risorse tecniche e culturali.
Non pretendo di essere il Demiurgo che riedifica la materia del centrodestra e ne trae un nuovo simulacro vivente e neppure ho il potere di dire alla Destra “alzati e cammina” ma posso in coscienza chiedere che essa torni alla Politica, anteponga il Disegno del Futuro al Presente, metta in stand-by ogni personale ambizione e recuperi la capacità di agire nel planisfero delle idee. Costruendo prima la comunità umana e poi quella politica.
A ogni candidato voglio comunicare che chi intende avere l’alto onore di candidarsi a Sindaco deve presentare un valido programma, una squadra ampia ed aperta e una chiara forza elettorale propria e di gruppo.
Alle primarie ! Primarie aperte a chiunque voglia partecipare e rette da un regolamento condiviso con la previsione di un collegio di Garanti che assicuri legalità, certezza e trasparenza.
E a chi eternamente si crogiola nella indecisione mi piace citare in conclusione un celebre incitamento che può scardinare dal torpore, dall’apatia, dalle retoriche e dal disfattismo: “Vivi come se dovessi morire oggi, Pensa come se non dovessi morire mai”.
LUCIANO VENIA

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